Il monastero della Bernaga era pressoché sconosciuto a chi non abita in quella zona, prima dell’incendio dello scorso 11 ottobre. Le cronache hanno giustamente messo in evidenza che lì, il 16 giugno 1998, a sette anni da poco compiuti, san Carlo Acutis ha ricevuto la Prima Comunione, ma c’è molto altro da scoprire.
Le origini in madre Maria Candida Casero
Tutto ha avuto inizio a metà del 1900, quando suor Maria Candida Casero, monaca delle Romite Ambrosiane del Sacro Monte di Varese, ha maturato il desiderio di una vita che rispettasse le primitive Costituzioni, risalenti al 1375.
La sua capacità di attrarre le ragazze e le giovani, che aveva sperimentato a San Vittore Olona, sua comunità d’origine, furono impiegate nell’educandato che le Romite gestivano dall’epoca post-napoleonica, ma che non corrispondeva al loro carisma originario.
L’aiuto dell’arcivescovo Montini
L’arcivescovo di Milano, Giovanni Battista Montini, accolse il suo desiderio, condiviso anche da altre monache, e riconobbe che era possibile incarnarlo solo tramite la fondazione di un nuovo monastero, anche grazie ai colloqui che ebbe con suor Maria Candida.

Fu lui a scegliere il colle della Bernaga come sede della comunità: l’8 settembre 1962 partecipò personalmente al sopralluogo nel monastero, assai fatiscente. Eletto Papa sei mesi dopo, donò l’intera somma per il pagamento dell’immobile, dove nove monache iniziarono a vivere il 14 dicembre 1963.
Madre Maria Candida fu eletta abbadessa il 5 aprile 1967; fu rinnovata nell’incarico fino alla morte, avvenuta il 26 ottobre 1989. Grazie alla sua tenacia, la comunità poté ottenere l’approvazione dalla Santa Sede, col nome di Monache Romite dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad Nemus, giuridicamente indipendenti dalle Romite Ambrosiane del Sacro Monte di Varese.
La vicinanza di monsignor Macchi e di monsignor Stucchi
Monsignor Pasquale Macchi, già segretario di Montini, poi arciprete del Sacro Monte di Varese, soggiornò molto spesso alla Bernaga, ad esempio nell’anno sabbatico prima di prendere servizio come arcivescovo prelato di Loreto. Il 24 aprile 1987 portò l’Eucaristia a madre Casero, costretta in camera per malattia, e accolse il rinnovo della sua professione monastica a cinquant’anni di distanza. Terminato il suo servizio a Loreto, volle andare a risiedere proprio nella foresteria del monastero, dove morì il 5 aprile 2006.
Anche monsignor Luigi Stucchi, già Vicario per la vita consacrata femminile, è stato spesso ospite dalle monache della Bernaga, come testimonia il volumetto Madre, come si sente Dio! (Marna, 2014), che raccoglie le sue omelie per gli anniversari della morte di madre Maria Candida.
Acutis affezionato alle monache
Pochi anni prima, a monsignor Macchi fu presentato il piccolo Carlo Acutis, che cominciava ad avere una forte attrattiva verso l’Eucaristia, confermata dal dialogo che ebbe con lui. Il Vescovo indicò ai genitori che era pronto per la Prima Comunione, ma che la celebrazione avrebbe dovuto svolgersi in un luogo appartato, ovvero la chiesa del monastero della Bernaga.
Carlo rimase legatissimo alle monache: ogni volta che tornava a trovarle si affidava alle loro preghiere, affinché lo aiutassero a compiere ciò che Dio voleva per lui. In molti hanno visto un nuovo segno del suo affetto nel fatto che sabato, nello stesso giorno in cui è stata celebrata una Messa nella stessa chiesa ed era presente una sua reliquia, nessuna monaca è rimasta uccisa a causa dell’incendio.



