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Sirio 8 - 14 dicembre 2025
Radio Marconi cultura
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Udienza

Il Papa vicino ai cristiani in Medio Oriente: respingere vendetta e prepotenza

Preoccupazione e speranze per la situazione tra Iran e Israele, con l’auspicio che ci si adoperi per seguire «la via del dialogo, della diplomazia, della pace» e «si curino le lacerazioni provocate dalle sanguinose azioni degli ultimi giorni»

di Salvatore CERNUZIO

25 Giugno 2025
Leone XIV durante l'udienza

Da Vatican News

Torna a invocare pace, Leone XIV, per un Medio Oriente già in preda alle lacerazioni, alle violenze, alla «logica della prepotenza e della vendetta», e domenica scosso pure dal «vile» attentato suicida di matrice terroristica a Damasco, in Siria. A conclusione dell’udienza generale, prima dei saluti ai fedeli italiani, il Pontefice lancia il suo appello per questa regione del mondo che ha la forma di una supplica. Una supplica a chi detiene ruoli di responsabilità su questa terra affinché imbracci la «via del dialogo, della diplomazia e della pace». Papa Leone assicura di seguire con «attenzione» la situazione, ma anche «speranza», alla luce del cessate il fuoco tra Iran e Israele – dopo i reciproci attacchi dei giorni scorsi – che, da più parti, si auspica possa essere duraturo ed efficace: «Continuiamo a seguire con attenzione e con speranza gli sviluppi della situazione in Iran, Israele e Palestina. Le parole del profeta Isaia risuonano più che mai urgenti: una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra»

Scegliere dialogo, diplomazia, pace

«Si ascolti questa voce che viene dall’Altissimo – è l’invito del Papa -, si curino le lacerazioni provocate dalle sanguinose azioni degli ultimi giorni. Si respinga ogni logica di prepotenza e di vendetta e si scelga con determinazione la via del dialogo, della diplomazia e della pace».

Preghiere per le vittime dell’attentato a Damasco (foto Ansa)

Vicinanza ai fedeli in Siria

Non manca, papa Leone, di condannare il «vile attentato terroristico contro la comunità greco ortodossa nella chiesa di Mar Elias, a Damasco». Un fatto di sangue, come da tempo non si registrava in Siria, rivendicato da un gruppo qaedista non appartenente all’Isis, ma formato da ex membri della coalizione militare, che ha provocato quasi 30 morti e oltre 60 feriti. Uno shock per il Paese riportato in un contesto di guerra che molti speravano superato. Già ieri il Papa, tramite un telegramma a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, aveva espresso tutto il suo dolore e inviato la sua solidarietà: «Affidiamo le vittime alla misericordia di Dio ed eleviamo le nostre preghiere per i feriti e i familiari. Ai cristiani del Medio Oriente dico: vi sono vicino, tutta la Chiesa vi è vicina»

Rinnovato impegno per la pace e la riconciliazione

Questo «tragico avvenimento – secondo Leone XIV – richiama la profonda fragilità che ancora segna la Siria, dopo anni di conflitti e instabilità». È quindi fondamentale, per il Papa, che «la comunità internazionale non distolga lo sguardo da questo Paese ma continui a offrirgli sostegno attraverso gesti di solidarietà e con un rinnovato impegno per la pace e la riconciliazione».

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