Anche per l’anno pastorale 2025-2026 la Consulta propone un calendario di celebrazioni in Duomo e nei decanati accessibili e nel mese di ottobre alcune persone sorde hanno vissuto gli esercizi spirituali a misura per loro. Abbiamo raccolto anche le video testimonianze di alcuni partecipanti
Corresponsabile della Pastorale Sordi dell’Arcidiocesi di Milano

Nel corso dell’anno, saranno garantiti sia il servizio di interpretariato in LIS (Lingua dei Segni Italiana) sia la sottotitolazione in dieci (di cui due già svolte) celebrazioni importanti nel Duomo di Milano (scarica tutte le locandine), presiedute dall’Arcivescovo mons. Mario Delpini. Queste celebrazioni rappresentano momenti significativi di comunione diocesana, nei quali la presenza e la partecipazione delle persone sorde vengono valorizzate e sostenute da un servizio qualificato e stabile.
A questa iniziativa si aggiunge l’impegno di assicurare, in sei decanati diversi (Lissone, Melzo, Legnano, Turro, Città studi – Lambrate – Venezia e Vigentino), una Messa mensile con interpretariato in LIS, in modo che le comunità locali possano vivere un’autentica esperienza di Chiesa inclusiva. Le date e i luoghi delle celebrazioni sono indicati nell’allegato.
Prosegue inoltre il percorso di catechesi mensile per gli adulti sordi, un’occasione preziosa di crescita spirituale e di approfondimento della fede, vissuta in un clima di ascolto, condivisione e fraternità.
Da alcuni anni, la Consulta diocesana accoglie anche la richiesta di accompagnare bambini sordi nell’itinerario di Iniziazione cristiana, un segno concreto di attenzione verso le famiglie e di impegno a costruire percorsi realmente accessibili fin dall’infanzia.
Un momento particolarmente significativo di questo cammino è stato vissuto lo scorso ottobre: dal 17 al 19 ottobre, presso il Seminario Arcivescovile di Milano a Venegono Inferiore, venticinque persone sorde, provenienti anche da fuori diocesi, hanno partecipato agli esercizi spirituali predicati da don Samuele Ferrari. Tre giorni intensi di preghiera, riflessione e comunione fraterna, che hanno confermato quanto la vita spirituale delle persone sorde sia una ricchezza per tutta la comunità ecclesiale. L’iniziativa ha visto una partecipazione significativa di venticinque persone sorde provenienti da diverse province del Nord Italia, tra cui Milano, Bergamo, Varese, Torino, Padova, Vicenza e Treviso.
La varietà delle provenienze testimonia quanto sia viva e affezionata ancora oggi questa comunità di fedeli sordi, che continua a ritrovarsi in momenti di preghiera e approfondimento spirituale.
Tra i partecipanti, erano presenti anche alcune persone sorde incontrate per la prima volta: la speranza è che questa esperienza sia per loro, e per tutti coloro che ne verranno a conoscenza, stimolo a vivere un cammino di fede più ampio ed attivo attraverso anche la partecipazione alle celebrazioni con interprete LIS organizzate nei vari decanati della diocesi di Milano e agli altri momenti comunitari proposti durante l’anno pastorale.
Don Samuele Ferrari ha curato con grande attenzione, sensibilità e competenza l’organizzazione e la conduzione degli Esercizi, da me voluti fortemente perché credo, come tutto il consiglio pastorale, nell’importanza di rendere accessibili momenti di crescita spirituale come questi: utili non solo per il singolo ma per tutta la comunità.
Noi udenti a volte non ci rendiamo conto delle possibilità che abbiamo, spesso precluse alle persone con disabilità. Per me è diventata un’esigenza quella di partecipare a momenti come questo, che molte persone (sorde e udenti) non hanno modo di sperimentare nella loro vita. Spesso, infatti, presi dal lavoro, dagli impegni familiari e da mille cose da fare, facciamo fatica a fermarci, a sostare dentro di noi, a dedicare dei momenti in cui “esercitarci” anche con la nostra anima attraverso momenti guidati di riflessione e preghiera intensa che favoriscono un dialogo profondo con Dio: il nostro più grande “supporter”.
Come ha testimoniato in un breve video S. Vittorina Carli, suora sorda segnante che ha partecipato ai tre giorni a Venegono: “Penso che gli esercizi spirituali servano molto, soprattutto a noi sordi, perché in confronto agli udenti che possono parteciparvi sempre, noi non possiamo mai, quindi è bene che ci siano occasioni anche per noi. Gli esercizi sono molto utili anche perché il sacerdote spiega molte cose sui Vangeli, sulla Bibbia, sulla vita. Inoltre aiutano a riflettere a guardare meglio dentro di noi per migliorare la nostra vita cristiana…”.
E’ anche per queste ragioni che il Consiglio Pastorale Sordi della nostra diocesi ha accolto unanime tale proposta, sottolineando la necessità di calibrare gli esercizi spirituali sui bisogni comunicativi delle persone sorde.
Per questo è stata prevista la presenza di interpreti LIS nei vari momenti, sono stati predisposti strumenti fondamentali come la proiezione di brani della Bibbia (da cui partivano le riflessioni) e la distribuzione di libretti ad hoc contenenti il materiale di tutto il percorso, utili a favorire la fruibilità piena dei contenuti proposti.
Durante la celebrazione della Messa, la presenza dell’interprete e l’uso del proiettore hanno permesso a tutti di seguire e vivere attivamente la liturgia: i partecipanti hanno potuto leggere, pregare, cantare e rispondere in segni e a voce insieme all’assemblea, esprimendo la propria fede con intensità e gioia.
Molto sentite sono state anche le preghiere dei fedeli spontanee, che hanno reso ancora più significativo il clima di preghiera condivisa. Le confessioni in LIS sono state vissute “come una grazia”, così le hanno definite tante persone sorde presenti, che hanno potuto giovare del servizio di don Samuele Ferrari e Padre Pierre Michele Towada.
Apprezzata è stata anche la visita del seminario: occasione per conoscere da vicino uno dei più rilevanti luoghi di formazione dei nostri sacerdoti, nonché di crescita spirituale per tutti.
Dai feedback delle persone sorde è emerso anche un sentimento unanime di forte gratitudine: per molti è stata un’esperienza arricchente, di importante riflessione interiore e di condivisione, vissuta in un clima di accoglienza, fraternità e profonda spiritualità. Come ha detto in diversi momenti e contesti il nostro caro don Mauro Santoro (che segue da anni e con particolare sensibilità e cura il progetto pastorale) tali occasioni, le testimonianze delle interpreti e degli altri udenti presenti “hanno confermato quanto la vita spirituale delle persone sorde sia una ricchezza per tutta la comunità ecclesiale”.
Diversi partecipanti hanno evidenziato quanto possa essere profondo e trasformativo il momento di incontro con Dio. Ad esempio Lucia Rossi, attuale consigliere del MAS nazionale (Movimento Apostolico Sordi) in una video testimonianza sottotitolata dall’interprete Beatrice Ferdinandi ha detto: “Gli esercizi spirituali organizzati dalla diocesi di Milano sono serviti moltissimo anche a noi sordi. Grazie all’accessibilità in Lis, abbiamo potuto vivere in profondità la fede, il rispetto, il rapporto con Dio. Abbiamo potuto vivere la spiritualità insieme a un gruppo di persone sorde. Un’esperienza di nutrimento per le nostre anime davvero utile. Quello che più mi ha colpito di questi esercizi spirituali è stato aver sperimentato una calma interiore, le riflessioni fatte sulla vita, la connessione con Dio, la comprensione di me stessa, l’espressione dei nostri cambiamenti positivi, la condivisione dei nostri valori e obiettivi.”.
Marco, membro sordo del consiglio pastorale che ha partecipato agli esercizi, ha raccontato: “L’atmosfera in quei giorni di ritiro era molto intensa, come di pace e serenità. Ho sentito lo Spirito Santo scendere su di me. Questa esperienza ha fatto rinascere in me la speranza. Sono felice di aver partecipato! Al ritorno a casa mi sono sentito un po’ triste, perché tutto era finito”.
Testimonianze come queste evidenziano il potere della fede e la bellezza della comunità che abbraccia e non esclude, proprio come auspicava con forza Papa Francesco durante il suo mandato e come sta facendo attivamente la Consulta diocesana Comunità cristiana e disabilità “O tutti o nessuno”, la cui denominazione è espressione reale e concreta dell’attenzione e della cura pastorale verso le persone con disabilità e le loro famiglie.
Video testimonianza di Santina Mutti