Sirio 19-25 marzo 2024
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16 e 23 novembre

L’unica disabilità che ho visto

Il tavolo di coordinamento diocesano ripropone due laboratori di formazione a tutta la comunità educante. Obiettivo, crescere in una reale accoglienza nei confronti delle persone con disabilità

di don Mauro SANTOROServizio per la Catechesi - Settore disabilità

13 Novembre 2019

«All’inizio ero molto titubante, avevo paura di sbagliare completamente a relazionarmi con loro, invece mi sono sentito al posto giusto, a mio agio. È stata la prima volta in cui mi son fatto vedere debole. Perchè con le persone che mi hanno circondato in questi giorni mi sono sentito libero di essere quello che sono dentro, senza nessuna maschera. E l’unica disabilità che ho visto in questi giorni è stata la nostra, quella che riguarda le difficoltà interiori che non vogliamo far vedere, perchè possiamo farlo. Loro ci hanno fatto vedere tutto quello che hanno dentro e fuori. E mi hanno lasciato delle domande su cui riflettere». È il pensiero che un adolescente di una parrocchia della periferia sud di Milano ha scritto al termine di una esperienza di campo estivo vissuta con i propri coetanei insieme a ragazzi con disabilità.

Tra l’inizio titubante e un po’ intimorito e poi la tranquillità di sentirsi al posto giusto ci sono giorni di condivisione che lo hanno aiutato forse a “cambiare un po’ lo sguardo”, vincendo alcune remore, abbattendo pregiudizi e stereotipi sulla disabilità e vivendo direttamente l’incontro con ragazzi spesso indicati come “diversi” (perchè il termine disabile sembra poco delicato), ma che alla fine – come scrive un altro adolescente – «sono persone come noi perché anche loro hanno sogni, passioni, cose che piacciono e altre no».

Sarebbe bello che questo tipo di esperienze si moltiplicassero nelle parrocchie della nostra diocesi, che capitasse sempre più a persone che operano nelle comunità cristiane quanto accaduto in questo ragazzo adolescente (e non è il solo), ovvero assumere un modo nuovo di vedere le persone con disabilità. Per fare questo il gruppo di adolescenti ha avuto il coraggio di rischiare, ha accettato di vivere una esperienza estiva diversa e, nonostante la paura iniziale di alcuni, non si sono tirati indietro. Questi adolescenti hanno molto da insegnare agli adulti, come, per esempio, la capacità di accogliere una proposta e di “mettersi in gioco”.

Ed è proprio questo il senso dei due laboratori di formazione denominati «Un solo Dio Padre di tutti», riproposti a livello diocesano sabato 16 e 23 novembre, dalle 9.30 alle 12.30, presso la parrocchia Regina Pacis di Milano. Sono invitati a mettersi in gioco tutti i membri della comunità educanti, a partire dai sacerdoti e dalle persone consacrate, e a seguire catechisti, educatori, allenatori, operatori della Caritas. Lo scopo è avviare un processo di formazione perché gli operatori pastorali, con uno sguardo nuovo, aiutino sempre più le famiglie con figli disabili a sentirsi parte della comunità cristiana. Come scrive Jean Vanier, «occorre continuare fino a che ogni persona con disabilità non avrà incontrato una comunità dove senza essere specialisti, ma semplicemente cristiani si impari a scoprire e vivere insieme la straordinaria Buona Novella di Gesù».

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