In che modo il mezzo e le reti ferroviarie hanno modificato le forme di intendere e interpretare da parte del papato i grandi Giubilei otto-novecenteschi nella nuova cultura forgiata dai mezzi di comunicazione di massa? E, procedendo dal vertice dell’istituzione alla base, in che modo tutto questo ha modificato l’approccio dei fedeli alla pratica plurisecolare del pellegrinaggio verso Roma e alle modalità concrete di vivere e pensare l’Anno Santo? Sono le domande al centro del volume fotografico Pellegrini e spettatori. I giubilei, il treno, i media, edito da Giunti, presentato oggi presso il Ministero del Made in Italy (vedi qui la cover).
La pubblicazione – curata da Gianluca della Maggiore e Dario Edoardo Viganò – è frutto di un progetto promosso dalla Fondazione MAC (Memorie Audiovisive del Cattolicesimo) e dalla Fondazione Ferrovie dello Stato che ha condotto su questi temi a una mappatura di documenti audiovisivi, fotografici e iconografici per la quale sono stati coinvolti molti archivi e cineteche italiane e internazionali. La ricerca documentaria è stata la base di partenza per la redazione del volume, che ha chiamato in causa studiosi di ambiti disciplinari diversi allo scopo di scomporre, usando ognuno le proprie competenze e i propri attrezzi del mestiere, i vari elementi in gioco.
Immagini inedite
Il volume, oltre all’introduzione del direttore generale di Fondazione FS Luigi Cantamessa e al saggio dei curatori, ospita i saggi di Gabriele Ragonesi, che ha realizzato la mappatura documentaria, Gabriele Romani, Andrea Pepe, David Gargani, Danilo Boriati e Anna Villari ed è arricchito da fotografie e immagini, molte delle quali inedite, messe a disposizione in particolare dall’Archivio Fondazione FS Italiane, dall’Archivio Storico dell’Istituto Luce e dall’Archivio Apostolico Vaticano.
Interpretare gli eventi

«Il quadro che ne è emerso – spiega Viganò, curatore del volume e presidente della Fondazione MAC – avvalora l’intuizione di papa Francesco che ha più volte sottolineato l’urgenza di raccogliere la sfida culturale della salvaguardia e della valorizzazione della documentazione visiva ed audiovisiva per ricostruire la storia della Chiesa cattolica nel suo rapporto con la società moderna». Per leggere la storia del rapporto tra la Santa Sede e l’istituzione ferroviaria attraverso il filtro dei media, continua Viganò, «occorre porre l’attenzione non solo sugli aspetti tecnologici, culturali e linguistici, ma anche sugli obiettivi specifici di chi questi media li ha utilizzati. Immagini e suoni prodotti dai media di massa non rappresentano così solo fonti per la ricostruzione storica, ma vanno considerati nel loro ruolo di agenti di storia in grado di indirizzare il senso e l’interpretazione degli eventi».
Nel volume si individuano le svolte principali attraverso le quali si è sviluppato il rapporto tra i giubilei, il treno e i media di massa. Alcune delle quali sono cariche di densi simbolismi. «Uno dei passaggi chiave di questa storia – nota Della Maggiore, del centro di ricerca Cast (Catholicism and Audiovisual Studies) dell’Università Uninettuno – accadde nel Giubileo straordinario del 1933. Fu nel corso di quell’evento, voluto da Pio XI per celebrare il diciannovesimo centenario della morte e risurrezione di Cristo, che sia il treno sia il cinema entrarono per la prima volta, si può dire, fin nel cuore del Vaticano». Come si ricostruisce nel volume, infatti, fu nell’ambito di quel Giubileo che terminarono i lavori per la costruzione della Stazione ferroviaria vaticana ed è in quell’anno che il cinema entrò nei meccanismi della macchina organizzativa delle grandi cerimonie vaticane, attraverso l’istituzione di un Centro di studi e di produzioni cinematografiche.

Svolte simboliche
«L’ingresso di treno e cinema fin nel cuore del Vaticano – spiega Della Maggiore – segnò il culmine di un lungo processo, il cui esito fu favorito dalla Conciliazione tra la Santa Sede e lo Stato italiano e dal nuovo scenario geopolitico che caratterizzò l’alba degli anni Trenta». La prima di una serie di svolte simboliche individuate nel volume, che disegnano un quado che sconfina ben oltre il tema degli eventi giubilari.
Così, oltre al grande Giubileo del 1950 sotto il pontificato di Pio XII, altri momenti di particolare trasformazione sono individuati nel viaggio in treno ad Assisi condotto da Giovanni XXIII alla vigilia del Concilio, gli incontri di Paolo VI con i ferrovieri nei luoghi della quotidianità lavorativa o dei grandi cantieri della rete ferroviaria, infine le trasformazioni del pontificato di Giovanni Paolo II che dette un significato inedito alle Giornate del Ferroviere, simbolici crocevia di una nuova Chiesa sempre più in movimento verso i suoi fedeli.




