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Speciale

Discorso alla Città 2025

Sirio 15 - 21 dicembre 2025
Radio Marconi cultura
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Intervista

Ferrero (Ugci) sul Discorso alla città: «Così ci facciamo avanti»

Il Presidente dei Giuristi cattolici di Milano: «Una chiamata alla responsabilità contro le ingiustizie strutturali del capitalismo finanziario e l’illegalità»

di Annamaria BRACCINI

16 Dicembre 2025
La Basilica di Sant'Ambrogio gremita per il Discorso alla città (foto Andrea Cherchi)

«La chiamata alla responsabilità è certamente importante rispetto alla crisi della città che l’arcivescovo indica. A mio parere, un primo punto è quello relativo ad alcune ingiustizie strutturali, in particolare, del capitalismo finanziario. Un secondo punto, ovviamente, è quello della lotta all’illegalità». Sono questi i due aspetti che Mattia Ferrero, presidente dell’Unione giuristi cattolici di Milano, sottolinea riflettendo sul Discorso alla città di monsignor Mario Delpini pronunciato il 5 dicembre scorso in Sant’Ambrogio. Un invito a “farsi avanti” non solo ai professionisti, ma ad altre categorie.

L’arcivescovo non usa mezzi termini: «Il denaro sporco, con il suo fetore di morte, invade la città grazie a persone contagiate dall’indifferenza, dalla paura o dall’avidità e propizia il diffondersi di virus pericolosi per l’economia della gente onesta». Di fronte alle zone grigie che si annidano nella società questo appello si fa urgente?
Le zone grigie ci sono sempre, basti pensare alle vicende dell’urbanistica, ma la responsabilità maggiore è quella del legislatore o del regolatore che lascia permanere queste zone grigie. In tale contesto, il ruolo del professionista è trovare una soluzione che non sia solo legittima e lecita, ma anche giusta e che risponda al bene comune. In questo senso, mi sembra molto significativo anche l’appello a non essere ingenui.

Si percepisce una certa “porosità” del sistema riguardo alle infiltrazioni specie di denaro sporco. Questo è un allarme che merita una valutazione più complessiva, al di là dei singoli fatti di cronaca, come pare suggerire l’arcivescovo?
L’attenzione che mons. Delpini pone al tema del riciclaggio di denaro sporco come condotta illecita non solo si riferisce al rispetto della legge, ma è qualcosa di più. Chiama i professionisti a comportarsi conformemente alla legge ma, dove vi sia una certa ambiguità, a far prevalere un’interpretazione e una condotta personale che siano improntate alla giusta cura della casa comune.

In questo farsi avanti c’è un’iniziativa, una proposta che i professionisti cattolici potrebbero realizzare a breve termine, magari attraverso un tavolo di confronto o incontri per continuare a riflettere, nel territorio, sulla logica del Discorso alla città?
Penso che la riflessione dell’arcivescovo, per noi giuristi, sia perfettamente in linea con quanto il Santo Padre ci ha consegnato nel Giubileo degli operatori di giustizia. Si tratta di un’indicazione che, per quanto riguarda i legislatori, deve portare a configurare leggi che siano conformi alla giustizia, ma che attiene anche all’agire perché pure la legge imperfetta o ambigua sia il più possibile ricondotta a giustizia. Da questo punto di vista, ritengo che, oltre all’impegno nella vita di fede, al professionista sia domandato un particolare dovere nella formazione deontologica e nello scambio, con i colleghi e con altri operatori, di valutazioni di carattere etico. E questo perché sempre di più vediamo che non è tanto la legge dettata dall’autorità, ma quella interiore che fa la differenza tra un comportamento giusto e uno ingiusto, rispetto a condotte che rischiano di far crollare la casa comune, come ci ha messo in guardia l’arcivescovo.