La comunicazione malata fa ammalare il convivere.
La comunicazione malata infatti diffonde notizie false, che non raccontano storie vere, ma piuttosto alimentano passioni malate di pregiudizio, di aggressività, di risentimento.
La comunicazione malata ignora i fatti e le parole, le storie vere di uomini e donne che fanno funzionare il mondo: il silenzio sulla verità buona della vita induce a disperare dell’umanità e del suo futuro.
La comunicazione malata trova antipatica la Chiesa e con malizia seleziona quello che racconta per screditare la Chiesa e in particolare i preti, dando enfasi sproporzionata ai comportamenti scandalosi e inammissibili e censurando la santità ordinaria e la sapienza illuminante di cui la Chiesa è custode.
La comunicazione malata si compiace e persino si entusiasma di rovinare la buona fama di personalità emergenti, cercando appigli per mettere alla gogna capri espiatori, e non ha strumenti per riparare la rovina causata quando le accuse si rivelano infondate.
La comunicazione malata è paurosa e complessata: perciò censura gli argomenti che non piacciono a una sensibilità malata. Non si interessa di guerre, di carceri, di migranti, di veleni diffusi che “non fanno notizia”, come la droga, il gioco d’azzardo, i disastri dei divorzi e degli aborti.
Ci sarà un rimedio alla malattia della comunicazione?
Il giornale Avvenire, il quotidiano dei cattolici italiani, si propone come custode di un antidoto al contagio della comunicazione malata. Cerca infatti di raccogliere la voce della realtà, non solo quella vicina, ma anche quella lontana.
Avvenire guarda con simpatia la gente, è animato da una stima pregiudiziale per uomini e donne che assumono responsabilità, prende posizione e offre elementi per una valutazione critica dei mali e dei veleni della società.
Avvenire – in particolare le pagine di Catholica, quelle della cronaca milanese e il dorso domenicale Milano7 – racconta la Chiesa, la sua vita, le sue parole, i suoi protagonisti come una storia che fa bene al convivere: non nasconde limiti e scandali, ma non si compiace di screditare senza ragioni e non ha gusto per le discariche.
Avvenire è forse come il giovane Davide, deriso e disprezzato dal gigante malato. Ma si fa avanti con serietà. E le persone serie lo leggono volentieri. Spero che le persone serie siano sempre più numerose e le comunità cristiane siano riconoscenti per un servizio onesto e serio.




