Percorsi ecclesiali

La Diocesi nel Cammino sinodale

Share

Milano

Il Cammino sinodale? Una questione di Spirito e non di strutture

Al Centro diocesano l'incontro di “restituzione” del lavoro sin qui svolto in Diocesi ha messo in luce le sfide future, tra le quali quella della parrocchia come esperienza sinodale. Da novembre tre laboratori di formazione

di Annamaria BRACCINI

16 Ottobre 2023
I partecipanti all'incontro (Agenzia Fotogramma)

Un momento di restituzione del lavoro fatto in questi ultimi due anni di Cammino sinodale diocesano, con lo sguardo rivolto a ciò che si vuole portare avanti e realizzare nella concretezza di tempi e passi precisi. L’incontro svoltosi presso il Centro pastorale ambrosiano di via Sant’Antonio ha rappresentato un’occasione importante, peraltro raccomandata dalla Segreteria generale del Sinodo delle Chiese in Italia. Così, presenti quanti hanno partecipato ai Cantieri di Betania, e tra questi i moderatori delle Assemblee sinodali e dei Gruppi Barnaba, sono stati i membri dell’Équipe sinodale diocesana a offrire un ampio panorama di temi e prospettive, dopo il saluto iniziale portato dal Vicario generale, monsignor Franco Agnesi.

Come già era avvenuto al termine del primo anno, con la restituzione dell’allora referente diocesano monsignor Walter Magni, quando erano state individuate tre priorità – acquisire una precisa metodologia di ascolto sinodale, la centralità della tematica eucaristica-celebrativa e l’importanza da accordare ad alcune esigenze formative per tutti, laici, preti e anche futuri presbiteri, innestandosi più decisamente nella vita sociale che ci circonda – al termine del secondo anno di ascolto nella fase narrativa, ci si è ritrovati affrontando ciò che è emerso dall’esperienza dei Cantieri di Betania.

Susanna Poggioni (Agenzia Fotogramma)

I Cantieri: bilancio e prospettive

Cantieri definiti con tre immagini da Susanna Poggioni, ausiliaria diocesana e responsabile della Équipe, nella sua relazione di restituzione, già inviata a Roma a metà giugno scorso e illustrata al Centro pastorale (vedi qui il documento). Anzitutto, il cantiere dei Gruppi Barnaba, chiamato «della strada e dl villaggio, con l’ascolto di chi è fuori dal recinto ecclesiale. Poi, il cantiere dell’ospitalità e della casa, e quello del servizio e della formazione spirituale, che ci dice perché facciamo le cose, non per filantropia, ma per Cristo».

Molte le adesioni a questa fase del cammino, raccolte tra la vita consacrata, soprattutto femminile, parrocchie, la Pastorale familiare e i Diaconi permanenti, attraverso la proposta del cantiere delle “Comunità pastorali”, con il quale si è chiesto ad alcune Cp di ripercorrere la loro costituzione tra difficoltà e speranze. Proposta cui si è affiancata la scelta di chiedere ai Consigli pastorali parrocchiali e di Cp, una verifica con il metodo della conversazione spirituale in vista del rinnovo dei Consigli stessi in calendario per il prossimo 26 maggio. Adempimento, questo, chiesto anche dall’Arcivescovo.  

Ovvio, in questo contesto, il richiamo a proseguire l’itinerario, chiedendosi «quali esperienze portare avanti nel futuro (con un massimo di tre); quale esperienza può diventare proposta per altre Diocesi e che cosa abbiamo imparato dal camminare insieme in questi due anni».

Questo contenuto non è disponibile per via delle tue sui cookie

«I Gruppi Barnaba verso la costituzione delle Assemblee sinodali decanali e le Asd stesse devono costruire dal basso, secondo i tempi e i bisogni del territorio, con una visione condivisa e flessibile, capace di superare le resistenze. E questo perché – a partire dall’esperienza sorprendente dell’ascolto – tutto non vada a finire nel nulla e si mantenga l’apertura missionaria con un dare e ricevere reciproco. La sfida è la parrocchia come esperienza sinodale: questo è il punto», ha sottolineato Poggioni.

Da qui la centralità di un metodo «di discernimento comunitario quale la conversazione spirituale, la progettazione pastorale e la valutazione periodica dei passi compiuti». Ad esempio, chiedendosi cosa ha ostacolato la costituzione delle Comunità pastorali – il campanilismo, presente anche in città e la confusione sul ruolo delle Cp -, ma soprattutto cosa ha aiutato, da incrementare ulteriormente, come la cura dei momenti di fraternità e la cura della comunicazione, la creazione di eventi comuni, la fraternità nella diaconia, la corresponsabilità dei laici e fissare delle scadenze precise. 

Interessante anche l’idea di proporre ad altre Diocesi proprio l’idea delle Assemblee sinodali decanali.

Un momento della mattinata (Agenzia Fotogramma)

Cosa abbiamo imparato

«Cosa abbiamo imparato da questo cammino insieme? – si è chiesta, infine, la responsabile dell’Équipe -. Che la via sinodale è una questione spirituale e non di organizzazione, che occorre rimanere ancorati alla Parola di Dio e alla parola condivisa, che è una questione di stile, dove si dà precedenza alle relazioni»

Uno stile per costruire «una Chiesa capace di empatia, vicina alla vita, che accoglie anche la propria vulnerabilità, restando in dialogo, accettando i contributi di tutti proprio perché ognuno è corresponsabile, superando i campanilismi e anche una certa diffidenza che si manifesta, talvolta, tra laici. Una Chiesa flessibile, più leggera, che sa camminare su percorsi di qualità».

«Tutto questo chiede una nuova leadership ecclesiale, come si vede anche ora nel Sinodo universale», ha concluso Poggioni cui ha fatto eco Simona Beretta, membro dell’Équipe: «Dopo la fase narrativa (2021-2023), con la fase sapienziale del 2023-2024 ci avviamo verso la fase profetica del 2024-2025, che è dedicata al discernimento operativo, ossia strutturata sulle proposte condivise, perché ciò che si è fatto non evapori, con la responsabilità di dare risposte concrete per un essere Chiesa in modo diverso. Una necessità emersa anche a livello nazionale. Le proposte elaborate verranno offerte entro il 30 aprile 2024 alla Segreteria generale dei Vescovi italiani per poi essere rielaborate e portate alla Seconda sessione del Sinodo universale».

Cinque le cosiddette «costellazioni», emerse dalla fase narrativa su cui lavorare: «La missione secondo lo stile della prossimità, i linguaggi e la comunicazione, la formazione alla fede e alla vita, la sinodalità e la corresponsabilità, il cambiamento delle strutture». A essere coinvolti in questa riflessione, per decisione del Consiglio episcopale milanese, anche i Consigli pastorale diocesano e presbiterale, le Assemblee sinodali decanali, gli Uffici di Curia e il Coordinamento dei Movimenti, Associazioni e Gruppi. I due Consigli dedicheranno due sessioni ai punti 4 e 5 delle costellazioni, le Asd saranno impegnate, a febbraio, in una rilettura del cammino fatto e gli Uffici promuoveranno una giornata di lavoro sul tema delle strutture.

Simona Beretta (Agenzia Fotogramma)

I laboratori di formazione

Previsti anche tre laboratori di formazione, realizzati presso il Centro pastorale di Seveso in collaborazione con l’Azione Cattolica ambrosiana, per il ciclo «Artigiani di una Chiesa sinodale».

Gli appuntamenti si svolgeranno nelle mattinate di tre sabati: l’11 novembre con il titolo «La Chiesa sinodale in cammino» e la testimonianza di padre Giacomo Costa, segretario generale del Sinodo universale; il 3 febbraio con lavori di gruppo sulle Assemblee sinodali decanali e il 16 marzo con la presenza di monsignor Valentino Bulgarelli, sottosegretario Cei, e segretario del Comitato del cammino sinodale, che tratterà il tema «Il cammino sinodale delle Chiese in Italia. Bilancio e prospettive».

Annunciata anche l’apertura del canale Telegram, «Le Assemblee Sinodali Decanali della Diocesi di Milano».  

Leggi anche

Intervista
image

Il Cammino sinodale è in «cantiere»

Susanna Poggioni, responsabile dell’Équipe diocesana, delinea il senso dell’appuntamento del 15 ottobre al Centro diocesano con il Vicario generale, per “restituire” l’ascolto compiuto attraverso i Cantieri di Betania

di Annamaria BRACCINI