Una Notte dei Santi straordinaria, quella vissuta dagli adolescenti, domenica 31 ottobre. Dopo un anno che ha sconvolto le vite di tutti e in particolare le loro, tanto che proprio a loro è stato dedicato un “Anno straordinario”, siamo tornati a ritrovarci insieme per celebrare e riflettere sulla chiamata alla santità con l’appuntamento diocesano della Notte dei santi.


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In uno dei quartieri più innovativi di Milano, CityLife, con le sue tre torri avveniristiche, 1400 adolescenti, da piazza Giulio Cesare, tra selfie di gruppo e tanto entusiasmo, hanno iniziato un itinerario provando a rispondere ad una domanda: Che cosa rende una vita straordinaria?

Una domanda alla quale non era facile rispondere e che li ha accompagnati nei percorsi a tappe e nelle attività della serata, presso le parrocchie e gli oratori di Sant’Anna Matrona, Mater Amabilis, Santa Maria Segreta e San Pietro in Sala, “incontrando” alcuni santi loro coetanei, scomparsi prematuramente, ma che, nella loro pur breve vita, hanno tracciato una scia così luminosa da rendere la Notte meno buia.

 

Matteo Farina è un ragazzo gentile, dolce e vivace. Si impegna seriamente nello studio, ha la ragazza e una grande passione per la musica che condivide con gli amici, creando una band, e realizzando la sua missione di “infiltrato” tra i giovani, parlando loro di Dio, a cui si rivolge costantemente nella preghiera.

Scrivere la frase di una canzone e consegnarla a un passante è stata l’esperienza proposta, come testimonianza e segno del mettersi in gioco.

 

Sandra Sabattini è una giovane studentessa di medicina, molto riflessiva, che ama annotare i suoi pensieri e le domande che agitano il suo cuore sul diario o fogli vari. Partecipare alla Comunità Giovanni XXIII, prestando servizio alle persone in difficoltà, rappresenta per lei una svolta. Ha un ragazzo e comprende che ciò che conta è “essere veramente vivi dentro i fatti della vita”.

Ispirato alla sua figura, si è suggerito di pensare a un grande desiderio per la propria vita, ora, perché “ogni attimo merita di essere vissuto”.

 

Marco Gallo è un adolescente intraprendente e curioso, irrequieto come tanti altri; ama sfidare sé stesso (tra scalate, corse e viaggi in moto), per “afferrare” la vita, senza accontentarsi mai, alla ricerca di una felicità che non si esaurisce. Una felicità che sembra incontrare maturando la propria fede nella vita di tutti i giorni.

Riflettere su un momento di fragilità vissuto, o che si sta vivendo, e cercare di capire come questa difficoltà mi possa avvicinare o mi ha avvicinato a Dio…: possono essere occasioni “per vedere se amavamo veramente Gesù”.

 

Chiara Luce Badano è una ragazza allegra e piena di vita, ama lo sport ed è disponibile e attenta verso gli altri, aiuta alla casa di riposo del paese e sogna di partire per l’Africa come pediatra. Fin da piccola incontra Gesù grazie alla fede trasmessa dai suoi genitori e all’incontro con il movimento dei focolari. Vive momenti di difficoltà ma non si lascia abbattere e non perde mai il sorriso.

“Che cosa ti rende luce?”: è stato l’invito a rendere più luminosa la propria vita, perché unica e irripetibile.

 

Carlo Acutis è l’adolescente milanese, già caro ai nostri oratori, che cresce nell’amicizia con Gesù. Ama stare con gli amici, giocare a calcio ed è esperto di informatica. Di animo generoso e sensibile nei confronti dei poveri, ai quali dona il suo aiuto, considera l’Eucaristia l’autostrada per il cielo.

I gruppi di adolescenti hanno sostato davanti alle sue reliquie, in particolare nella chiesa di Santa Maria Segreta (la stessa che frequentava Carlo), immaginandosi, lì, Carlo chiedere al Signore di avere una vita straordinaria, come scriveva nel suo diario, dicendo a sé stesso: «Santo potresti divenire anche tu. Bisogna volerlo con tutto il cuore e, se non lo desideri ancora, devi chiederlo con insistenza al Signore».

 

L’ascolto dell’Arcivescovo Mario Delpini e dei quattro Vescovi ausiliari di Milano ha incoraggiato gli adolescenti, rinnovando la propria professione di fede, a scoprire il “segreto” della gioia di questi amici davvero straordinari.

«Se avete letto le storie di questi giovani che hanno avuto una vita straordinaria avete visto una costante: erano contenti del loro rapporto con Gesù. Come farai a vivere una vita straordinaria? – ha chiesto loro l’Arcivescovo – Io credo che ciascuno di voi è straordinario, nessuno di voi è uno qualsiasi, però credo che per tirar fuori il bene che c’è in voi, le possibilità, i talenti, far sgorgare la gioia (questa gioia di cui parla Gesù), la nostra gioia deve dipendere dall’ascolto di Gesù».

«Essere straordinari è essere capaci di dare gioia alla propria vita anche quando sembra che non ce ne sia – ha affermato il Vescovo ausiliare, mons. Giuseppe Vegezzi – Come do gioia io in questa vita quotidiana?».

«Questo è il segreto della vita straordinaria. Non è forse vero che l’avete sperimentato anche voi, facendo gli animatori quest’estate? – ha domandato il Vicario generale, mons. Franco AgnesiLa vita straordinaria sta lì, quando scopro che io posso aiutare altri per essere più lieti, più liberi, più contenti, più attenti ai valori veri della vita… e possiamo portare frutto, un frutto che rimane, come quello che ci hanno testimoniato gli amici “santi adolescenti”».

«Gioia! Una vita straordinaria è capace di gioia. Gioia piena! Non da confondere con la contentezza per qualcosa che è andato bene, e che poi passa – ha sottolineato il Vescovo ausiliare, mons. Paolo MartinelliGioia piena è quella che nasce nel cuore quando si è certi di essere voluti, amati. E che Gesù ci comunica: è contagiosa, si può trasmettere ad altri».

«Come i santi che avete incontrato… che davanti alla sfortuna più grande, che è la morte, hanno trovato la gioia vera! Non ha paura neanche della morte chi è felice! Quei ragazzi là erano normalissimi, con la voglia di studiare e di fare sport, ma avevano incontrato un Amico che illuminava tutto questo, avevano incontrato Uno che ha dato la vita per loro, e li impegnava a dare la vita per gli altri. Certi che la loro vita sarebbe stata un capolavoro, solo se donata per Amore. Fatele… ogni tanto fatevele queste domande! – ha suggerito il Vescovo ausiliare, mons. Luca RaimondiPer essere santi, non per essere santi-eroi, bisogna avere il coraggio di chiedersi: sono felice? E che Amore grande cerco io?»

 

Perché, come ha scritto il nostro Arcivescovo, nella lettera agli adolescenti: «Quello che vi rende importanti, belli, preziosi, è che voi siete capaci di amare!». E lo potete fare! Perché voi, per primi, siete stati amati.

Ecco come vivere una vita straordinaria, cioè che va oltre l’ordinario… Se accettiamo l’amicizia di Gesù e rimaniamo nel suo amore, cominciamo a guardare la vita come Gesù e impariamo a sentire in noi lo stesso sentire la vita di Gesù, avendo i suoi stessi sentimenti e pensieri, pensieri di amore!

 

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