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Documento

Il parroco di Renate: «Polemiche inutili, cerchiamo insieme nuove strade»

Grande partecipazione alla festa di fine Ramadan in oratorio. Don Claudio Borghi: «Servono più progetti e meno ideologia, più condivisione e meno contrapposizione»

8 Aprile 2024

«Dopo le recenti e inutili polemiche, è ormai evidente a tutti che gridare non basta più. Serve invece gente che abbia proposte, faccia progetti e immagini soluzioni. Le contrapposizioni ideologiche e le sparate politiche strumentali sono ferri vecchi da rottamare. Serve più pensiero e meno emotività, più progetti e meno ideologia, più condivisione e meno contrapposizione»: è un passaggio finale del documento (vedi qui il testo integrale) che il parroco di Renate, don Claudio Borghi, ha diffuso dopo la festa di fine Ramadan svoltasi nella serata di venerdì 5 aprile nel cortile dell’oratorio. Un evento accompagnato da polemiche per la decisione del parroco di accogliere la richiesta dell’associazione “La Pace” di Renate di ospitare la manifestazione, a cui hanno preso parte moltissime persone, non solo musulmani.

Il documento parte dalla constatazione di «un clima di grande confusione», per poi evidenziare alcuni aspetti: il fatto di trovarsi in «una realtà sociale e culturale plurale e composita»; lo smarrimento con cui la Comunità cristiana adulta vive questo cambiamento; l’incapacità della realtà civile locale «a intercettare le esigenze nuove e legittime delle persone». E alla domanda su «quali scelte compiere», la risposta «forse più saggia» è «quella della riflessione, dell’ascolto reciproco, del confronto non arrogante, dell’amicizia, della condivisione delle esperienze, del dialogo sulle questioni concrete e non sui massimi sistemi divisivi…».

Il documento non nasconde alcune «serie difficoltà oggettive», relative alla realtà ecclesiale («la fatica a uscire da schemi di pensiero che oscillano tra il campanilismo da una parte e il protezionismo di una tradizione storica precedente»), alla realtà civile e sociale («è forte la tentazione della chiusura verso ciò che è ignoto o che non rientra nei propri assodati parametri»), al mondo musulmano (la manifestazione di «comprensibili forme di chiusura», non necessariamente «islamofobiche») e alle persone di fede islamica presenti nella nostra società («una reale fatica a realizzare una vera integrazione»).

Ma chiude con un auspicio: «Quest’anno verranno rinnovati tre organismi, due civili e uno ecclesiale: i due Consigli comunali e il Consiglio pastorale della Comunità cristiana. Anche l’Associazione “La pace” ha rinnovato le proprie cariche interne. Bello sarebbe se alcuni spunti tra quelli qui sopra evidenziati, potessero essere utili per una riflessione – ancor meglio se condivisa – per cercare insieme le strade da intraprendere in vista di un autentico servizio rivolto alle persone che abitano questo territorio».