Il caso è quello d’una donna che abortì il terzo figlio perché concepito in un momento difficile per tutta la famiglia. Una sera di nove anni dopo, quando i problemi si erano risolti e sembrava tutto a posto, seduta sul divano improvvisamente mormorò: «Ma cos’ho fatto?». Inatteso tornò il pensiero di quell’aborto e insieme il dolore, il senso di colpa, la percezione di qualcosa d’irrimediabile. Per nove anni era rimasto sopito, eppure non era un capitolo chiuso.
Sono ormai decine le storie come questa, che il numero verde 800 969 878 ha raccolto. Inaugurato il 21 novembre 2015 dall’Associazione difendere la vita con Maria e attivo su tutto il territorio nazionale, è a disposizione di quanti hanno vissuto il dramma dell’aborto, spontaneo o procurato, e ne soffrono le conseguenze. Casi di mamme e di papà che non riescono a elaborare il lutto e che si domandano: dov’è, ora, il mio bambino?
Un’équipe di volontari ascolta i racconti di queste persone, che spesso esordiscono dicendo di non sapere perché stanno telefonando. È un dolore sommerso che preme per venire a galla, che va in cerca d’una ragione. Con accoglienza e rispetto i volontari si mettono a disposizione, senza dare consigli o indicazioni finché non vengono richieste. Solo in questo caso si attiva la rete: in ogni regione il numero verde mette a disposizione psicologi, terapeuti, medici, sacerdoti… Figure professionali che, secondo le circostanze e il bisogno, aiutino ad affrontare il disagio che tormenta la vita di queste persone.
L’attività del numero verde è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa nella sede del quotidiano Avvenire a Milano. Erano presenti monsignor Franco Giulio Brambilla (vescovo di Novara e vicepresidente della Cei, autore dell’introduzione al manuale in uso tra gli operatori del numero verde), monsignor Luca Bressan (vicario episcopale dell’arcidiocesi di Milano), Carlo Casini (presidente emerito del Movimento per la vita italiano), Liliana Zedda (psichiatra collaboratrice di Eugenio Borgna), psicologhe, counselor post aborto e volontarie dell’équipe del numero verde e don Maurizio Gagliardini, presidente dell’Associazione difendere la vita con Maria e ideatore dell’iniziativa.
È stato quest’ultimo a fornire indicazioni specifiche: «Quando si immagina il calvario della genitorialità ferita viene subito in mente la figura della donna. Ma, in realtà, il dramma della vita mancata non riguarda soltanto le donne, ma soprattutto gli uomini, colpiti da un dolore devastante che rischia di rovinare loro l’anima. Per questo è necessario elaborare il lutto attraverso il linguaggio e il dialogo, per poter passare dal senso di colpa al senso del peccato». In questo senso, «il 40% delle persone che chiama il nostro numero verde è composto da uomini, e non sempre è facile instaurare un dialogo con loro. Soltanto attraverso un percorso di razionalizzazione diventa possibile aiutare le famiglie a superare il dolore della perdita di un figlio».