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Venerabile

Schuman, artigiano della pace

Riconosciute le virtù eroiche dello statista francese, tra i promotori del processo di integrazione europea. Edoardo Zin, studioso e suo biografo: «La via della santità può passare dalla politica»

di Gianni Borsa

21 Giugno 2021
Robert Schuman

Robert Schuman, statista francese, “padre dell’Europa”, primo presidente del Parlamento europeo è stato dichiarato “venerabile” da papa Francesco. Quale significato ha questo atto? Ne parliamo con Edoardo Zin, tra i maggiori conoscitori italiani della figura di Schuman, e componente dell’Institut Saint Benoit che da anni sostiene la causa di beatificazione del politico francese: «Il decreto firmato da papa Francesco indica che Robert Schuman ha vissuto “in modo eroico” le virtù evangeliche e, pertanto, gli si può attribuire il titolo di “venerabile”, primo passo verso la beatificazione e, se Dio vorrà, verso la canonizzazione». Zin aggiunge: «C’è una circostanza singolare nella richiesta di beatificazione di Schuman. Di solito i postulanti, cioè i richiedenti la causa di beatificazione, sono Chiese locali o congregazioni religiose Nel caso di Schuman sono persone di molte nazionalità che lo hanno conosciuto, suoi diretti collaboratori o suoi amici, o suoi estimatori e non tutti sono cattolici. I postulanti la causa si unirono in un Istituto legalmente riconosciuto e presentarono la domanda al vescovo di Metz, dove Schuman aveva trascorso gran parte della sua vita. Il vescovo Raffin accettò l’istanza e la fase diocesana del processo canonico, aperta nel 1990, si concluse nel 2004. Tutte le testimonianze rese e trascritte furono inviate alla Congregazione dei Santi che, dopo averle consultate, e sentito il parere dei teologi, ha emanato il decreto firmato sabato scorso da papa Francesco».

L’atto politico più importante compiuto da Schuman, per il quale è passato alla storia, è la Dichiarazione del 9 maggio 1950. Che cosa ci può dire al riguardo?
Si tratta di un atto politico fondamentale, ma non solo. La Dichiarazione del 9 maggio rappresenta il culmine dell’impegno politico di Schuman. Gli storici fanno partire da essa il processo d’integrazione verso un’Europa unita politicamente, ma essa è il traguardo di un vincolo con la terra d’origine di Schuman, l’Alsazia e la Lorena, naturalmente francese e divenuta per tre volte tedesca, dopo tre guerre cruente. La determinazione di Schuman è quella di stabilire in Europa una pace sicura e duratura, costruendo una comune casa la cui pietra angolare è il perdono verso l’ex nemico, mettendo assieme la produzione del ferro e del carbone, materie prime per l’industria bellica: non a caso dalla Dichiarazione nascerà la prima Comunità europea (la Comunità del carbone e dell’acciaio, Ceca, 1951). Egli aveva in mente, assieme a Jean Monnet, la necessità di armonizzare le economie per creare prosperità, in uno spirito di solidarietà e in uno spazio comune sovranazionale a cui gli Stati membri avrebbero concesso sovranità su alcune competenze. Il fine è la pace e l’economia armonizzata è il mezzo per raggiungere tale fine. Ci sono stati dei periodi in cui la finanza, lo stretto rigore, l’osservanza maniacale del bilancio sono state all’attenzione dell’Europa…

…ma questo periodo è cambiato!
Sì, c’è voluta una pandemia dalle immense proporzioni per riscoprire che siamo tutti sulla stessa barca e che ci salveremo o periremo tutti assieme. Dovremo prestare attenzione perché nel futuro l’economia e la finanza non abbiano la supremazia sulla giustizia, sui diritti inalienabili dell’uomo e perché la casa comune non diventi un condominio in cui si entra e si esce quando più fa comodo. E non dovremo dimenticare che la moneta può solo unificare, ma non unire i popoli. Per unire occorre educarci ed educare a essere cittadini europei, superando l’omologazione che nega la diversità, sconfiggendo il nemico ideologico che oggi si chiama euroscetticismo, oppure populismo se non xenofobia. Va inoltre posta attenzione all’eccessivo burocraticismo delle istituzioni e al deficit di democrazia.

Si può diventare santi agendo in politica?
Perché no? Per un cristiano, la via della santità può passare attraverso la politica: Schuman era fortemente saldo nella fede che alimentava quotidianamente con l’Eucarestia, la riflessione sulla Parola di Dio e una virile devozione verso la Vergine. Dialogava con tutti senza imporre le proprie convinzioni religiose che non ostentava. Era mite ed umile di cuore, competente nel lavoro parlamentare, forte e costante per raggiungere la meta finale, prudente nel vagliare la realtà. Questo artigiano di pace si abbandonava totalmente a Dio, si sentiva uno strumento della Provvidenza, compiva ogni azione nel nome del Signore. Forse non prevedeva l’avvenire dell’Europa d’oggi, ma lo preparò.

 

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