I circa 1200 delegati che hanno partecipato alla scorsa Assemblea degli oratori di Bollate (era il 9 febbraio 2019) sono la risorsa necessaria perché le idee, le riflessioni, il confronto prendano una forma decisiva per il percorso ORATORIO 2020 che ci porterà a definire quali oratori vogliamo per l'oratorio del prossimo decennio. Il nostro direttore scrive a ciascuno di loro per una comunione e una corresponsabilità che desideriamo più strette possibili.

Don Stefano Guidi
Direttore della Fondazione Oratori Milanesi

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Carissimo/carissima,

                                    ho pensato di scriverti personalmente in occasione della Pasqua non solo per farti giungere gli auguri miei personali e della Fom, ma anche per ristabilire un contatto diretto, dopo un po’ di tempo dalla celebrazione dell’Assemblea diocesana degli oratori di Bollate.

 

Sono state dette e scritte tante cose, ma ho pensato comunque di rivolgermi personalmente a te che hai partecipato alla prima fase del percorso ORATORIO 2020 – QUALI ORATORI PER FARE ORATORIO.

Te lo dico in confidenza: non mi aspettavo così tanta gente. Il mio entusiasmo aumenta se penso che tu eri presente come delegato e rappresentante di un oratorio che, nel tempo precedente, ha lavorato, ha pensato delle cose. Si è messo in cammino. Certo i numeri sono importanti. Ma andando oltre i numeri, ho ben chiara questa idea: per l’oratorio la gente si muove. In questi mesi ho visitato tanti oratori. In ogni incontro, almeno 50, 70, anche più di 100 persone. E non solo nei grandi oratori della diocesi. Questa è la prima idea che voglio condividere con te: la questione educativa – che si esprime nell’oratorio – è ancora quel terreno comune su cui ci possiamo incontrare con tanta gente. Anche persone relativamente o completamente lontane dalla comunità, si lasciano coinvolgere più facilmente quando si parla di oratorio. Questa è una risorsa da non sprecare.

 

Voglio dirti un’altra cosa. L’oratorio è quell’esperienza capace di muovere la comunità anche al proprio interno. Non si possono calcolare gli animatori, gli educatori, i catechisti, gli allenatori, i genitori e i nonni che semplicemente si mettono a servizio – spesso senza essere visti – nell’ambito dell’oratorio.

Per noi adulti l’oratorio è un’occasione per tenerci in allenamento di servizio, per fare manutenzione di noi stessi. Anche questa occasione non va persa. Continuiamo a privilegiare l’oratorio. Ma senza morirci dentro, chiaro! Quando il “servire” diventa il nostro modo di essere, questo non può essere vissuto soltanto dentro un perimetro fisico o un tempo stabilito. Abbraccia invece tutta la vita: il lavoro, l’università, la famiglia, l’impegno sociale e politico.

 

Voglio dirti anche questa cosa: sono contento per te e per noi tutti, perché penso che l’Assemblea di Bollate sia stata una bellissima esperienza di Chiesa. Abbiamo avuto la possibilità di incontrare e di confrontarci con tante persone diverse. Abbiamo intuito che le nostre speranze e le nostre preoccupazioni sono le stesse di tante persone che vogliono bene all’oratorio. Questa è la Chiesa sinodale che Papa Francesco ci chiede di diventare. È la Chiesa che cammina a proprio agio nella storia, come in un pellegrinaggio, proprio come ci ricorda il nostro Arcivescovo Mario! Come FOM stiamo pensando a come coltivare anche in futuro questa esperienza di oratori sinodali.

Nella tua realtà mantieni viva questa esperienza. Nel limite del possibile, aiuta il tuo oratorio a non diventare un “condominio” in cui prevalgono interessi privati o dei singoli gruppi. Impegnati, perché tutti si sentano riconosciuti e interpellati. Non è vero che nessuno è indispensabile! Ciascuno di noi è prezioso e relativo insieme: solo camminando con gli altri possiamo scoprire la nostra originalità.

 

In queste settimane ho pensato a te diverse volte. Ho riflettuto molto sull’opportunità di scriverti questa lettera. Poi ho focalizzato meglio quello che mi sta a cuore e che vorrei dirti. Vorrei che tu passassi da delegato a protagonista. Ti propongo questo: diventa protagonista! Il termine delegato è importante. Richiama una responsabilità che abbiamo ricevuto da altri, per rappresentarli. Ma potrebbe nascondere un tranello: «Ambasciator non porta pena…», so che non è così per te. Per questo ti chiedo di farti carico, con gioia e passione, della SECONDA FASE DI ORATORIO 2020. Ti chiedo di continuare ad essere un vero e proprio animatore del tuo oratorio, in particolare in tre direzioni.

 

  • Sentendo il tuo prete di riferimento, coinvolgendo più gente che puoi, pensa ad un momento – se non l’hai già fatto – in cui poter raccontare l’Assemblea di Bollate. Se nel tuo oratorio avete lavorato sulle schede, prova a pensare a come raccontare questo lavoro di condivisione a più gente che puoi. Contagia e contamina. Racconta e diffondi. Se non avete ancora lavorato sulle schede, puoi suggerire di riprenderle e magari approfondirle. C’è tutto il tempo. Noi della FOM ci siamo. Veniamo volentieri nel tuo oratorio. Ci interessa il tuo oratorio. Vogliamo aiutarti. Chiedi senza farti problemi scrivendo a oratorio2020@diocesi.milano.it.

 

  • Se puoi, chiedi al tuo oratorio di riprendere in mano il Progetto educativo del tuo oratorio. Molti hanno l’idea che nel progetto vadano scritti i principi ispiratori. Altri ancora confondono il progetto con un programma. Per questi motivi alla lunga ci si stanca di aggiornare il progetto e si pensa di poterne fare a meno. Quello che voglio chiedere a tutti gli oratori della diocesi è di pensare al proprio progetto educativo come qualcosa che ci faccia camminare in avanti. Ti chiedo di pensare – insieme con il tuo oratorio – il passo in avanti che il tuo oratorio può e deve fare, per non restare fermi come si è, anche se le cose vanno bene e le tradizioni tengono. Questo punto lo affronteremo con più organicità e precisione a partire da settembre 2019, ma è utile conoscere a che punto siamo con l’ultimo progetto scritto ufficialmente nel tuo oratorio per capire da che parte cominciare.

 

  • In terzo luogo, ti chiedo di aiutare il tuo oratorio – coinvolgendo più gente che si può – a sperimentare qualcosa di nuovo. Dalla FOM arriveranno degli input, delle proposte, dei suggerimenti. Diremo qualcosa di più preciso dalla seconda metà di maggio e approfondiremo questo punto già prima della chiusura estiva. Però è bello mettersi già in un’ottica creativa, iniziare già a provare e rinnovare. Aiuta il tuo oratorio a inventare cose nuove, coinvolgendo persone nuove, rischiando anche qualche sbaglio. Meglio provarci. Se ne hai la possibilità, invita il tuo oratorio a rivedere i fondamentali, a cambiare impostazione su qualcosa che non va, ad affrontare con serenità anche qualche problema, magari partendo dai temi affrontati nelle 20 schede della prima fase. La cosa più utile è puntare sul positivo che c’è e pian piano cambiare qualcosa che non va.

 

Ora vorrei salutarti con affetto e augurarti sinceramente Buona Pasqua di Risurrezione. Grazie per la tua passione e il tuo impegno. Non scoraggiarti mai, anche se incontri qualche difficoltà. Ricordati che la passione personale – quando è libera da secondi fini – è sempre attraente e coinvolgente. Lo dico senza esagerare: sei un dono prezioso per il tuo oratorio e per tutta la Chiesa ambrosiana.

 

Buon cammino nella luce del Risorto!

 

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