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Strasburgo

Intelligenza artificiale, approvato il nuovo regolamento europeo

È la prima legge al mondo a regolamentare il settore. Vietata la registrazione biometrica delle immagini facciali recuperate da internet o dalle telecamere a circuito chiuso. Stop anche ai sistemi di riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole

di Gianni BORSAAgenSir

15 Marzo 2024
(Foto AFP/SIR)

Dalla plenaria del Parlamento europeo, riunito a Strasburgo, è giunta l’approvazione della legge Ue sull’intelligenza artificiale (Ai), che intende garantire sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali e promuovere l’innovazione.

Il regolamento, frutto dell’accordo raggiunto con gli Stati membri nel dicembre 2023, compie un ulteriore passo in avanti: 523 i voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni. L’obiettivo esplicitato nel testo è di «proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di Ai ad alto rischio, promuovendo nel contempo l’innovazione e assicurando all’Europa un ruolo guida nel settore».

Benifei: «Ora concentrarsi sull’attuazione»

(Foto Parlamento Ue)

Il testo è il frutto di due anni di un lavoro  di negoziazione all’interno del Parlamento europeo e tra le istituzioni comunitarie. «Oggi è una giornata storica: la prima legge al mondo sull’intelligenza artificiale è finalmente realtà – ha affermato l’eurodeputato del Partito democratico e relatore del provvedimento Brando Benifei -. Siamo molto soddisfatti del risultato e dell’ampia maggioranza raggiunta: segno che il Parlamento è stato unito nel negoziare con il Consiglio e il testo finale include moltissime delle nostre priorità, come maggiori e più stringenti divieti sugli usi più pericolosi, che si applicheranno già entro l’anno, dall’obbligo di valutazione d’impatto sui diritti fondamentali alla protezione dei lavoratori, della democrazia e dell’ambiente, fino alla regolamentazione dei grandi modelli e la riconoscibilità dei deepfakes, così come la trasparenza sui contenuti coperti da copyright a tutela di artisti e giornalisti». 

Si tratta della prima legge al mondo sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale, ma il testo adottato è solo un primo passo nella materia. «Ora – precisa Benifei – bisogna concentrarsi sull’attuazione, sugli investimenti, sulla condivisione delle capacità dei supercomputer e sul lavoro con i partner internazionali, per affermare un nostro modello di sviluppo dell’Ai che metta l’essere umano davvero al centro».

Il regolamento dovrebbe essere adottato definitivamente prima della fine della legislatura, quindi ad aprile. Il prossimo passaggio istituzionale sarà l’approvazione formale dal Consiglio. Entrerà in vigore venti giorni dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ue e inizierà ad applicarsi 24 mesi dopo l’entrata in vigore.

Le regole introdotte

Le nuove norme mettono fuori legge alcune applicazioni di Intelligenza artificiale che minacciano i diritti dei cittadini. Tra queste, «i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili e l’estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet o dalle registrazioni dei sistemi di telecamere a circuito chiuso per creare banche dati di riconoscimento facciale».

foto SIR/Marco Calvarese

Saranno vietati anche i sistemi di riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole, i sistemi di credito sociale, le pratiche di polizia predittiva (se basate esclusivamente sulla profilazione o sulla valutazione delle caratteristiche di una persona) e i sistemi che manipolano il comportamento umano o sfruttano le vulnerabilità delle persone. 

Soddisfatto anche il correlatore della commissione per le libertà civili, Dragos Tudorache: «L’Ue ha mantenuto la promessa. Abbiamo collegato per sempre il concetto di intelligenza artificiale ai valori fondamentali che costituiscono la base delle nostre società. Ci aspetta molto lavoro che va oltre la legge sull’Intelligenza artificiale. Essa ci spingerà a ripensare il contratto sociale che sta alla base delle nostre democrazie. Insieme ai nostri modelli educativi, ai nostri mercati del lavoro, al modo in cui conduciamo le guerre. La legge sull’Ai non è la fine del viaggio, ma piuttosto il punto di partenza per un nuovo modello di governance basato sulla tecnologia. Ora dobbiamo concentrarci per trasformarla da legge sui libri a realtà sul campo».

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