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«Vorrei dare voce allo strazio dell’impotenza, ma con la certezza che il Signore continua ad amare ciascuno»

Milano, 13 febbraio 2021 – Anche a seguito dei drammatici fatti di cronaca che hanno recentemente coinvolto alcuni adolescenti e giovani, e in sintonia con l’appello di papa Francesco, che l’8 febbraio scorso – nel discorso al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede – ha chiesto di non rimanere inerti di fronte alla “catastrofe educativa”, l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, invita tutta la Diocesi a una speciale preghiera il 21 febbraio, prima domenica di Quaresima.

Lo fa con un’accorata lettera in cui intende «condividere lo strazio dell’impotenza». Desiderio dell’Arcivescovo è quello di «dare voce a tutti i genitori, gli educatori, gli insegnanti che percepiscono questo momento come una emergenza spirituale ed educativa e si rendono conto che non sono a portata di mano rimedi e soluzioni immediate».

Soprattutto, mons. Delpini vuole «dare voce a ragazzi e ragazze che sono sconvolti dall’isolamento, dai comportamenti incomprensibili e violenti fino alla morte di coetanei ai quali sono affezionati».

«Vorrei – scrive ancora l’Arcivescovo nella lettera che in questi giorni è stata inviata a tutte le parrocchie – che questa voce arrivasse alle istituzioni e che l’alleanza tra le istituzioni si rivelasse con maggior evidenza e incisività. Brucia dover constatare la mia, la nostra impotenza».

Ma, prosegue Delpini, «non ho niente da rimproverare a nessuno, non ho niente da insegnare. Verrà il momento per discorsi più ragionati, per proposte e impegno: la Chiesa c’è, ci sarà, per tutti. Ma in questo momento porto davanti al Signore questi sentimenti, con la certezza che il Signore continua ad amare ciascuno».

Con queste premesse e intenzioni, l’Arcivescovo conclude la lettera annunciando che domenica 21 febbraio pregherà dalle 20.45 nel santuario di San Pietro in Seveso: «Vorrei sentire che siamo in tanti in ogni parte della Diocesi a pregare in quella sera di inizio Quaresima. Tanti: genitori, adolescenti e giovani appassionati del bene e avvertiti del male che insidia e rovina anche i loro coetanei. Tanti: preti, persone consacrate, insegnanti, educatori, tutti coloro che condividono lo strazio dell’impotenza e continuano a gridare verso Dio. Ogni chiesa, ogni santuario, ogni convento, ogni monastero, può essere aperto, in questo stesso orario, per un tempo di preghiera».

In allegato il testo integrale della lettera.

Stefano Femminis
Responsabile Ufficio Comunicazioni sociali

 

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