Un incontro per conoscere meglio la realtà che ci circonda, purtroppo segnata dalla guerra in Ucraina e da tanti altri conflitti sparsi per il mondo (basti pensare al Myanmar). Seguirà un momento conviviale e soprattutto la preghiera per il dono della pace e di intercessione per l'affidamento di tutte le vittime della violenza


Giovani per la pace - Sito

“Insieme nella fraternità e nella solidarietà” (Papa Francesco)

I giovani di associazioni e movimenti ecclesiali condividono il desiderio di non abituarsi alla guerra come fosse ineluttabile. Perciò invitano a conoscere meglio la realtà, mettendosi in ascolto della voce di alcuni testimoni dall’Ucraina e dal Myanmar. Sono infatti tanti oggi i conflitti che stanno insanguinando il mondo e ne rovinano la bellezza.

Ci troviamo in Università, luogo in cui si apprende l’arte del dialogo e della conoscenza reciproca: condividiamo un sogno di pace che i giovani non vogliono svanire; ci interroghiamo su quanto possiamo fare per costruire insieme legami di giustizia; invochiamo nella preghiera il dono della pace e affidiamo tutte le vittime della violenza.

Data: martedì, 21 febbraio 2023
Luogo: Università degli Studi di Milano – via Festa del Perdono, 7 – Milano

Programma:
Ore 18.30: in aula 422 testimonianze dall’Ucraina e dal Myanmar, scambio a gruppi;

Ore 19.30: apericena al bar (è necessario segnalare la propria presenza compilando l’apposito modulo online);

Ore 20.30: preghiera per la pace.

N.B. Sul posto verrà raccolto un contributo di 5 euro a testa per l’apericena.

Dal Messaggio di Papa Francesco per la 56.ma Giornata Mondiale della Pace (1° gennaio 2023)

È derivata più forte la consapevolezza che invita tutti, popoli e nazioni, a rimettere al centro la parola “insieme”. Infatti, è insieme, nella fraternità e nella solidarietà, che costruiamo la pace, garantiamo la giustizia, superiamo gli eventi più dolorosi. […]

Di certo, non è questa l’era post-Covid che speravamo o ci aspettavamo. Infatti, questa guerra, insieme a tutti gli altri conflitti sparsi per il globo, rappresenta una sconfitta per l’umanità intera e non solo per le parti direttamente coinvolte. Mentre per il Covid-19 si è trovato un vaccino, per la guerra ancora non si sono trovate soluzioni adeguate. Certamente il virus della guerra è più difficile da sconfiggere di quelli che colpiscono l’organismo umano, perché esso non proviene dall’esterno, ma dall’interno del cuore umano, corrotto dal peccato (cfr Vangelo di Marco 7,17-23).

Cosa, dunque, ci è chiesto di fare? Anzitutto, di lasciarci cambiare il cuore dall’emergenza che abbiamo vissuto, di permettere cioè che, attraverso questo momento storico, Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà. Non possiamo più pensare solo a preservare lo spazio dei nostri interessi personali o nazionali, ma dobbiamo pensarci alla luce del bene comune, con un senso comunitario, ovvero come un “noi” aperto alla fraternità universale. Non possiamo perseguire solo la protezione di noi stessi, ma è l’ora di impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta, creando le basi per un mondo più giusto e pacifico, seriamente impegnato alla ricerca di un bene che sia davvero comune.

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