Percorsi ecclesiali

Proposta pastorale 2023-2024

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Lavoro

Il Fondo diocesano accompagna a rimettersi in gioco

Il primo obiettivo dei tirocini è quello di riconquistare sicurezza attraverso un impiego e dunque un reddito. «Poi si possono fare programmi a lungo termine, guardando all’aspetto della retribuzione o degli orari», spiega il coordinatore Giuseppe Sala

di Claudio URBANO

29 Ottobre 2023

Il mercato del lavoro sembra muoversi verso poli opposti: da una parte una maggiore consapevolezza della conciliazione coi tempi di vita, lasciando più spazio anche a tutto ciò che è al di fuori della routine lavorativa. Dall’altra, sottolinea l’Arcivescovo nella sua Proposta pastorale, si assiste quasi con sorpresa alla crescita del lavoro povero: molti, pur lavorando regolarmente, non riescono a raggiungere un reddito adeguato per loro stessi o per la loro famiglia. «L’evoluzione dei processi lavorativi è così rapida, complessa e confusa – osserva Delpini – che si corre il rischio di rassegnarsi a essere spettatori impotenti o vittime inermi di un sistema incomprensibile».

Conferma questa complessità Giuseppe Sala, coordinatore del Fondo Diamo Lavoro, lo strumento diocesano che punta al reinserimento lavorativo attraverso il finanziamento di tirocini in azienda, attivo in questa forma ormai dalla fine del 2016: «C’è un’economia “dell’ultimo miglio” – dalla ristorazione alla logistica, ai servizi alla persona – che offre ampi spazi di impiego, ma con condizioni sempre più precarie. Soprattutto dopo la pandemia la richiesta delle imprese è esplosa, in particolare per questi livelli più bassi di occupazione». Un fattore che, spiega Sala, ha consentito anche al Fondo di aumentare i percorsi attivati.

Nonostante le possibilità di impiego non manchino, soprattutto per i lavori meno qualificati, Sala sottolinea lo sforzo che si sta facendo con tutti gli operatori per passare dalla ricerca di un “lavoro qualsiasi” a un accompagnamento più ragionato di chi si rivolge ai Centri ascolto Caritas. Un accompagnamento quantomai necessario perché, rileva, per chi deve reinserirsi nel mondo del lavoro, proprio l’aspetto della bassa retribuzione, spesso insufficiente all’inizio a formare un reddito pieno, o la difficoltà nel conciliare gli orari lavorativi con gli impegni familiari possono essere un ostacolo a rimettersi in gioco. «Per questo è prezioso il lavoro dei nostri tutor (gli operatori che accompagnano le persone assistite lungo tutto l’iter di accesso al Fondo, ndr) nel far comprendere l’importanza di un percorso da fare, in primo luogo trovando un lavoro e dunque un reddito. Quando si riconquista una certa sicurezza, si possono poi fare programmi a più lungo termine, guardando anche all’aspetto della retribuzione o degli orari».

Le difficoltà da superare sono spesso le più banali, a partire dal rispetto degli orari. Per questo, evidenzia Sala, l’elemento più prezioso del Fondo è proprio un accompagnamento attento dei candidati. Che, ad esempio, in alcuni casi sono accompagnati dai tutor anche nei colloqui con l’azienda. «Alle imprese – sottolinea – proponiamo un percorso in cui le persone diventano affidabili. Riconosciuto questo, possono così “abbassare l’asticella” che pongono prima di assumere il lavoratore».

Sala riporta numeri significativi: a giugno 2023 i tirocini attivati (con un contributo mensile di 600 euro, interamente a carico del Fondo) sono stati 1225, le persone poi confermate in azienda 523. «Quello del lavoro non deve essere un tema per specialisti – è il suo appello -, ma qualcosa a cui deve essere attenta tutta la comunità».