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20 marzo

Convegno in Cattolica con Crociata

All’incontro sul tema “Comunità cristiana, associazionismo, università. Luoghi dell’educazione”, oltre al segretario della Cei interverrà tra gli altri anche il ministro Ornaghi. Ne parla il presidente di Ac Franco Miano

di Martino INCARBONE

16 Marzo 2012

«Credo che sia necessario convincersi che senza una università adeguata, senza esperienze significative di ricerca e di didattica il nostro Paese non va lontano. La cultura è un volano di tutto, non certo un appesantimento. E in questo senso l’Università Cattolica può mettere al centro le persone e il bene comune». Così Franco Miano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica italiana, spiega le ragioni del convegno che si terrà martedì 20 marzo presso l’Università Cattolica (largo Gemelli 1).

Nell’aula Pio XI, a partire dalle 9.15, sono previsti i saluti del ministro Lorenzo Ornaghi, di monsignor Domenico Sigalini e di monsignor Sergio Lanza. La tematica riguarda comunità cristiana, associazionismo, università come luoghi dell’educazione. La relazione introduttiva è affidata a monsignor Mariano Crociata, segretario della Cei, alla quale seguiranno gli interventi di Paola Bignardi, Giuseppe Gervasio, Valentina Soncini (presidente dell’Ac ambrosiana) e di studenti e professori dell’università.

«L’Azione Cattolica è una associazione di laici – continua Miano -: è fondamentale avere una interlocuzione privilegiata con un luogo importantissimo e significativo per la cultura nel nostro paese: tanto più che la relazione tra Ac e Università Cattolica all’interno del contesto della comunità cristiana non è mai venuto meno dalla fondazione di quest’ultima: dalla Barelli che ha contribuito agli inizi fino a un folto tessuto di professori e studenti che costruiscono giorno per giorno un patrimonio di conoscenze ed esperienze preziose per tutti».

Professor Miano, che cosa significa tenere insieme nella sfida educativa, associazionismo e università?
Come dicevo, la cornice dell’azione educativa – sia delle associazioni, sia dell’università – è quella della comunità cristiana. Proprio per questo motivo la relazione è affidata a monsignor Crociata. Intorno a lui, dando il segno di tre poli che dialogano tra loro e all’interno della Chiesa italiana, è evidente una ricchezza di presenze di studenti, docenti dell’ateneo, responsabili dell’associazione, Paola Bignardi per l’Istituto Toniolo, Giuseppe Gervasio per il consiglio di amministrazione della Cattolica.

La collaborazione tra Ac e ateneo vedrà delle azioni concrete? Con quali prospettive?
Certamente sì. Ci saranno azioni concrete: sarà chiaro l’impegno dell’associazione a far conoscere l’ateneo tramite la giornata dell’Università Cattolica del prossimo aprile. Io vorrei che dall’incontro nascesse una interlocuzione stabile: questo dovrebbe essere un primo momento di una serie ulteriore, in cui i diversi aspetti vengono messi a tema, aprendosi a una sensibilità più diffusa nella comunità cristiana e nel nostro Paese. Oggi dal punto di vista educativo diventa sempre più importante allargare il campo verso una visione globale e non parziale della formazione: i luoghi dell’educazione sono la premessa fondamentale per l’impegno dei cattolici nella vita sociale e politica.

Lei è professore universitario. Quale è lo stato di salute dell’università in Italia oggi? Quale il contributo di un ateneo cattolico?
L’università al momento è in una fase molto problematica: vive processi di trasformazione, segnati anche da una difficoltà oggettiva da un punto di vista delle risorse. È come se fosse in messo a un guado tra il vecchio e il nuovo. L’Università e l’Azione Cattolica sottolineano certamente un recupero della finalità, la necessità di mettere al centro le persone, la loro vita e il bene comune. Esse possono portare poi un tessuto di relazioni unico e significativo nella vita del nostro Paese: studenti e docenti che concorrono alla vita dell’università ramificata nell’intero territorio nazionale. Queste relazioni fanno bene al nostro Paese, perché sono legami che esprimono un territorio nazionale e ne formano il tessuto sociale.

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