Educatori alla scuola di Attilio Giordani - 2012


Redazione

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Tutto quello che quest’anno vogliamo dire agli educatori è riassunto in un nome: «Attilio!». «Tilio, te sét brüt, ma te sét simpatich!» era il complimento più ricorrente che gli si faceva. Ma per i ragazzi Attilio Giordani era la bellezza fatta persona. Era bello perché era «buono», anzi era l’espressione della vita buona del Vangelo.

In occasione della Settimana dell’Educazione 2012, quella che prepara il VII Incontro Mondiale delle Famiglie, la Fondazione Oratori Milanesi vuole presentare agli educatori una figura di «oratoriano DOC».

Attilio era catechista, animatore, educatore, brillante attore di teatro, delegato dell’Azione Cattolica, cresciuto in un oratorio salesiano con il carisma di Don Bosco, promotore del Fraterno Aiuto Cristiano, impiegato alla Pirelli e missionario in Brasile ma soprattutto era un marito e un papà di tre figli. Una vita piena quella di Attilio, una vita vissuta di corsa, in bicicletta, ma sempre ferma sotto lo sguardo del Signore Gesù, incontrato nei sacramenti. Quando era in casa era tutto per la sua famiglia e quando era fuori casa, insieme alla sua famiglia, era un portento di idee e proposte per i suoi ragazzi dell’oratorio salesiano Sant’Agostino di via Copernico a Milano (vicino alla Stazione Centrale). Di Don Bosco aveva tutti i tratti, a tal punto che molti suoi ragazzi, a partire da suo fratello, grazie al suo esempio si fecero preti salesiani. «Don Bosco doveva essere così», dicevano molti di loro, guardando alla naturalezza che Attilio Giordani aveva a contatto con i più giovani. I bans, le gite, ma anche le opere di carità nella Milano del dopoguerra, gli incontri di catechesi preparati minuziosamente e il teatro in cui improvvisava facendo ridere a crepapelle erano le «armi» di Attilio nella sua «vita buona» offerta per i più giovani. Il suo «motore» e il suo amore era sua moglie, Noemi, con cui ha condiviso tutta la passione educativa (anche lei educatrice e catechista). C’è da non crederlo che una famiglia possa essere così dedicata al bene dei ragazzi. Eppure la famiglia Giordani ha saputo generare questo stile e diffonderlo. I tre figli di Giordani hanno intrapreso la loro strada, contagiati dalla passione dei genitori, e da giovani sono partiti per la Missione nell’Operazione Mato Grosso. Attilio e Noemi li hanno seguiti e lì, in Brasile, fra i ragazzi di Poxoreo in Amazzonia, Attilio è morto mentre parlava con passione dell’importanza dell’educazione. Colpito da infarto ha potuto dire a suo figlio: «Continua tu…».

Invitiamo gli educatori a prendere alcuni tratti della vita di Attilio Giordani e farli diventare «accompagnamento» per ciascuno dei dieci giorni della Settimana dell’Educazione. Ogni giorno uno schema di preghiera quotidiana li metterà a confronto con una vita e uno stile che possono essere imitati anche oggi. La preghiera per i ragazzi completa lo schema perché ogni giorno possa essere dedicato al loro servizio.

«Una vita buona. Educatori alla scuola di Attilio Giordani» è edito da In dialogo e sarà a disposizione dal 10 gennaio 2012 presso la libreria In dialogo (via S. Antonio, 5 a Milano – 02 58391348 – libreria@indialogo.itwww.indialogo.it).

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