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Emergenza

«L’energia costa, il gas di più: perché aderire al Gad»

In un momento di rincari costanti, Daniele Ferrari, amministratore unico del Gruppo d’acquisto diocesano, spiega: «Già 800 parrocchie si sono associate e riceviamo continue richieste. Ottimizziamo la gestione degli acquisti con una forza contrattuale diversa»

di Luisa Bove

9 Ottobre 2022
Foto iStock

La crisi economica colpisce tutti. Anche le realtà ecclesiali, dalle chiese ai centri di ascolto, dalle scuole parrocchiali agli oratori, dalle sale della comunità alle mense per poveri… Già all’inizio della guerra in Ucraina le bollette erano lievitate e ora la situazione si aggrava di settimana in settimana.

Dal 2017 il Gad (Gruppo acquisto della diocesi di Milano) è impegnato a scovare quei gestori energetici di luce e gas che meglio rispondano alle esigenze e alle tasche di parrocchie, associazioni e fondazioni. Oggi sono più di 800 le parrocchie che hanno aderito al Gad; a queste si aggiungono altre 110 realtà del territorio diocesano. «Sono numeri importanti che stanno continuando a crescere, come già era avvenuto durante il Covid –  dice Daniele Ferrari, amministratore unico del Gad -. In questo momento, in cui l’attenzione è più alta nei confronti dei costi, io sono sempre in giro tra le parrocchie che ci stanno contattando per aggregarsi».

Cosa devono aspettarsi nei prossimi mesi le comunità cristiane?
Lo scenario non è affatto facile. Stiamo parlando di un problema che in questo momento viene letto concretamente sulle bollette dell’energia: da luglio si sono iniziati a riscontrare gli incrementi, in alcuni casi anche del 100-120% rispetto a un anno fa. Dell’andamento del gas si parla, ma non si ha ancora la percezione (noi operatori sì, i consumatori finali meno); tuttavia l’incremento sarà decisamente più impattante sull’economia delle nostre realtà. In un parametro che ogni giorno slitta, si modifica o cambia.

Già prima dell’estate come Gad stavate affrontando seriamente il problema…
Sì, a luglio avevamo già iniziato a comunicare quelli che io chiamo “consigli per l’utilizzo” (anche se non possono essere uguali per tutti: case di riposo, scuole, associazioni, chiese…) che abbiamo ribadito nella comunicazione inviata da monsignor Bruno Marinoni per un’ottimizzazione dei consumi. Quindi riduzione e ritardo delle accensioni, contingentamento del consumo giornaliero per l’energia e per il gas, riduzione dei gradi, ottimizzazione degli spazi, utilizzandone il meno possibili. Questa è l’unica strada per cercare di contenere almeno del 20-25% i consumi, perché al momento non esiste soluzione commerciale che permetta un risparmio di questo tipo. 

Chi sono oggi i gestori convenzionati col vostro Gruppo?
In questo momento abbiamo rapporti con A2A, Unoenergy, Acel, Gelsia e Cogeser. Sono i cinque partner con i quali stiamo collaborando: con alcuni da più anni, con altri dal 2021. Stiamo mantenendo con loro un buon rapporto.

Quali sono i locali o le strutture che consumano di più in una parrocchia?
Sicuramente le chiese che hanno il riscaldamento a pavimento, impianti che in condizioni di normalità sono anche convenienti, in questo momento diventano più dispendiosi perché non si possono accendere e spegnere, ma occorre mantenerli costantemente accesi (anche se ridotti sulla temperatura) o spenti. Il riscaldamento in chiesa non è frazionabili, quindi anche con pochi fedeli viene riscaldata tutta la pavimentazione.

Cosa deve fare un parroco per aderire al Gad?
Basta contattarci, noi offriamo un servizio su misura perché ci rechiamo in loco e spieghiamo qual è la documentazione necessaria, in particolare si tratta dell’ultima bolletta, per poter verificare la situazione e decidere quale sia la strategia migliore da adottare. Il Gad non è un fornitore, ma una realtà della Diocesi che aiuta a ottimizzare la logica di gestione degli acquisti con una forza contrattuale diversa, perché la singola parrocchia non l’avrebbe.

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