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Diario dal Sinodo/1

Delpini: «Grandi attese per il Sinodo, non dobbiamo deluderle»

L’Arcivescovo di Milano racconta l’avvio dei lavori dell’Assemblea: dalla coralità della partecipazione («è presente tutta la Chiesa»), alle testimonianze sui drammi dei cristiani di alcuni Paesi, fino alle aspettative che circondano l’evento

12 Ottobre 2023
L'Arcivescovo a colloquio con due fedeli varesine in Piazza San Pietro

«Sono contento di raggiungervi per raccontare qualcosa di questa esperienza del Sinodo». Inizia così, monsignor Mario Delpini, nel primo «Diario dal Sinodo» con cui l’Arcivescovo di Milano informerà la Chiesa ambrosiana sull’Assemblea a cui sta partecipando in Vaticano.

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Un evento che coinvolge vescovi, laici, consacrati di tutto il mondo. «Potremmo dire che qui c’è tutta la Chiesa», rileva l’Arcivescovo, che però precisa subito: «È presente anche una vicenda di Chiesa degli anni passati, passata attraverso una consultazione molto capillare». E ci sono anche i martiri («che per la loro fede hanno pagato con la vita») e i santi («che hanno amato la Chiesa e dedicato alla vita al Vangelo)». Tutti insieme a condividere «speranze, domande, preoccupazioni e fraternità»: insomma, «una comunione dei Santi che ama questa Chiesa e intende offrire percorsi promettenti per il Vangelo oggi e nel futuro».

L’Arcivescovo richiama anche alcuni contenuti, emersi da «racconti e testimonianze drammatiche». Accenna a situazioni di Chiese che soffrono e si impoveriscono «a causa delle migrazioni, della secolarizzazione, della propria irrilevanza e dell’indifferenza del messaggio evangelico, avvertito come peso e minaccia». Voci e sofferenze di chi «cammina con noi» e che occorre «far conoscere».

I lavori dell’Assemblea (foto Siciliani / Gennari / Sir)

Monsignor Delpini è infine cosciente delle attese che circondano questo evento: «L’Assemblea le avverte, più volte è risuonato l’appello a non deludere queste aspettative». E allora «dobbiamo invocare lo Spirito perché ci aiuti a trovare le risposte e i percorsi promettenti a cui chiamare le nostre comunità, quella parola che il Signore vuole dire alla sua Chiesa». Con un invito finale: «Anche voi pregate per noi».