Ci siamo sentiti come in un grande cenacolo, anche se collegati solamente in rete, tutti davanti a una videocamera. Ma la comunione che lega chi vive la passione educativa e la mette in pratica in oratorio era palpabile nella mattinata passata insieme durante l'Assemblea degli oratori 2021. Non un "ci tocca" ma un "tocca a noi", come ha sottolineato don Mario Antonelli introducendo i lavori; un "tocca a noi ora" per dire "oratorio" e per dire "adesso", come ha ribadito don Stefano Guidi. I lavori sono stati condivisi nei gruppi che si sono formati attorno a parole chiave come crescere, competenze, legami, preghiera e quella parola "creatività" che, insieme, i partecipanti hanno detto quasi all'unisono come emblematica di questo tempo insieme alla parola "ascolto". E poi l'intervento dell'Arcivescovo che ha segnato il passo: «Non è oratorio se non è un cenacolo». È un nuovo punto di partenza per scrivere e progettare l'oratorio del prossimo domani.


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«Non è un oratorio se non è un cenacolo», è lo slogan proposto dall’Arcivescovo Mario Delpini nel suo intervento a conclusione dell’Assemblea degli oratori 2021.

I nostri oratori, dunque, siano un cenacolo.

«Ci ha consegnato una parola molto speciale il nostro Arcivescovo, all’Assemblea degli oratori – sottolinea don Stefano Guidi, direttore della Fom, ringraziandolo per la sua presenza a fine mattinata sabato 27 febbraio 2021 – “Cenacolo” è qualcosa che possiamo cominciare a vivere subito, a partire dai nostri cuori e dalla vita fraterna… che a cascata ravviva e dà luce alla vita dei nostri oratori».

 

«Guidati e raccolti dalla parola di Gesù, secondo il tratto di “casa dell’incontro”, condividendo l’attesa, perseveranti nella preghiera, in un rapporto di fraternità, per praticare quello che Gesù ha comandato»… ci siamo ritrovati, con coordinatori, responsabili e referenti degli oratori ambrosiani («tutti coloro che si appassionano a questa avventura straordinaria che è far sì che l’oratorio sia un cenacolo, da cui si esce per incendiare con l’amore di Dio il mondo che sta intorno»).

 

Un’Assemblea inedita: non abbiamo potuto viverla “in presenza” come avevamo immaginato, nel salone di via Sant’Antonio 5 a Milano, ma riadattandoci secondo le possibilità, con la modalità on line (e mettendo in comunicazione con la piattaforma di Zoom un massimo di 4 delegati per ciascun oratorio, per offrire una partecipazione ampia e diretta, attraverso un momento di ascolto e di confronto), abbiamo comunque vissuto la convocazione diocesana dell’Assemblea degli oratori 2021 che ha messo in rete i nostri oratori. Contando i rappresentanti che sono intervenuti per ciascun oratorio ne erano presenti circa trecento.

 

Chi era presente lo è stato non con quel sentimento di mesta sopportazione e di lamento sterile, del «Ci tocca…» («affrontare questo tempo di avversità; compiere ogni sforzo per rimanere “vivi” in questa stagione di fragilità e di pandemia; verificare il disagio dei ragazzi, soprattutto degli adolescenti; aggiornare l’oratorio rispetto ai tempi di questa malasorte»), parafrasando provocatoriamente il titolo dell’Assemblea degli oratori 2021 evocato dalla riflessione di don Mario Antonelli (presidente della Fom e Vicario per l’educazione e la celebrazione della fede), che non ci appartiene. Ma con il desiderio di vivere un momento di comunione responsabile e feconda per la Chiesa ambrosiana e per il servizio ai ragazzi e alle ragazze dei nostri oratori. «Dobbiamo compiere ora le opere di Dio. “Tocca a noi, ora!” compiere le opere di Dio».

 

«Un titolo che si ricollega a un altro titolo che ci ha comunicato l’Arcivescovo nel discorso alla città 2020, dalla Basilica di Sant’Ambrogio – ricorda don Stefano Guidi – invitando a farci carico responsabilmente di questa situazione, a non subirla, a viverla comunque da protagonisti».

 

Le condivisioni dei lavori nei gruppi (attraverso le “stanze”) hanno seguito e intervallato gli interventi in plenaria: le testimonianze secondo alcune tematiche chiave della vita dei nostri oratori (in allegato gli interventi dei testimoni) hanno permesso di rileggere alla luce di questi mesi l’esperienza che stiamo vivendo e i passi decisivi da compiere.

 

Opere di misericordia – L’educazione al servizio e al bene come stile per crescere in oratorio: quali volti e quali competenze?

«In quest’anno tutto è stato amplificato, le fatiche come la bellezza». Per Annalisa Porcelli «Se l’oratorio è fatto di persone, la vita è al centro…» «A riempire le schermate di Zoom, c’erano persone con i loro bisogni, che abbiamo ascoltato, a volte senza sapere cosa fare…» «Abbiamo provato a cercare insieme delle soluzioni e a inventarci dei modi diversi di fare oratorio».

«L’oratorio durante tutto questo periodo e ancora oggi ha continuato, organizzando proposte e attività, tutto in un modo nuovo» – continua la giovane Sara Massariello – «Per adattarci e fronteggiare questa nuova situazione c’è voluto tempo e un grande impegno da parte di tutti». «Ci è sempre stata data la possibilità di maturare e di migliorarci in oratorio, però, forse, in questo periodo più che mai siamo cresciuti e abbiamo dovuto farlo».

 

Correre – La vita comunitaria come elemento chiave della vita dell’oratorio: sapienza della comunità e legami da rinsaldare.

«Non riempiamo i nostri oratori di attività fini a sé stesse, riempiamo i nostri oratori di relazione» – è il suggerimento di Cristian Stucchi, che invita a cogliere gli insegnamenti che possiamo trarre da questo tempo di pandemia – «L’educatore che mi chiama non perché deve raccogliere la mia adesione a una iniziativa ma mi chiama per chiedermi come sto. Che bello quando qualcuno ti ama per ciò che “sei” e non solo per ciò che fai!».

«L’oratorio fa la comunità e la comunità fa l’oratorio» – afferma suor Chiara Papaleo, Figlia di Maria Ausiliatrice – «Il segreto è uno solo: la relazione personale, l’accompagnamento personale, il sentirsi chiamati per nome… che ti insegna uno stile, quello di chiamare per nome. Tutti in oratorio devono sentirsi chiamati ad accompagnare».

 

Gesù – L’educazione alla fede e l’incontro con il Signore Gesù come cuore della proposta. Nella preghiera ci mettiamo alla scuola del Buon Seminatore e siamo pronti a cambiare e ricominciare.

«In quest’anno abbiamo potuto vedere e ammirare lo sforzo delle chiese e degli oratori. I don degli oratori e gli educatori hanno fatto l’impossibile per tenere la comunità viva», sostiene Edoardo Caprino. «Di una cosa sono certo: l’educazione alla fede in questo ultimo anno così difficile non solo c’è stata ma è stata ancora più intensa. È tempo però per pensare un nuovo cammino».

«Di fronte ad una partecipazione meno numerosa, abbiamo ritrovato dei ragazzi cresciuti, più capaci di leggersi, più maturi nello stare di fronte alla realtà e più disponibili ad esporsi nel condividere la propria fede». «Il Signore non si è fermato», ricorda don Michael Pasotto. «Quali opere ha compiuto nella nostra comunità? Quali doni ha confermato?».

 

Il “clima” che si è percepito nei gruppi delle stanze, guidati dai facilitatori, nonostante la singolare modalità dell’on line (a cui però le restrizioni ormai ci hanno “abituato”), era estremamente positivo e propositivo. I rappresentanti degli oratori si sono contraddistinti per un grande desiderio di confrontarsi tra loro, anche in vista del lavoro di Oratorio 2020 che sta portando gli oratori a scrivere i progetti educativi (attraverso lo strumento della Scheda 21), e rispetto a quanto si è vissuto con l’esperienza di Summerlife, occasione di socialità preziosa e segno di speranza nell’Estate 2020, in vista dell’Oratorio estivo 2021 (tra un mese esatto, il 27 marzo, la convocazione diocesana per la sua presentazione).

 

“Creatività” è la parola chiave che emerge dai lavori di gruppo (accanto all’altra caratteristica fondamentale di questo tempo, la dimensione dell’ascolto) ed è proprio quella che ha portato i nostri oratori a reagire, nonostante le fatiche della ripartenza e le difficoltà di intercettare i ragazzi in questo tempo, accompagnandoli e avendo sempre cura di ciascuno di loro.

 

L’emergenza educativa e spirituale che stiamo vivendo richiama seriamente la nostra attenzione alla questione seria che i nostri ragazzi ed adolescenti stanno vivendo.

 

L’Assemblea degli oratori è stata l’occasione per «dirci, con coraggio ed entusiasmo, facciamo tutto quello che possiamo fare e non perdiamo il nostro modo di essere comunità di oratori. “Tocca a noi, ora!” Dove “ora” sta per oratorio e “ora” sta per adesso. Con nuove motivazioni riprendiamo e proseguiamo il nostro cammino».

 

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