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Intervista

La festa col Papa in mondovisione
fa salire l’audience

Grande successo di ascolti per “One World, One Family, One Love” su Rai Uno. Ne parla Marco Brusati, direttore di “Hope”

17 Giugno 2012

La sera del 2 giugno, Milano e il mondo intero hanno assistito ad un evento difficilmente ripetibile: presso il Parco Nord – Aeroporto di Bresso, oltre 500 mila persone hanno partecipato a “One World, One Family, One Love”. Si è trattato della seconda parte della Festa delle Testimonianze del VII Incontro mondiale delle famiglie, vissuta dai tantissimi presenti dopo l’evento “JubilFamily – La gioia di essere famiglia”, un pomeriggio di musica e testimonianze cristiane, internazionali e di alto livello qualitativo, che hanno anticipato quanto di bello e di importante si sarebbe poi vissuto con il Papa.

“One World, One Family, One Love” è stato un grande successo di ascolti per Rai Uno: il programma è stato il più visto della serata, seguito in diretta da diversi milioni di telespettatori. Sul palco, in un grande abbraccio con le famiglie del mondo e accompagnato anche da attori e artisti internazionali, c’era Papa Benedetto XVI, che ha conquistato tutti con il suo sorriso, la sua umanità, la profondità e la verità delle risposte alle domande di cinque famiglie provenienti dal mondo. Un format inedito, che ha visto il Santo Padre dialogare semplicemente con le famiglie e rispondere in maniera spontanea, ma parimenti chiara e ferma, a chi gli chiedeva della sua infanzia, dell’amore cristiano che è «per sempre», ma anche a chi, andando nel profondo della vita quotidiana, ha posto il tema della crisi economica, dei divorziati e dei risposati.

Marco Brusati, direttore di “Hope”, una iniziativa dedicata alla progettazione di grandi eventi ecclesiali, ha ricevuto il mandato dalla Fondazione Milano Famiglie 2012 di sviluppare l’idea del settore Comunicazione che ha indicato lo stile della serata e la formula del dialogo tra il Papa e le famiglie del mondo. «La Fondazione ha iniziato a progettare la Festa delle Testimonianze oltre un anno fa, affidandomi poi il compito di sviluppare il progetto e dirigere l’evento – spiega Marco Brusati -. Recepite le indicazioni sullo stile, la struttura della serata ha preso forma grazie ad un importante lavoro sinergico tra il settore Comunicazione della Fondazione, il Pontificio Consiglio per la Famiglia, i diversi team di produzione e il gruppo di autori guidato da don Antonio Ammirati, collaboratore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei».

L’impostazione della serata ha mostrato un volto per molti aspetti “nuovo” del Papa, sensibilmente e chiaramente vicino alla vita vera e vissuta della gente…
La forma dialogica proposta è stata una bella novità per le famiglie, anche se il Santo Padre aveva già utilizzato questa modalità comunicativa in altre occasioni. La semplicità e la chiarezza delle risposte hanno avuto il grande vantaggio di rendere comprensibili concetti di straordinaria profondità teologica, antropologica e pastorale, come quando il Papa ha parlato del Paradiso come di un ritornare a casa. A livello mediatico è emerso un aspetto caratteristico del pontificato di Benedetto XVI: il Papa non si tira indietro, nemmeno di fronte a domande potenzialmente scomode. Esemplare.

Una formula innovativa anche per la televisione che ha permesso di amplificare il messaggio di Benedetto XVI…
Fin da quando si è iniziato a pensare all’evento, la diretta televisiva è stata considerata un primario – e per certi versi imprescindibile – valore aggiunto, proprio per l’opportunità di far entrare il Santo Padre in relazione con la gente di ogni parte del globo; si è raggiunto questo obiettivo grazie alla diffusione del segnale in mondovisione da parte della Rai.

Come sono state scelte le domande rivolte al Santo Padre?
Più che scelte, le domande si sono fatte scegliere, perché rappresentano i grandi interrogativi delle famiglie di oggi. Sono domande esistenziali che rappresentano anche me e la mia famiglia.

Che cosa ha significato per lei partecipare al VII Incontro mondiale delle Famiglie?
È stato un evento unico che mi ha consentito di lavorare armonicamente, a partire dall’Arcidiocesi di Milano, con realtà ecclesiali aperte e davvero attente al vissuto delle famiglie. Si è trattata di un’esperienza significativa per la mia vita, che però non scriverò nel curriculum, ma direttamente nella parte più intima del mio cuore.