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Famiglia e lavoro

Sobrietà

Un’idea che si fa scelta concreta

di Alessandra VISCOVI Direttore generale Etica sgr

11 Febbraio 2009

Se qualcuno mi chiedesse quali siano le scelte obbligate per costruire, da subito, una società sostenibile, certamente non si potrebbe derogare dall’etica del limite e dalla cultura della sobrietà. E nelle parole che il cardi
nale Dionigi Tettamanzi ha fatto risuonare la notte di Natale in Duomo ritrovo q
uesto concetto. L’etica del limite, che ci fa guardare al futuro con preoccupazione, senza poter comprendere con chiarezza fino a quando l’espansione sul pianeta terra sarà sostenibile, fino a quando l’impatto sull’ambiente e sugli ecosistemi potrà reggere; che ci impedisce di guardare alle risorse limitate e vitali del pianeta senza farne un uso scriteriato ed egoistico. E l’idea di sobrietà, lanciata con forza dall’Arcivescovo, e sulla quale occorre fare qualche riflessione.
Un’idea di sobrietà, ripresa anche nell’idea di Banca Etica, intesa come stile di vita orientato alla creazione dei beni e dei servizi necessari a soddisfare i bisogni essenziali alla realizzazione dei progetti di vita di ciascuno e al raggiungimento del benessere della collettività, tramite il contenimento dei consumi di merci e risorse, la valorizzazione del saper fare, la ricerca della qualità rispetto alla quantità e l’adozione di modalità di scambio basate sul dono e la reciprocità. Un’idea di sobrietà che si fa scelta concreta di strumenti e di idee: il consumo critico, il commercio equo, la tutela delle biodiversità, l’investimento responsabile, il risparmio etico.

Un cavallo di battaglia

La crisi che ha investito il sistema del risparmio, e che ha trovato nella finanza creativa la sua linfa vitale, quella finanza per la quale valeva solo l’idea di «chi più spende, più guadagna», oggi tocca da vicino molte famiglie. E il richiamo del Cardinale alla sobrietà significa, anche nel campo del risparmio, operare scelte oculate. E se l’indebitamento per un investimento primario è da considerarsi sano, e naturale, fondato sull’ipotesi che se l’investimento è buono il valore aggiunto remunererà anche l’interesse da pagare, indebitarsi per una vacanza particolare, o per un bene di lusso particolare, è certamente un’avventatezza. Allora, come dice Tettamanzi, «è urgente che si torni ad educare con forza alla sobrietà, ad impegnare i soldi per ciò che è davvero importante, distinguendo saggiamente gli investimenti per i beni fondamentali da ciò che è voluttuario».
Ed è altrettanto importante che si cominci realmente a parlare delle conseguenze della crisi e delle radici etiche della nostra economia. Nel nostro piccolo, e ne andiamo fieri, dell’etica ne abbiamo sempre fatto un cavallo di battaglia. E qualche risultato positivo l’abbiamo raggiunto. Chi in questi anni ha fatto investimenti etici (non voglio citare soltanto i nostri fondi di investimento Valori Responsabili, che pure hanno garantito nell’anno rendimenti sopra la media, ma anche ad esempio in altri filoni del credito, nel sistema cooperativo) oggi si ritrova con un risultato al tempo stesso etico, economicamente vantaggioso e molto sicuro. www.eticasgr.i