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Lisbona capitale mondiale dei giovani

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Lisbona/3

Delpini alla Gmg: «Giovani, rispondete alla vocazione “sostenibile” alla vita»

Nella parrocchia di San Michele a Queijas la Messa e la prima catechesi dell'Arcivescovo. Nell'omelia una riflessione al «servizio» al quale sono chiamate le nuove generazioni, nel segno della «ecologia integrale». Nel successivo dialogo un invito a rileggere la «Laudato si'»

di Annamaria BRACCINIda Lisbona

2 Agosto 2023

L’inno dell’ultima Giornata Mondiale della Gioventù, svoltasi dall’altra parte del mondo, a Panama. L’allegria, anche se è primo mattino. I tricolori. Il saluto orgoglioso espresso con i propri nomi, ma a anche con quelli di paesi e città di provenienza. In una parola, uno stare insieme con gioia e serenità, senza barriere e pregiudizi che, da sempre, è e fa la Gmg perché – come dice Eleonora, che proprio oggi compie gli anni – «siamo tutti uguali, un popolo fatto di tanta gente diversa. Ma il bello è questo».

Sotto un cielo grigio, nel complesso della Parouquia São Miguel de Queijas, uno dei sobborghi di Lisbona, si svolge il primo incontro dell’Arcivescovo con una parte dell’esercito dei 6000 giovani ambrosiani, praticamente il 10% degli italiani, che prendono parte alla Giornata. All’aperto monsignor Delpini – mentre nella contigua parrocchia presiede il vescovo monsignor Giuseppe Vegezzi e contemporaneamente monsignor Luca Raimondi incontra altri nostri giovani a Barcarena -, dialoga con circa 600 ragazzi, presiedendo poi la celebrazione eucaristica. Accanto a lui, in altare, il Vescovo nominato monsignor Michele Di Tolve, il responsabile della Pastorale giovanile diocesana don Marco Fusi e il parroco locale don Alessandro.

«Mi sono chiesto che cosa posso fare io per tutti voi che siete qui – spiega in apertura l’Arcivescovo -. Posso celebrare Messa, senza questo mi pare di non poter giovare a nulla». Una Messa concelebrata da una trentina di sacerdoti impegnati con i giovani, che si avvia dalla domanda che ognuno si è posto in queste ore.

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Perché partire per la Giornata Mondiale della Gioventù

«Perché sei partito? Per la compagnia? Per la noia? Per curiosità? Per impossibilità di stare là? Sei partito per partire, senza troppe domande? Partire, restare: in fondo che differenza fa? Partito per imparare?», dice l’Arcivescovo nell’omelia.

Il riferimento è al tema della Gmg, con Maria che si alzò e andò in fretta dalla cugina Elisabetta a causa della annunciazione. «Qualche angelo ha visitato casa mia e casa tua: forse il Papa, forse l’invito del prete, dell’educatore/educatrice, forse l’incoraggiamento di un amico, di una amica, forse. Gli angeli non hanno più la forma di una volta, ma sempre hanno una annunciazione che convince a partire». Con una fretta, suggerisce monsignor Delpini, che può essere buona se «spinge sempre verso l’alto e verso l’altro», ma anche non buona, «come per esempio quella che ci porta a vivere superficialmente, a prendere tutto alla leggera, senza impegno né attenzione, senza partecipare veramente alle cose che facciamo; la fretta di quando viviamo, studiamo, lavoriamo, frequentiamo gli altri senza metterci la testa e tanto meno il cuore», per usare le parole di papa Francesco nel messaggio per la Giornata.

E non manca il richiamo a uno dei temi cardine, la cura per l’altro e per il creato su cui poco dopo, l’Arcivescovo, nella catechesi, dialoga.

L’ecologia non sia uno slogan

«Quale è la vocazione che ti chiama a dare una risposta? Forse, l’incarico di aggiustare il mondo che gli adulti hanno rovinato, genera solo paralisi e rabbia e induce a ridurre l’impegno per l’ecologia integrale a slogan da gridare e a manifestazioni di piazza a cui è obbligatorio partecipare».

Invece il compito è adeguato ai giovani, sostenibile. «L’ecologia integrale trova un simbolo suggestivo e una sintesi impegnativa ma sostenibile, infatti, nella vocazione a diventare mamme a papà che creano le condizioni perché possano crescere i bambini, i bambini propri e i bambini degli altri, futuro del mondo».

Temi su cui il Vescovo torna nella catechesi, tra uno scroscio di pioggia e il sole che riappare, quando i ragazzi si riuniscono in gruppi per riflettere sulla Laudato si’. L’enciclica che, come fosse uno dei suoi Editti, monsignor Delpini raccomanda di leggere, finita la Gmg, nei capitoli 211-214. 

Salvare il creato, dono fatto per l’uomo

A Davide, studente in Bicocca di Scienze ambientali, che evidenzia il valore di un impegno anche semplice e quotidiano per difendere l’ambiente, l’Arcivescovo ribadisce l’importanza delle piccole azioni, di scelte personali «che magari possono sembrare poetiche, ma non sono insignificanti. Francesco ha detto che il bene è contagioso e questa sensibilità l’avete portata voi giovani. Il Papa insistite sull’importanza delle scelte personali e di un’educazione che si impara in famiglia».

Da qui, alcuni punti chiari su cui convenire. «Il primo è che dobbiamo imparare a pensare, oltre gli slogan, a una vera ecologia integrale come è quella che indica il Papa. Mentre molti pensano alla bellezza dell’ecologia in modo anti-antropologico, noi non possiamo pensare che l’uomo sia un nemico, anche se può comportarsi male. Tutto è stato fatto per l’uomo, mentre una mentalità egocentrica porterà l’uomo al suicidio». Inoltre, «la natura riesce a parlarci se c’è qualcuno che ci fa  capire che, per decifrarla, è necessaria la parola di Dio. Non a caso, noi parliamo di creato che significa che tutto ciò che esiste è un dono. Gli scienziati devono spiegare il come di un fenomeno, ma noi dobbiamo capire il perché e il per chi».

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