«A lungo si è parlato della Dottrina sociale della Chiesa, ma con il tempo è diventata qualcosa di riservato solo agli “addetti ai lavori” o a coloro che hanno già intrapreso un percorso di formazione. Noi invece vogliamo aiutare le persone comuni ad avvicinarsi in maniera del tutto gratuita». È questa la meta alla quale ambisce Gigi De Palo con il progetto da lui ideato, «Immischiati».
Dopo Verona e Bologna, la sua iniziativa farà tappa a Milano martedì 25 febbraio alle 21 presso il Teatro Oscar in via Lattanzio 58/A. Saranno presenti sul palco l’arcivescovo Mario Delpini, l’ex cestista e fondatore di Slums Dunk Bruno Cerella, il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini, la sociologa Chiara Giaccardi, il fondatore di PizzAut Nico Acampora, la vicepresidente Ai.Bi. Amici dei bambini Ets Cristina Riccardi e il sacerdote influencer don Alberto Ravagnani.
Alla domanda sul nome del progetto, De Palo risponde: «Contiene due chiavi di lettura. La prima è un’esortazione a non vivere la vita dal balcone e mettersi in gioco. La seconda è adottare la postura del cristiano che vive nel mondo che lo circonda».
Il punto centrale dell’iniziativa è riscoprire il significato profondo della partecipazione: «Non è un semplice imperativo al quale è obbligatorio adempiere o soltanto un impegno politico in Comune, in Regione o in Parlamento. È soprattutto un moto spontaneo dell’anima che spinge a vivere appieno la propria cittadinanza e impegno civico».
Questa scoperta interiore passa attraverso la comprensione dei pilastri fondamentali che sorreggono la Dottrina sociale della Chiesa: persona, bene comune, sussidiarietà, solidarietà e partecipazione. Nell’ambito del progetto «Immischiati», ognuno di questi temi sarà trattato in diverse città italiane con talk aperti al pubblico ascoltando le testimonianze di persone credenti e non: dopo «persona» e «bene comune», a Milano l’argomento affrontato sarà la «sussidiarietà» e come essa possa applicarsi nella vita quotidiana, nel lavoro, nello sport e nel sociale. Oltre ai talk, «Immischiati» propone anche corsi video, webinar, podcast e dispense per chiunque ne sia interessato.
«Questo progetto era pensato per 500 persone, ma alla fine se ne sono iscritte più di 8 mila e senza particolare pubblicità. Secondo me questo è un feedback molto importante e ci mostra che la gente è interessata a formarsi – spiega De Palo -. Però è interessata a farlo in maniera diversa. La nostra sfida è quindi adottare un linguaggio nuovo e non convenzionale: se le persone non conoscono la Dottrina sociale della Chiesa, la colpa è nostra che non riusciamo a raccontarla come dovremmo».
L’alta adesione è emblematica della volontà dei cattolici di formarsi e mettersi in gioco così da poter essere cittadini attivi nella società attraverso un impegno civico e politico, senza dimenticare il centro della loro azione. Secondo De Palo, «la stessa manifestazione di voto è il culmine di un lungo percorso. Dobbiamo cercare di andare oltre le logiche destra-sinistra, progressisti-conservatori perché il vero centro tra cattolici di destra, di sinistra, sociali e moralizzatori può essere solo e soltanto la dignità della persona umana. Questo è il comune denominatore e anche uno dei centri della Dottrina sociale della Chiesa».
Lo stesso spirito del progetto richiama all’esempio di Gesù che dona la sua vita per gli altri: «La partecipazione e la qualità della cittadinanza non sono un impegno compiuto in quanto dovere, ma il donare agli altri perché si è già ricevuto tanto», sottolinea De Palo.
