È uscito per Centro Ambrosiano Il Sinodo e noi (197 pagine, 14 euro), volume che presenta il testo integrale del Documento finale «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione», elaborato a conclusione della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo universale dei vescovi (leggi qui).
La prefazione è firmata da monsignor Carlo Azzimonti, Moderator Curiae della diocesi di Milano. A lui chiediamo qual è il significato di questa pubblicazione: «Il testo nasce per favorire la recezione del Documento finale del Sinodo universale dei vescovi – spiega -. Il Sinodo ha avuto un cammino triennale, tra il 2021 e il 2024 e si è interrogato sul volto della Chiesa del terzo millennio. La novità, rispetto ai precedenti Sinodi, è che il Documento finale è davvero l’ultimo frutto del Sinodo, per volere di papa Francesco non ci sarà la consueta Esortazione apostolica conclusiva. Data l’autorevolezza del Documento, come Chiesa milanese abbiamo pensato che fosse necessario offrire a tutti – innanzitutto agli operatori pastorali, ai membri dei Consigli pastorali, delle parrocchie, delle Comunità pastorali, ai membri delle Assemblee sinodali decanali – uno strumento per leggere il documento finale, recepirlo e in qualche modo “metabolizzarlo”».
Questo, secondo monsignor Azzimonti, è anche il senso dei testi pubblicati in coda al volume, a commento e approfondimento (tra i quali uno a firma dall’arcivescovo Delpini): «Hanno il compito di illustrare, quasi di prendere per mano il lettore, perché possa essere accompagnato nella lettura e nella meditazione del Documento finale», precisa.
Il libro è uscito a ridosso dell’Assemblea sinodale della Chiesa italiana, in programma fino al 3 aprile. «Il Sinodo universale – spiega monsignor Azzimonti -, ha generato, quasi in contemporanea, il Cammino sinodale delle Chiese italiane, che adesso giunge a conclusione con questa seconda Assemblea sinodale, il cui esito, a sua volta, verrà portato all’attenzione dell’Assemblea generale dei Vescovi italiani in maggio, perché possano accogliere e dare attuazione alle scelte maturate nell’Assemblea».
I percorsi sinodali universale e italiano si sono intrecciati: questo può aver creato un po’ di confusione tra i fedeli? «È vero – ammette Azzimonti -, ma in realtà sono entrambi parte dell’unico processo per una Chiesa sinodale in missione. Un processo molto articolato, che ha diversi livelli: quello universale, quello delle Chiese che sono in Italia e, vorrei aggiungere, anche il cammino che noi come Chiesa milanese abbiamo intrapreso, già a partire dal Sinodo minore Chiesa dalle genti, e che ha generato prima i Gruppi Barnaba e poi le Assemblee sinodali decanali. Realtà che stanno camminando proprio con questo fine: essere una Chiesa sinodale per la missione, interrogarsi su come nei territori, concretamente, la Chiesa possa essere più missionaria, possa cioè intercettare le domande della gente, le fatiche, le problematiche, i desideri, le aspirazioni e offrire delle proposte per tutti i cristiani che lì operano, accompagnarli nella ricerca di un cammino di vita migliore, potremmo dire di vita buona, a partire ovviamente dal Vangelo».