La Fondazione degli Oratori Milanesi, ancora protagonista della realtà educativa, in una giornata che il suo direttore, don Stefano Guidi, definisce «storica».
Perché questa firma è così importante?
Il protocollo di intesa (leggi qui) indica un salto di qualità nei rapporti tra il Comune e gli Oratori di Milano che, da una parte, descrive il riconoscimento di quello che rappresentano le 146 realtà oratoriane esistenti nel territorio cittadino, con il contributo specifico che portano e il valore educativo e sociale che rappresentano. Dall’altra parte, però, questo accordo impegna anche gli oratori a vivere con maggiore responsabilità e consapevolezza ciò che sono. Ossia, delle vere piattaforme di incontro, dei luoghi di relazione e di una socialità accessibile e possibile per tutti, come vediamo bene in questa fase postcoronavirus.
La ripresa degli oratori dopo la pandemia è ormai completa?
I numeri soprattutto degli adolescenti sono più che raddoppiati e questo è un dato molto significativo perché ci dice che gli oratori non sono in via di estinzione – magari sono un po’ acciaccati – ma continuano a essere un luogo significativo e attrattivo per tanti ragazzi che hanno bisogno di spazi dove potersi incontrare e stare insieme, facendo qualcosa di buono.
In oratorio si va anche, magari, quando non si frequenta la scuola. Il Comune, che ha la responsabilità di intercettare i bimbi e ragazzi non scolarizzati, può essere aiutato dagli oratori nel mappare il grave fenomeno dell’abbandono scolastico?
Assolutamente sì. Viviamo in una Milano che sta cambiando in maniera molto rapida. È’ una città che cresce, una città grande e qui, più che altrove, si sperimenta la fatica di una relazione con i ragazzi, con gli adolescenti, con i giovani proprio per le condizioni di vita della nostra metropoli. In tale scenario tornano significativi e particolarmente importanti luoghi come l’oratorio che permettono un’educazione informale e una socialità che consente di incontrarsi e di stabilire relazioni anche a prescindere dalle necessarie attività che si devono svolgere e dai compiti che si devono portare avanti. Quindi, l’oratorio in questa fase ancora una volta svolge un ruolo davvero determinante.
Insomma, la Chiesa di Milano c’è?
La Chiesa di Milano c’è, continua a esserci, deve esserci sempre, con determinazione e anche con un sano entusiasmo sapendo che può davvero giocare una partita importante per il bene di tanti ragazzi.