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L’Arcivescovo pellegrino per Milano

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Bilancio

«Dalla Visita pastorale un impulso alla vita della comunità»

Don Walter Cazzaniga, decano dei Navigli, racconta la risposta dei fedeli: «La presenza dell’Arcivescovo è stata importante, è stata gustata come partecipazione. E le sue parole hanno motivato a un lavoro più incisivo»

di Annamaria Braccini

17 Luglio 2022
Il momento di preghiera con la Comunità ucraina

Una Visita pastorale compiuta incontrando tanta gente, realtà, associazioni, strutture sociali, i sacerdoti e i giovani che vivono nel Decanato Navigli, il primo nato da un accorpamento, quello tra Ticinese e Gratosoglio. A qualche settimana dalla conclusione della Visita pastorale dell’Arcivescovo – iniziata a marzo e conclusasi il martedì santo, 12 aprile -, un bilancio è già possibile, come dice il decano don Walter Cazzaniga: «Il bilancio è molto positivo per quello che riguarda, anzitutto, la partecipazione delle persone alle varie proposte, non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche da quello di una percezione viva dell’importanza che riveste la figura dell’Arcivescovo».  

Nel contesto della Visita pastorale, questo aspetto è stato significativo?
Sì. Sono certo che non ci sarebbe stato quell’afflusso, quell’interesse, anche quell’emozione, se l’Arcivescovo non fosse venuto in persona tra noi. Io ne ho davvero sentito l’incidenza soprattutto nelle famiglie giovani, in molti ragazzi, bambini e adolescenti, che hanno vissuto e gustato la Visita come partecipazione. Potrebbe sembrare un dato superficiale, ma non lo è.

Com’è strutturato il Decanato?
Il Decanato è nato dalla fusione, ormai più di vent’anni fa, dei Decanati Ticinese e Gratosoglio. Quartieri e zone diverse, ma questo è solo un bene. C’è di tutto: dal quartiere Stadera, la parte più strong – se posso usare questo termine -, il più duro e difficile del Gratosoglio, ai Navigli della movida, dalla Bocconi a tante scuole professionali. I tram numero 3 e 15, percorrendo le grandi strade che attraversano il Decanato, mettono insieme il Sud col Nord, il Nord col Sud, la vecchia Milano con la metropoli multietnica che da noi è già realizzata.

don walter cazzaniga
Don Walter Cazzaniga

Tanti incontri diversificati, per dialogare e conoscere tutte le componenti del Decanato…
Certamente ci sono stati momenti nei quali l’Arcivescovo ha incontrato determinate realtà di questo tipo, andando per esempio al Centro Vismara, alla Cooperativa L’Impronta e in altre presenze del territorio. Direi, tuttavia, che l’asse portante della Visita è stato l’incontro con la gente delle parrocchie e delle varie componenti decanali. Abbiamo tutti bisogno di percepire un rafforzamento, una motivazione attraverso la parola dell’Arcivescovo, che permetta, poi, anche nella prospettiva dell’Assemblea sinodale, di svolgere un lavoro più incisivo. In tutti gli incontri l’Arcivescovo ha dato un impulso, quasi a dire: Alleniamo la squadra perché la squadra poi possa fare da sola».

Al termine dell’incontro con i sacerdoti e le diaconie del Decanato, nella parrocchia dei Santi Giacomo e Giovanni l’Arcivescovo ha pregato con i fedeli della comunità ucraina, che lì celebrano i loro riti. Un evento sentito…
La comunità ucraina ne è rimasta edificata: eravamo ancora in una fase acuta della guerra, almeno dal punto di vista emozionale, anche se ritengo che, purtroppo, il livello del conflitto non si sia per niente abbassato: semplicemente si è allentata l’attenzione mediatica. La partecipazione, da parte della comunità anche in altri appuntamenti di preghiera, ha comunque costituito un momento di grande speranza, anche perché il leit-motif delle parole dell’Arcivescovo, rivolte a tutti coloro che ha incontrato, lo definirei: «No al popolo della lamentazione, sì al popolo della speranza».

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