in questo anno di grazia, come si sta rivelando in modo imprevedibile per tutta la Chiesa l’anno giubilare, siamo "Chiamati a guardare in Alto": siamo infatti uomini e donne fatte per il cielo. È quanto faremo durante il Festival della Speranza, che si terrà a Lecco sabato 21 giugno 2025

di don Marco Fusi
Responsabile del Servizio per i Giovani e l'Università

Mandato GMG 2023 - Lecco 24 giugno 2023 (2)
Un momento del mandato ai giovani partecipanti alla GMG di Lisbona, tenutosi a Lecco il 24 giugno 2023

Il profeta Osea ci immerge nell’amore senza misura di Dio. Lo paragona a quello ostinato di uno sposo (Dio) che nella sua fedeltà rinnova sempre la sua alleanza, così forte che non si lascia spezzare dai tradimenti “compulsivi” della donna amata (il popolo di Israele, l’umanità, noi).

Nel capitolo 11 questo Amore si connota con i tratti di una madre e/o allo stesso tempo di un padre che hanno amato teneramente il proprio figlio (giovane o anche schiavo nella lingua ebraica originale), insegnandogli a camminare e tenendolo per mano, liberandolo da capricci ed egoismi. L’umanità però è un “popolo duro a convertirsi”, è irriconoscente, prende sciaguratamente le distanze da tale cura paziente e immeritata. “Nessuno sa sollevare lo sguardo”: il popolo di Israele si lascia sequestrare cuore e mente dagli idoli (i Baal nell’Antico Testamento); l’uomo di oggi pure si fa succhiare la vita da ciò che non nutre davvero; gli occhi si abbassano inesorabilmente in un individualismo sempre più isolato e triste, come spesso ci capita di scorgere intorno a noi che abbiamo il capo reclinato a leggere le ultime notifiche sul nostro cellulare.

In questo anno di grazia, come si sta rivelando in modo imprevedibile per tutta la Chiesa l’anno giubilare, siamo “CHIAMATI A GUARDARE IN ALTO”.

Questa Parola ci riporta alla nostra sorprendente dignità originaria: siamo uomini e donne fatte per il cielo (una comunione inseparabile con Lui), per guardare a Lui che ci rende raggianti e per scorgere il volto dell’altro che ci appella ad una universale fraternità. Il nostro cuore racconta inequivocabilmente di questa sete di Vita che portiamo dentro, perciò alziamo lo sguardo verso Gesù e i fratelli.

Il Festival della Speranza a Lecco [clicca qui per il programma dettagliato e le iscrizioni], con numerosi testimoni e con i giovani che presentano diverse espressioni di Speranza attraverso linguaggi differenti (immagini, letteratura, musica, arte), racconta come già siamo stati creati con questo desiderio che ci porta ad alzare gli occhi “verso l’alto” (Pier Giorgio Frassati). Le scelte significative di giovani che partono per una esperienza missionaria, si mettono a servizio degli ultimi, condividono il loro talento sportivo e partecipano all’appuntamento con il Signore al Giubileo dei giovani, esprimono questa vocazione umana alla Speranza, ovvero ad un orientamento del cuore e di tutta la nostra persona verso la meta dell’incontro con Dio (“la vera patria” nel linguaggio del benvenuto Papa Leone che ci accoglierà a Roma). I nostri occhi sono puntati verso il cielo, cioè verso la splendida stella che è Cristo stesso, come Sant’Ambrogio commenta interpretando ciò che scrutarono i Magi e come abbiamo rappresentato sulle magliette diocesane che indosseremo al Giubileo.

Noi, invece, in virtù della Speranza nella quale siamo stati salvati, guardando al tempo che scorre, abbiamo la certezza che la storia dell’umanità e quella di ciascuno di noi non corrono verso un punto cieco o un baratro oscuro, ma sono orientate all’incontro con il Signore della gloria. Viviamo dunque nell’attesa del suo ritorno e nella speranza di vivere per sempre in Lui: è con questo spirito che facciamo nostra la commossa invocazione dei primi cristiani, con la quale termina la Sacra Scrittura: «Vieni, Signore Gesù!» (Ap 22,20). Gesù morto e risorto è il cuore della nostra fede (Papa Francesco – Spes non confundit nn° 19-20).

Guardare in alto significa incontrare Gesù nella Chiesa (siamo insieme decanati e comunità, realtà missionarie, Caritas Ambrosiana e CSI, giovani e adulti significativi) raccolta in attesa del Suo ritorno. Così pregheremo insieme presso il lungolago di Lecco, guidati dal nostro Arcivescovo Mario e meravigliati dalla presenza viva del Signore nella cornice del creato e nella comunità di giovani radunati per raccogliere il mandato dello Spirito, il Suo amore che ci rende dinamici verso l’altro e dunque verso di Lui.

I giovani ci ricordano che ci fa guardare in alto l’inquietudine oscura e insieme assai luminosa del nostro cuore umano; la Parola del profeta Osea ci rammenta che il cuore di Dio si commuove dentro di sé, il suo intimo freme di compassione per ciascuno di noi, soprattutto quando ci capita di smarrirci. Dio è Padre e noi abbiamo la possibilità di accogliere la grazia di vivere da figli amati, nell’abbraccio paterno che il Battesimo ci ha regalato in modo irrevocabile.

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