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Visita

L’Arcivescovo al Gaetano Pini, realtà d’eccellenza nel cuore di Milano

Venerdì 9 febbraio, nel contesto della Giornata del Malato, monsignor Delpini si recherà al Centro di cura e di ricerca all’avanguardia internazionale, celebrando la Messa e incontrando i degenti e il personale. Il cappellano don Simone Fioraso presenta la giornata

di Annamaria BRACCINI

5 Febbraio 2024
Il complesso del Gaetano Pini

Una visita che nasce nel contesto del 150° anniversario della fondazione dell’Istituto Gaetano Pini e nei giorni in cui si celebra la Giornata Mondiale del Malato. Un’occasione per «volgere uno sguardo, richiamando l’evoluzione che si è realizzata in questo secolo e mezzo, a questa realtà nata nel cuore di Milano e che vive nel cuore di Milano». Da quando «Gaetano Pini, igienista livornese, fondava con l’aiuto di un gruppo di amici la “Scuola-Istituto per bambini rachitici”», una piaga di quel tempo, di cui nessuno si occupava. A spiegare le ragioni e l’attesa per la visita dell’Arcivescovo a questo polo medico e di ricerca famoso a livello internazionale è don Simone Fioraso, da sette anni cappellano dell’attuale Centro Specialistico Ortopedico Traumatologico Gaetano Pini-Cto.

Come si articolerà la presenza dell’Arcivescovo?
Monsignor Delpini, che ha molto a cuore il tema della cura e del prendersi cura, inizierà la sua visita al Centro alle 11 di venerdì 9 febbraio presiedendo la celebrazione eucaristica nella Cappella interna alla struttura; poi si recherà nel Reparto oncologico dove potrà incontrare i pazienti e ascoltarli. Il Reparto ospita, purtroppo, anche bambini e giovani, tra cui due ragazzine, una peruviana – che vuole assolutamente conoscere l’Obispo, come mi ha detto, ossia l’Arcivescovo – e una albanese. Sarà, quindi, un momento molto significativo umanamente per i pazienti e riguardo ai più giovani, anche per i loro familiari. Ci trasferiremo successivamente in aula magna dove vi saranno i saluti del direttore generale, la dottoressa Paola Lattuada, da parte degli ospiti, dei volontari che ci aiutano ogni giorno e del personale sanitario. Monsignor Delpini è già stato tra noi due anni fa, quando ha incontrato gli operatori, sviluppando in quell’occasione, un dialogo sulla sua Lettera Dovrebbero farle un monumento.

Quale è oggi la realtà del Gaetano Pini? 
Certamente si può dire che i pazienti sono contenti delle cure ricevute – una ricerca parla dell’80% di soddisfazione da parte dell’utenza – e che, da un punto di vista medico, il servizio erogato è molto buono e di alto livello nelle tre sedi del Presidio Ospedaliero Pini (con i suoi 274 posti-letto), del CTO (attualmente la dotazione di posti letto accreditati è di 146 ordinari e 15 di Day-Hospital/Degenza diurna) e del Polo Riabilitativo Fanny Finzi Ottolenghi che conta 120 posti letto di degenza ordinaria, oltre a ospitare un’intensa attività ambulatoriale. Negli anni, anche recenti, ci sono state evoluzioni, come nella reumatologia e nell’oncologia. La realtà di cura è varia e notevole: vi è anche un reparto per pazienti affetti da Parkinson e qui ha sede l’unica Banca del tessuto muscolo scheletrico della regione Lombardia. La pandemia aveva sacrificato molto dell’attività, ma la ripresa è stata velocissima e totale, da ogni punto di vista, anche per quanto attiene all’attenzione alla vita e alle vicende personali di chi arriva al Pini. Un impegno, quello di cura e di accompagnamento, che si è intensificato dopo il Covid con centinaia di posti-letto: basti pensare che nel 2021 le prestazioni ambulatoriali e di pronto soccorso erano state 417.583, passando nel 2023 alle 490.000. 

Quante persone lavorano nella struttura?
Al 31 dicembre 2023 l’Asst impiega 1189 dipendenti con più di 400 unità di personale infermieristico, di cui 70 per la sola riabilitazione, e 228 persone inserite nell’area di dirigenza medica e sanitaria.  L’anno scorso sono stati presi in carico circa ben 13.000 casi.

Il Pini è una realtà di eccellenza che, al contrario di altri poli ospedalieri, si trova in pieno centro a Milano. È una scelta?
Penso che rimanendo in centro, accanto alla via cittadina che porta il nome del fondatore – cosa che già dice cosa abbia significato e significhi questa realtà per tutti -, il Gaetano Pini possa fare molto bene, tanto è vero che le ambulanze arrivano prima da noi, perché molti altri ospedali sono distanti. Direi che il Pini è nato nel cuore di Milano e vive nel cuore di Milano.