Ambrosianeum e Memora presentano la mostra fotografica «Fede e Guerra», allestita dal 27 ottobre al 5 aprile 2026 presso gli spazi di Ambrosianeum (vedi qui la locandina).
La mostra è promossa da Ambrosianeum e Collettivo Memora, con il patrocinio di Arcidiocesi di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, Pime e il contributo di Fondazione Bcc, Ccl – Consorzio cooperative lavoratori e Bink’s. «Fede e Guerra» è un progetto collettivo e un’opera aperta. Attraverso gli sguardi dei fotografi Carlo Cozzoli, Davide Canella, Alessandro Cimma e Marco Cremonesi, si raccontano diversi conflitti attuali: Armenia, Siria, Libano, Myanmar e Nigeria sono i luoghi dove sono state scattate le fotografie che compongono la mostra. Con un particolare allestimento nella cupola superiore della Rotonda dei Pellegrini, la mostra conferma quanto la fede sia un tema impossibile da non trattare quando si affrontano i reportage di guerra.
Nelle situazioni di crisi umanitarie, dove la vita delle persone è sempre a rischio, la fede trova spazio e regala speranza. A Pulka, in Nigeria, i contadini si recano a Messa ogni mattina alle 5, prima di recarsi nei campi. Ogni giorno qualcuno scompare, rapito dagli estremisti islamici che schiavizzano, convertono o chiedono riscatti per finanziare la jihad. In Armenia, l’intreccio tra identità nazionale e religiosa è diventato strumento di persecuzione: le comunità cristiane vengono sistematicamente colpite, i simboli sacri distrutti, nel tentativo di cancellare una memoria millenaria.
Il Libano, mosaico di oltre cinquanta confessioni religiose, vive oggi sospeso tra gli attacchi di Hezbollah e dell’Idf. Sulla Blue Line, le comunità cristiane si trovano letteralmente tra incudine e martello: non vogliono essere parte del conflitto, ma restano a difesa dei loro villaggi, dei luoghi dove sono cresciuti i loro padri e i loro nonni.
In Siria, il sentimento di appartenenza e la fede continuano a legare intere comunità segnate da anni di violenze settarie. Un filo rosso di incertezza unisce i fedeli di Damasco, le vittime degli attentati di Mar Elias, gli abitanti di Basser e Kharaba, fino alle combattenti assire Nutoro del Rojava. E nel silenzio del monastero di Deir Mar Musa, fondato da padre Paolo Dall’Oglio, sopravvive il sogno di un dialogo abramitico, fragile, ma necessario, tra cristiani e musulmani.
I ragazzi della generazione Z del Myanmar, di cultura buddista, ma in molti casi di fede cristiana, combattono nella giungla contro una dittatura militare che bombarda scuole e chiese.
Un calendario di incontri con ospiti e testimoni che porteranno le loro esperienze e riflessioni su temi centrali dell’iniziativa, arricchisce il progetto della mostra: il 17 dicembre alle 18 il fotografo Davide Canella presenta il suo lavoro dedicato alla Siria, a cui farà seguito il 19 gennaio Carlo Cozzoli con l’intervento sul Myanmar, il 26 febbraio Alessandro Cimma racconta il Libano, il 17 marzo è la volta della Nigeria, infine l’Armenia il 31 marzo.
Ingresso libero, sabato e domenica dalle 11 alle 18 e nei giorni feriali su prenotazione a memoracollective@gmail.com




