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Papa Francesco, una vita per la Chiesa

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Milano

Delpini: «Papa Francesco è un cristiano che ha fatto Pasqua»

L'Arcivescovo ha presieduto in Duomo la celebrazione di suffragio per il Pontefice scomparso lunedì 21 aprile. Presenti il sindaco Sala e il presidente della Regione Fontana. Il Moderator Curiae comunica che, in segno di rispetto e di lutto per la morte del Santo Padre, giovedì 24 aprile si è disposta la chiusura degli uffici di Curia

di Annamaria BRACCINI

22 Aprile 2025
Agenzia Fotogramma

«Questa sera non siamo qui per una commemorazione, per una rievocazione della figura e del pontificato di papa Francesco. Siamo qui per pregare, a vivere e a celebrare la Pasqua che il papa Francesco ha celebrato domenica e ha compiuto lunedì».

Inizia così, con queste parole dell’Arcivescovo, la celebrazione di cordoglio e suffragio per il santo padre Francesco che, in Duomo, vede riuniti moltissimi fedeli, tra cui in prima fila, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, questore e prefetto, autorità civili e militari. 

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Messa concelebrata dai Vescovi ausiliari, dai Vicari episcopali e dai tanti sacerdoti che non hanno voluto mancare a questo momento intenso di ricordo che si avvia con il gesto dell’accensione di un cero presso l’immagine di papa Francesco posta, per l’occasione, in altare maggiore.

E così l’omelia del vescovo Mario Delpini, in riferimento alle Letture e alla Settimana all’Ottava di Pasqua che stiamo vivendo e in cui è avvenuta la morte del Pontefice, definisce i caratteri del cristiano che ha fatto e fa Pasqua, così come per tutta la sua esistenza ha testimoniato questo Papa tanto amato. 

Papa Francesco: un cristiano che ha fatto Pasqua 

Agenzia Fotogramma

«Che cosa possiamo dire di papa Francesco?», si è chiesto, infatti, monsignor Delpini. «In questi giorni si dice molto, si analizzano gli aspetti complessi del suo ministero da Vescovo di Roma, come servo dei servi nella Chiesa universale, come un uomo che si è fatto voce di coloro che non hanno voce, come un profeta che ha invocato ostinatamente – e a quanto pare inutilmente – la pace. Si può dire molto di papa Francesco, questa sera però io credo che si possa dire semplicemente così: papa Francesco è un cristiano che ha fatto Pasqua. Ha sperimentato il timore e la gioia grande e si è dedicato a sostenere la fede e la perseveranza dei fratelli. Ed è stato fastidioso, irritante per la sua parola che, in nome del Vangelo, ha proposto uno stile di vita, una attenzione ai più poveri, un doveroso cammino di conversione». 

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Un percorso, proposto a tutti, sempre con il pensiero, in queste ore, rivolto al Papa da onorare  soprattutto con la preghiera, aggiunge l’Arcivescovo che tiene tra le mani il calice donato da Francesco alla Diocesi a conclusione della sua indimenticabile visita del 25 marzo 2017.   

Il richiamo finale è anche ad alcune indicazioni rivolte alle parrocchie della Diocesi e da seguire in questi giorni di lutto. E di rimpianto anche civile, come ha sottolineato il sindaco di Milano, Sala che ha avuto occasione di incontrare il Papa due volte, una volta a Expo 2015 e l’altra, appunto, nella visita del 2017, definita «un momento di gioia collettiva». 

Sala e Fontana: «Una guida»

Agenzia Fotogramma

«È sempre stato una guida. A mio modesto parere – ha continuato il sindaco – credo che abbia interpretato il momento storico. Oggi un Papa non può fermare una guerra; probabilmente fa fatica anche a farsi ascoltare dai potenti. Cosa deve fare? Quello che ha fatto Francesco: parlare alla gente. Quindi da una leadership politica passare a una morale. È questo è esattamente quello che lui ha fatto. A mio giudizio è stato bravissimo nel comprendere i tempi e nel comportarsi di conseguenza.. Dobbiamo fare tutto il possibile perché il suo insegnamento rimanga in questa città». 

Un ricordo particolarmente sentito, venuto anche dal governatore Fontana. «Il ricordo più vivo è stato quando ci ricevette a Roma con i nostri sanitari che avevano partecipato alla battaglia contro il Covid. Ci ringraziò per quello che avevamo fatto, ci rassicurò, ci fu estremamente vicino. Ebbe la voglia di scendere in mezzo a tutti i sanitari e gli infermieri e stringere loro la mano per ringraziarli personalmente ed esprimere la sua vicinanza e solidarietà. Sicuramente un gesto molto importante soprattutto in quel periodo».