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Le salite delle ultime tappe nell’analisi di chi le conosce beneMASSIGNAN: «SULLE DOLOMITI C’È DA PERDERE LE SCARPE…»

5 Giugno 2008

di Mauro Colombo

Ora che il Giro è in procinto di arrampicarsi sulle Dolomiti, Imerio Massignan non può non pensare al suo elemento naturale. Le salite che Basso & co. affronteranno nella prossima settimana – eccezion fatta per l’inedito Plan de Corones – lui le ha provate tutte. A cominciare da quel Gavia (Cima Coppi del Giro 2006) che nel 1960 lo incoronò scalatore-principe. Malgrado l’esito sfortunato (scollinò primo e solo, ma poi forò e perse la tappa), quel giorno nacque la leggenda di “Gamba Secca”, soprannome che il vicentino si meritò per via del fisico sottile e leggero che la montagna esaltava.

Massignan ha incrociato il Giro alla partenza da Alessandria e poi lo ritroverà proprio sulle Dolomiti. «Sin qui è stata una bella corsa – commenta -. Non pensavo che la cronometro di Pontedera potesse produrre distacchi così forti, come i 5 minuti che ha preso Cunego. Ne guadagnerà lo spettacolo: Basso ha dato davvero una bella zampata, ma il Giro è ancora lungo e adesso siamo alla vigilia di una settimana in cui quasi ogni giorno si può rischiare di perdere le scarpe…».

Esaminiamo appunto che cosa aspetta i “girini” nelle prossime tappe. Cominciamo con la Rovato-Trento, con arrivo al Monte Bondone…
… che non è certo leggero da digerire, visto che ha 1500 metri di dislivello. Vedo bene Simoni, anche perché a questo punto non ha molto da perdere e quindi può attaccare senza remore.

Poi c’è la Tremeno-Plan de Corones: Passo Pinei, Passo delle Erbe e l’asperità conclusiva con 7 km di sterrato…
Lo sterrato aumenta la difficoltà, è vero, ma a rendere impegnativo l’arrivo basta la pendenza: con il 15-16% si possono perdere dei bei minuti…

Nella Sillian-Gemona altri due Gpm, ma nella Pordenone-Passo di San Pellegrino ci sono Forcella Staulanza, Fedaia, Pordoi e arrivo a quasi 2000 metri…
Un autentico “tappone”. Se Cunego e Simoni vogliono e possono attaccare, questo è il giorno giusto. E anche Rujano, che è cresciuto dall’inizio del Giro, potrebbe aspirare a tornare tra i primissimi.

Dulcis in fundo, la Trento-Aprica, con il Tonale, il “suo” Gavia e il Mortirolo…
È la tappa più dura in assoluto. Se sarà attaccato, bisognerà vedere se e come Basso riuscirà a rispondere, anche alla luce della brutta esperienza dell’anno scorso sullo Stelvio. Per me il Giro è una questione tra lui, Simoni e in terza battuta Cunego. Savoldelli e Di Luca, invece, li vedo piazzati.