Avrebbe dovuto tenersi da domenica 22 a domenica 29 giugno, a Salerno, la Summer School di PeaceMed, progetto che riunisce rappresentanti di 19 Paesi dell’area mediterranea (dal Nord Africa al Medio Oriente, passando per il Sud Europa), patrocinato dal Ministero degli Esteri, promosso da Caritas Italiana, sostenuto con personale di coordinamento e risorse economiche da Caritas Ambrosiana. Avrebbe dovuto tenersi, ma è stata rinviata, a causa dell’impossibilità di diversi partecipanti a raggiungere la città campana partendo dai Paesi mediorientali (non solo Israele e Iran, ma anche Giordania, Siria e Libano), i cui spazi aerei sono chiusi a causa del nuovo conflitto accesosi nella regione.
Bacini di convivenza
La guerra, dunque, sembra togliere ogni spazio alla pace. Ma l’iniziativa è rinviata, non cancellata. PeaceMed, avviato nello scorso inverno, si propone come percorso condiviso di dialogo, di riconciliazione, di trasformazione nonviolenta dei conflitti. Coinvolge una trentina di operatori di Caritas nazionali e altri organismi di società civile, allo scopo di renderli agenti di cambiamento nei rispettivi Paesi di provenienza. Obiettivo e contenuti appaiono in netta controtendenza, rispetto agli scenari dell’attualità. Ma i promotori non demordono: benché appaia assurdo affermarlo oggi, Mediterraneo e Medio Oriente, come la storia insegna, almeno limitatamente a certe epoche e certe regioni, possono essere bacini di feconda convivenza, perché da nessuna parte è scritto che lingue, culture, religioni e tradizioni politiche differenti debbano automaticamente tradursi in motivi di scontro, e non piuttosto in stimoli per il reciproco progresso.
Il progetto PeaceMed ha proposto e proporrà una serie di azioni integrate: workshop internazionali in presenza, percorsi formativi online, produzione di un toolkit multilingue, ricadute formative a cascata nei contesti locali. Il filo conduttore di tutte le attività è la valorizzazione della pace come bene comune, intesa come processo educativo, sociale e politico da costruire dal basso, insieme ai giovani e alle comunità.
Un laboratorio concreto
Attraverso la formazione affidata a Rondine Cittadella della Pace, la Summer School sarebbe stata un’autentica “scuola di pace”, un laboratorio interculturale e interreligioso in cui praticare il confronto e conoscere strumenti e prassi concreti per promuovere processi di riconciliazione a livello locale e regionale. La recente aggressione israeliana all’Iran ha imposto il rinvio dell’evento. Ma la Scuola estiva di PeaceMed non è stata cancellata: verrà riproposta nei prossimi mesi, come piccolo, ma ostinato e corale contributo alla costruzione di un’alternativa a modelli di relazione rigidi, divisivi, imperniati esclusivamente sull’impiego della forza, se non sul ricorso alla sopraffazione e alla violenza.
I potenti scatenano le guerre. Ma i costruttori di pace sanno che solo la disponibilità a mettersi nei panni dell’altro, a comprendere il dolore del “nemico”, può generare sicurezza, garantire diritti, assicurare libertà e giustizia a ogni popolo, ogni comunità, ogni individuo.




