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10 maggio

Malgrate: qui la Cresima non è un punto di arrivo

Nel pomeriggio l’Arcivescovo celebra nella sua parrocchia di origine e amministra il sacramento a 42 ragazzi e un adulto. Il parroco, don Andrea Lotterio, presenta le attività svolte con questa fascia d’età., «un grande coinvolgimento della comunità e dei genitori in questo loro cammino». E la partecipazione cresce

di Marcello VILLANI

8 Maggio 2015

Domenica 10 maggio, alle 16, nella chiesa parrocchiale di San Leonardo a Malgrate, l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, presiederà la celebrazione della Cresima, che verrà amministrata a 42 ragazzi e a un adulto italiano. Per il Cardinale è un ritorno alle origini visto che la parrocchia di San Leonardo a Malgrate (risale al XV secolo, poi rimaneggiata più volte nel corso dei secoli) è la sua comunità di origine, dove ha tuttora dei parenti.

Don Andrea Lotterio, parroco dal febbraio del 2012, è molto felice di questa visita, che fa seguito a quelle effettuate dal Cardinale il 25 settembre 2011, nel giorno del suo ingresso in Diocesi, e il 29 settembre 2013, quando rispose all’invito di «tornare a casa» da Arcivescovo: e così avvenne, con grande gioia di tutta la comunità. Ora il cardinale Scola torna nuovamente nella «sua» Malgrate per le Cresime e don Andrea spiega: «I ragazzi si sono preparati in maniera molto seria per ricevere questo sacramento. Stanno facendo il percorso “Pieni di spirito”, ovvero i “100 giorni” dei cresimandi, in maniera completa. Il coinvolgimento della comunità e dei genitori in questo loro cammino è stato grande. Giovedì scorso siamo andati in ritiro tutti insieme per preparare la Cresima e poi, alla sera, abbiamo recitato il Rosario con padrini e madrine».

Il cammino di fede dei ragazzi che saranno cresimati domenica a San Leonardo proseguirà poi con intensità. «C’è il gruppo di seconda-terza media che in questi anni è sempre più folto: oltre la metà di quanti hanno ricevuto la Cresima continua il cammino in seno alla comunità – spiega il parroco -. A differenza degli anni precedenti, la partecipazione cresce. L’amicizia lega molto: se uno viene in oratorio e in chiesa anche dopo la Cresima è perché ci sono anche gli amici. La scelta di fede gioca un suo ruolo, ma non è ancora così determinante. I genitori in questo periodo storico ci chiedono di stare più vicini ai ragazzi. E i ragazzi ci seguono». «Con i cresimandi – continua il parroco – abbiamo trascorso una giornata con padre Angelo Cupini nella Comunità di via Gaggio e abbiamo conosciuto questa realtà di ospitalità e accompagnamento dei giovani provenienti da ogni parte del mondo».

Dopo la Cresima il prossimo appuntamento importante a San Leonardo sarà l’oratorio estivo: «Ci prepariamo ad affrontare questa avventura, che coinvolge quasi trecento ragazzi nelle cinque settimane – anticipa don Lotterio -. La presenza e l’aiuto degli adolescenti e dei genitori, che danno un supporto organizzativo, è molto importante. Noi accogliamo tutti, anche chi proviene dalla frazione San Dionigi di Valmadrera, a noi confinante. E poi c’è qualcuno che viene da altre parti perché si trova in vacanza dai nonni. Non abbiamo limitazioni…».

Se l’occasione di questa domenica è di festa, la realtà che circonda anche la Chiesa non può ancora definirsi del tutto gioiosa. «Stiamo vivendo questo tempo storico con tutte le difficoltà della crisi economica presente anche qui, anche se, magari, in maniera differente da altre realtà. Abbiamo diverse famiglie in difficoltà. Comunque la proposta della vita cristiana, la dimensione della comunità e la sua risposta ci sono e sono forti. La parrocchia conta 3700 fedeli, in un Comune che ne ha 4300. Gli altri fedeli sono uniti alla Comunità pastorale Madonna del Rosario di Lecco, che ha assorbito la parrocchia di Malgrate al Porto». Un assorbimento relativamente recente, che riporta al tema della vicinanza a Lecco: «Siamo quasi un quartiere residenziale del capoluogo – ammette don Lotterio -. Manca l’identità più forte di paesi vicini come Civate e Valmadrera, ma ci difendiamo. Anche se venire assorbiti non credo sarebbe un dramma…».

 

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