Una serata bella e importante, per continuare a «sognare insieme, pensare in grande, guardare al futuro». Martedì 21 aprile ha avuto luogo il primo incontro proposto attraverso la piattaforma Oramiformo, condotta da don Stefano Guidi con l'intervento di ospiti.


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In tantissimi, 850 persone collegate, attraverso la piattaforma Zoom (che con un simpatico sondaggio decreterà al termine della serata la maggior presenza, anche se non con distacco netto, di partecipanti virtuali dalla Zona IV tra le diverse Zone pastorali) martedì 21 aprile, per il primo incontro del nuovo percorso proposto per le comunità educanti degli oratori su alcuni temi specifici che riguardano l’accompagnamento e la cura dei ragazzi delle diverse fasce d’età.

«Desidero partire da una cosa bella, l’ultima cosa bella fatta insieme – introduce don Stefano Guidi, che ha guidato l’incontro e si è collegato dalla sede della FOM (alle spalle si intravede il manoscritto di Giovanni Battista Montini, Paolo VI, il “decalogo per gli oratori” che lì conserviamo e che ci ricorda la ricchezza dei nostri oratori) – ci serve per stare insieme, sentirci insieme anche oggi. L’altro momento dove ci siam sentiti insieme, ritrovandoci in tantissimi, dove abbiam sentito in modo intenso la bellezza di essere Chiesa, Chiesa diocesana, di essere oratori in questa Chiesa, sicuramente è stata la Messa per gli oratori in Duomo, il 31 gennaio».

Un bel ricordo che ci ha lasciato qualcosa di grande nel cuore e rivedere insieme il video del Duomo pieno e di quella serata, all’inizio dell’incontro, ci ha riportato alla mente le emozioni di un giorno indimenticabile: «Da lì andiamo avanti, non ci siamo fermati».

Non ci siamo fermati come FOM in tutto il tempo di Quaresima, ora nel tempo pasquale e con i prossimi appuntamenti importanti, di cui daremo maggiori informazioni: venerdì una nuova sfida per gli #adolucenti lanciata sui nostri social; stiamo preparando il Pellegrinaggio diocesano virtuale dei preado ad Assisi con i frati della Porziuncola, il primo maggio; gli adolescenti in vista dell’estate saranno coinvolti come animatori e stiamo pensando se riproporre per loro una Notte bianca della fede online per pregare insieme… 
E così nemmeno i nostri oratori si sono fermati, perchè “L’oratorio non si ferma”. Attraverso i social abbiamo testimonianza della vitalità dei nostri oratori, che si son rimboccati le maniche e hanno inventato, attraverso la cura di tanti preti, religiose, educatori e catechisti, mettendo in circolo la creatività dell’amore che desidera farsi vicino e accompagnare.

Durante la serata, proprio due coadiutori impegnati in oratorio partecipano agli interventi. Don Pietro Cibra, incaricato di Pastorale giovanile per gli oratori della città di Desio, condivide la consapevolezza che le relazioni e le persone sono più importanti delle cose che facciamo e l’importanza dell’attenzione ad ognuno, mettendosi nei suoi panni. «In diversi modi abbiam provato a far sentire la nostra vicinanza, proponendo attività per ragazzi dell’Iniziazione cristiana, preado, ado, giovani: video con saluti e interviste multiple, percorsi formativi tramite video preparati dai catechisti, collegamenti a volte anche solo per un saluto, video con ricordi e foto dell’estate 2019, preparato e inoltrato preghiere, abbiamo ingaggiato challenge, condiviso ricette e creazioni, proposto di inviare foto/video/pensieri/canzoni sulla “cosa più bella della giornata”, convocato gli ado, adattato ritiri, realizzato videochat con 18/19enni e giovani invitando testimoni (infermieri, medici, un sindaco, per affrontare quello che stiamo vivendo), incontri sul Vangelo e una celebrazione per i ragazzi nella Settimana Santa. Come Consigli degli oratori, appena rinnovati, grazie al percorso di Oratorio 2020 abbiamo espresso le motivazioni che ci spingono a ripensare l’oratorio oggi e ci siam dati il compito di leggere il sussidio creare e progettare per avere uno sguardo ampio e scegliere meglio gli ambiti da affrontare».

Don Andrea Citterio, invece, per l’oratorio SACER di Cernusco sul Naviglio, condivide la bella iniziativa che ha portato a realizzare una proposta comune in Quaresima tra gli oratori del Decanato, per accompagnare i bambini dell’Iniziazione cristiana e i preado, portando avanti lo stile dell’oratorio (gioco, preghiera e animazione). Dal lunedì al venerdì ogni giorno un video di tre minuti caratterizzato da un’attenzione diversa: un lavoro a partire dal Vangelo della domenica (preghiera e sfida), una sorta di TG oratorio raccontando una buona notizia, un laboratorio, un video per capire a quale santo ci si riferiva, la Via Crucis. «Mettersi insieme oggi più che mai è una carta vincente: il lavoro è risultato alleggerito perché ogni oratorio aveva da ideare un solo giorno, e abbiamo diffuso una iniziativa unitaria. Prendere l’iniziativa di far le cose insieme aumenta la creatività e riusciamo a fare più cose».

A fine serata, invece, viene scelto uno dei partecipanti, per condividere a nome di tutti un dubbio e un rischio: «Come evitare che le belle iniziative che proponiamo non creino pesantezza sovrapponendosi con la scuola, per i ragazzi a cui son rivolte e per gli educatori impegnati a progettarle? Quale limite possiamo darci per dire: abbiam dato il massimo?». Don Stefano sottolinea proprio come  «Oggi le famiglie e i genitori sono sottoposti a un grande stress, la fatica nel dover seguire i ragazzi… ado e giovani con impegni scolastici notevoli e una giornata piena. Occorre capire come renderci presenti nella maniera più opportuna, interrogandoci e confrontandoci molto, poi d’estate, quando la scuola con la proposta didattica terminerà: lì sarà davvero importante essere presenti nella giornata dei nostri ragazzi. Saremo protagonisti in maniera inedita».

 

Con questa modalità nuova sperimentiamo ora la possibilità di sentirci vicini e vivere questo tempo in modo propositivo, alzando lo sguardo al futuro in chiave di prospettiva e di progetto.

«Stiamo vivendo un tempo di sospensione, che ha richiesto giorni, settimane, per capire come abitarlo in maniera adeguata e ancora lo stiamo capendo – commenta don Stefano GuidiQuesta è un’occasione per condividere tra amici qualche riflessione per pensare all’oratorio del futuro. Non lasciamoci rubare l’oratorio: lo abbiamo dovuto chiudere ma l’oratorio non si è fermato, è nei nostri cuori, nella nostra creatività. Vorrei condividere con voi qualche idea. Un dato di fatto: da alcune settimane siamo costretti a vivere “un oratorio senza”. Senza tante cose: un’esperienza non solo delle limitazioni, ma anche delle privazioni (senza il cortile, senza accoglienza, senza gioco, senza bar dell’oratorio, senza catechiste, e tutti gli incontri quotidiani che rendono bello l’oratorio). Con tutti questi “senza” (senza gli spazi da aprire e abitare, con la mancanza di tante condizioni) qualcuno potrebbe dire: l’oratorio non si può fare… Ci troviamo a immaginare come possa vivere l’oratorio senza tutti quegli elementi che identificano l’oratorio nella nostra testa.

In queste settimane, dove tutti facciamo esperienza di un oratorio limitato in tutto, scopriamo che l’oratorio, nella sua natura, è offerta di amicizia, di relazione… e questo non viene meno. La vicinanza della comunità cristiana si consegna e si diffonde. Vorremmo che tantissimi ragazzi, adolescenti, giovani possano dire agli educatori: l’oratorio è stato chiuso per settimane, mesi, ma mi è stato vicino, non l’ho sentito lontano, c’è stato, attraverso i miei educatori che mi hanno chiamato, al don che si collegava con me tutte le settimane, al messaggio che ho ricevuto, alla Messa che son riuscito a seguire, non mi è mancata la scheda per continuare la catechesi… Sentire cioè che attraverso mille strumenti diversi qualcuno pensava a me, che non sono stato dimenticato, messo da parte. L’oratorio mi è stato vicino: una sfida bella che ci riempie il cuore, tutti i giorni, e ancora di più in questa situazione, affinché i nostri ragazzi possano percepire un oratorio chiuso ma non lontano, che continua ad essere loro vicino, che c’è.

Le serate che viviamo insieme a partire da questo primo appuntamento vogliono aiutarci a capire come vivere la prossimità e l’amicizia educativa in un modo nuovo. Nessuno ha competenza o un’esperienza particolare, stiamo tutti cercando di capire come fare, nel vissuto reale di questi giorni, confrontandoci, scambiandoci informazioni, mettendo a disposizione gli strumenti inventati, le modalità scoperte.

Vorrei rilanciare qualche prospettiva: proseguire il percorso di “Oratorio 2020”. Invito tutti gli oratori a riprendere quel sogno che ha riempito l’Assemblea di Bollate e Brugherio, il Duomo, e soprattutto ci ha riempiti di entusiasmo. Quest’anno inevitabilmente sarà segnato dall’esperienza che stiamo vivendo ma vorrei che fosse abitato anche, nel limite del possibile, sfruttando, cogliendo l’opportunità, dall’occasione di continuare la riflessione sull’oratorio, trovando dinamiche, modalità per sentirci, per rimanere in collegamento (tra consigli dell’oratorio ed educatori), utilizzando gli strumenti disponibili. Può essere l’occasione, in questo tempo, per sentirci provocati a ripensare l’oratorio. Ci provoca una preoccupazione missionaria: quando l’oratorio potrà riaprire, probabilmente i ragazzi avranno bisogno di essere intercettati, cercati, chiamati. Prima dello stop per l’emergenza sanitaria tantissimi oratori si erano messi al lavoro (io stesso avevo incontrato tante realtà) con modalità di discernimento e confronto. Continuiamo questa riflessione».

E a questo proposito, si collega una domanda scritta da uno dei partecipanti tramite i due strumenti per interagire durante la serata (durante gli incontri è possibile comunicare con la FOM con la chat, per saluti, scrivere e far vedere la propria presenza, oppure porre domande riguardo l’argomento della serata con Q&A che vengono raccolte e, per il primo incontro, don Stefano Guidi, potrà rispondere): «Come costruire relazioni via Web?» 

«La seconda prospettiva da condividere riguarda la comunità educante, per provare a vivere questo tempo con un collegamento ancora più forte. Come si può affrontare in un oratorio la preoccupazione missionaria? Procedere insieme passo dopo passo (non da soli) è l’elemento che ci fa riconoscere. Ci siam dovuti attrezzare, nell’immediato, con i mezzi a disposizione, più passano le settimane e più diventa necessario che dal protagonismo si possa coinvolgere l’intera comunità educante per far sentire la vicinanza, in un atteggiamento profondamente fraterno, di sincero interesse, non funzionale.

Prepariamoci a qualcosa di impensato e profondamene diverso: siamo stati costretti in questi mesi a metter da parte vecchi schemi di procedimento, lasciamoci un po’ sorprendere.

Possiamo sognare così: che per l’inizio del nuovo anno pastorale, oratoriano, non ci sarà bisogno di inventare tattiche particolari, forse sarà sufficiente anche solo ascoltare le domande, le emozioni, le riflessioni che i ragazzi hanno fatto: tanti (oltre alla manifestazione spontanea di un desiderio di normalità) hanno custodito nel cuore domande serie e importanti che qualcuno deve raccogliere.

C’è tutto il tema di un’attenzione al vissuto reale dei ragazzi, considerando che chi era in una situazione difficile prima di questo momento, vivrà le cose in modo ancora più complicato.

La prospettiva da tenere presente è quella di un protagonismo e di una responsabilizzazione di adolescenti e giovani a 360°. La situazione delle nostre comunità manifesterà nuovi bisogni, necessità di mani e aiuti nuovi, con responsabilità diverse. Un messaggio di responsabilità mai così urgente come in questo tempo».

Molte domande chiedono informazioni circa l’estate: come si prospetta per i nostri oratori?

«Non è la serata per sciogliere tutte le domande, ma pensiamo e progettiamo la prossima estate. È stato diffuso un Comunicato di Odielle (oratori diocesi lombarde): la questione non è la riapertura o meno degli oratori, ma come stare accanto ai ragazzi questa estate, offrendo, nei limiti dell’autorità competente, una presenza e una proposta educativa.

Stiamo pronti, lavoriamo di creatività e fantasia, per cercare di immaginare come sarà possibile stare accanto ai nostri ragazzi, con una proposta di cui hanno assoluto bisogno. Noi non possiamo tirarci indietro: abbiamo bisogno di immaginare qualcosa di nuovo per restare vicino ai ragazzi. Siamo in contatto costante con tutte le istituzioni e le autorità competenti: appena si saprà qualcosa con certezza daremo comunicazioni in merito, il nostro impegno è di poter dare informazioni serie, solide. Vogliamo dire cose certe ma dobbiamo preparare cuore e testa. Prepariamoci a stravolgere lo schema ma per fare in modo che i ragazzi questa estate potranno dire: l’oratorio, anche questa estate, c’è stato».

 

 

Da questa serata vogliamo ripartire!
Ecco qui il video della serata così come lo abbiamo registrato su Zoom.

La partecipazione al percorso formativo online per gli oratori è libera e gratuita.
Le iscrizioni avvengono attraverso la piattaforma già esistente www.oramiformo.it

Occorre registrarsi tramite la creazione di un account e procedere successivamente ad iscriversi ai momenti formativi, ogni martedì sera alle 21.00 (l’accesso per il collegamento avviene a partire dalle ore 20.45).

Dopo #loratoriononsiferma, l’appuntamento più importante è lunedì 27 aprile, #kaire (trasmessa anche in diretta Facebook sulla pagina della Fondazione Oratori Milanesi) sarà una serata speciale con l’Arcivescovo, che sarà presente con noi insieme ad alcuni membri della comunità educante, per un incontro da non perdere, per cui occorre affrettarsi nell’iscrizione.

Il 5 maggio con #oraminvento capiremo meglio come integrare il web con la realtà della vita normale, dobbiamo essere sempre più in rete (vi invitiamo ad attivare le pagine degli oratori sui social più comuni: Instagram, Facebook, YouTube, Telegram… sul nostro canale Telegram avvisi di tutte le iniziative, in tempo reale, a portata di smartphone).

Il 12 maggio con #oraperdomani entreremo nel vivo della progettazione educativa di Oratorio 2020, lo stile vincente per il prossimo futuro.

#orapegliado e #oraandiamo: gli ultimi due appuntamenti saranno soprattutto dedicati agli educatori delle fasce d’età adolescenti e preadolescenti (con il lancio e la presentazione delle nuove linee guida del percorso diocesano preadolescenti).

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