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Sirio 09 - 15 dicembre 2024
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Azione Cattolica

Quelli di Ac sono uomini e donne di gioia, che non hanno paura dei fallimenti

Questo il profilo degli associati secondo l'Arcivescovo, che ha preso parte all’assemblea diocesana elettiva dell’associazione, che si è svolta presso l’Aula Magna dell’Università Cattolica

di Annamaria BRACCINI

11 Febbraio 2024
Università Cattolica, Assemblea diocesana elettiva Ac. Foto fotogramma

Si apre con la preghiera, che risuona nell’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore gremita, la XVIII Assemblea diocesana elettiva dell’Azione Cattolica ambrosiana, “Fanne vita, fanne amore”. Adempimento triennale, che vede la presenza dell’Arcivescovo e per cui ci si è preparati al lungo a livello territoriale. In prima fila siedono il vicario generale, monsignor Franco Agnesi, e il moderator Curiae, monsignor Carlo Azzimonti. 400 i delegati presenti, ai quali dà il benvenuto il presidente uscente, Gianni Borsa. Accanto a lui i membri della Presidenza diocesana, l’assistente dell’Ac Ambrosiana, don Cristiano Passoni e l’assistente nazionale, monsignor Claudio Giuliodori, assistente anche della “Cattolica”, che porta il saluto della presidenza nazionale e ricorda «il legame profondo tra queste due realtà, testimoniato da figure come la beata Armida Barelli e Giuseppe Lazzati che fu presidente della gioventù di Ac e rettore dell’Università dei cattolici italiani».

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«Questo Ateneo non ci sarebbe senza l’Azione Cattolica», conclude Giuliodori richiamando la  convergenza di entrambe sui tre temi che hanno accompagnato il triennio di Ac 2021-2024:  “pregare, pensare, appassionarsi” e l’attesa per l’importante appuntamento dell’Assemblea nazionale, in programma a Roma dal 25 al 28 aprile prossimi. Dopo il saluto di Silvia Landra, delegata regionale e già presidente diocesana dal 2014 al 2021, a prendere la parola è il vescovo Mario che, in riferimento alla pagina del vangelo di Giovanni 15, chiede agli uomini e alle donne dell’Azione Cattolica di conformarsi a ciò che indica Gesù ai discepoli nella pagina giovannea, come «uomini che hanno risposto alla vocazione a seguire Gesù, sono convocazione, cioè Chiesa, per una docilità, piuttosto che per un protagonismo, per un volontarismo, per una inerzia».

Il profilo degli associati dell’Azione Cattolica

«Uomini e donne di Giovanni 15 sono quelli che stanno insieme non per realizzare un progetto, non per dare forma a un’organizzazione, anche se amano essere dentro l’Associazione e darle forma:  stanno insieme perché chiamati da Gesù».

Gente di preghiera che vive di una vita ricevuta e dell’intimità con il Signore, praticando «il pensiero, non come un percorso solitario, ma come un dialogo con Gesù, ponendo domande e ascoltando le risposte, confrontandosi con tutti i pensieri del mondo, non sottraendosi a nessun incontro, praticando tutti i saperi e utilizzando tutte le tecniche rese disponibili dalle scienze e dalla tecnologia, dalla sapienza dei popoli», ma «riconoscendo in tutto ciò un criterio di giudizio». Persone che, magari, incontrano anche diffidenze e sospetto, antipatia e persino disprezzo (come, talvolta, accade ai cristiani), ma che «quando incontrano inimicizie e ostilità, riconoscono di essere sulla strada di Gesù: si associano, si organizzano, scrivono documenti, calendari, progetti, si danno da fare secondo le responsabilità, non si sottraggono ai ruoli e agli adempimenti che competono  loro, anzi si collocano là dove la Chiesa trova nuove vie nella sinodalità», essendo consapevoli che «lo stile che li ispira, l’animo con cui operano
ha il suo principio nel rimanere in Gesù».

Uomini e donne di gioia

Uomini e donne che vivono e portano gioia anche nei fallimenti: «Presenti negli ambienti di ogni giorno, custodiscono e vivono la loro laicità come luogo di santità, hanno a cuore il bene comune, In famiglia, al lavoro, in ogni ambiente di vita, custodiscono e irradiano la gioia. Il loro modo di fare apostolato è condividere la gioia. Hanno a cuore proporre ad altri di associarsi in una esperienza di Chiesa che apprezzano, ma non per un’opera di proselitismo».

Ecco, conclude monsignor Delpini, «come auguro che si caratterizzi l’Azione Cattolica. Perciò, quando incontrate l’Arcivescovo, dite “sono un uomo, una donna di Giovanni 15” e io capirò».

Le parole del Presidente

Con uno sguardo a 360° sulla vita, la realtà e la mission dell’Associazione si articola la relazione di Gianni Borsa (vedi qui il testo integrale), per «un’Ac capace di immaginare – e di osare – il futuro, come abbiamo scritto nel Documento assembleare».

Foto Fotogramma

«Stiamo seriamente rimettendoci in gioco su vari fronti: l’identità, la missione, le tre “dimensioni” della vita laicale e dell’Ac stessa: pregare, pensare, appassionarsi. Vorremmo continuare a vivere con intensità la fede personale e portare un contributo costruttivo nelle nostre comunità e nella Chiesa ambrosiana sollecitati e sostenuti dall’esperienza associativa. Una Ac in cui ciascuno sia protagonista. Desideriamo stringere alleanze con le altre associazioni e movimenti ecclesiali e aprirci ad altre realtà impegnate a costruire il bene comune. Anche nella Chiesa si sente la necessità di aprire le porte, di uscire, di portare il Vangelo nelle strade delle nostre città. Desideriamo provarci con gioia e passione rinnovate».

Poi, il dibattito, la votazione sul Documento assembleare, la votazione del nuovo Consiglio diocesano e, a chiudere la giornata assembleare, la Messa.

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