La forza, in questo caso, non servirà. Si può dileggiare lo spirito positivo del film (è stato fatto da più parti), eppure parlare con questa precisione della depressione e della salute mentale non è da poco
Un road movie, non solo fisico ma dei sentimenti, che spinge lo spettatore a interrogarsi su un tema come l’autismo, e sul senso del bene che, in fondo, tutti nella vita devono in qualche modo cercare
François Ozon realizza film che vanno dal bello allo straordinario, estremamente diversi per stile, temi, intensità. Nella sua ultima opera ci porta in una dimensione in cui tutto ciò appartiene al passato
Il film procede in maniera fin troppo episodica seguendo i singoli professori: c’è chi cerca di mantenere alta la passione, chi convive con il burnout, chi cerca il trasferimento salvo poi osservare le aule vuote con malinconia
Semplificando il più possibile la storia, la regia valorizza tutto il resto: lascia parlare le interpretazioni, la particolarità degli eventi veri e il loro essere significativi per le persone che li ascoltano
Nonostante sia po’ timido nel mostrare gli orrori della guerra dal punto di vista delle protagoniste, il film giova di una storia che non può lasciare indifferenti, oltre alle buone interpretazioni in lingua tedesca
Il titolo tedesco del film, traducibile “Con amore, la vostra Hilde” svela la struttura a ricordo della sceneggiatura e della protagonista, che insieme al marito Hans Coppi si è unita all’Orchestra rossa, un gruppo di resistenza al nazismo in Germania
Sono lontani i tempi di film come L’attimo fuggente. Oggi nelle scuole domina il conflitto e si sprecano risorse per difendersi dalle polemiche anziché investirle in educazione. È il destino di Julien, ennesimo educatore in crisi dopo una denuncia
A Oslo, la studentessa Johanne si innamora della sua insegnante di francese e ne scrive in un diario. La nonna, scrittrice affermata, lo legge e insieme valutano la pubblicazione di un potenziale bestseller
David è sposato, serio e impacciato. Suo cugino Benji è l'opposto: pieno di energia e di dolore. Dopo la morte della nonna Dory, i due partono per la Polonia, alla scoperta della sua infanzia durante l’Olocausto
Per il suo film, il regista Mohammad Rasoulof è stato condannato a otto anni di carcere e alla fustigazione, perché giudicato parte di un complotto contro la sicurezza nazionale
Il quarto capitolo della saga riempie i personaggi della sindrome dell’impostore: sentirsi sbagliato nel proprio ruolo, incapaci di seguire la strada tracciata dai giusti del passato, ormai lontani dal presente