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Messaggio

L’Arcivescovo ai musulmani: «Rafforziamo la testimonianza di pace e di solidarietà»

Monsignor Delpini scrive ai fedeli islamici per la conclusione del Ramadan: «Le nostre religioni ci ricordano che, per fermare l’odio e la guerra, l’arma migliore è la misericordia di Dio»

di monsignor Mario Delpini Arcivescovo di Milano

29 Aprile 2022

Cari fratelli e sorelle musulmani,

anche quest’anno è mia premura far pervenire a tutti voi gli auguri miei personali e dei cristiani della Diocesi di Milano per una fruttuosa conclusione del mese di Ramadan e un gioioso ‘Id al-Fitr.

Come ha giustamente ricordato il messaggio del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, aver entrambi vissuto parte di tale periodo intensamente impegnati nella preghiera (noi nel tempo di Quaresima, voi nel mese di Ramadan) ci ha permesso di recuperare le energie spirituali necessarie a ripartire dopo il momento doloroso e molto faticoso della pandemia. L’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 ha ulteriormente sottolineato il bisogno di una conversione spirituale dei nostri stili di vita, capace di mettere al centro la contemplazione dei doni che Dio ci ha fatto, il creato e la fratellanza tra gli uomini.

Ci troviamo però ora a confrontarci con una nuova emergenza, generata dalla guerra che si combatte anche sul nostro territorio europeo. Il dilagare del male e dell’odio tra gli uomini – reso manifesto dai combattimenti in corso, così come dai profughi giunti pure qui a Milano – domanda a tutti i credenti di rafforzare la testimonianza di pace e di solidarietà che le religioni sanno offrire al mondo.

Le nostre religioni ci ricordano che siamo tutti figli di Adamo, che i credenti sono tutti fratelli: occorre fare di questa certezza un motivo di azione per la pace, perché venga arginata la violenza che intacca i cuori anche di coloro che sono lontani dal conflitto in atto.

Le nostre religioni ci ricordano che, per fermare l’odio e la guerra, l’arma migliore è la misericordia di Dio. Lasciamoci contagiare dal Suo perdono, per diventare noi tutti fratelli universali, come Papa Francesco ha chiesto – ai cristiani, ma non solo – nella sua lettera enciclica Fratelli tutti. Un messaggio di bontà universale che possiamo condividere e moltiplicare, per spegnere i focolai di guerra e di violenza ovunque si accendono e si propagano.

In un atteggiamento di preghiera e di stima, vi saluto.

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