Un nuovo spazio di creatività, lavoro e sostenibilità. Per rafforzare un progetto virtuoso che, da oltre 15 anni, promuove l’inclusione lavorativa e sociale di donne in situazioni di fragilità. Il progetto «Taivè. Un filo per l’integrazione» inaugura nel pomeriggio di giovedì 22 maggio, alle 16, il suo laboratorio di sartoria sociale in via Uruguay 37 a Milano. Ovvero il luogo in cui, utilizzando materiali tessili riciclabili, saranno realizzati i prodotti destinati poi a essere venduti nel nuovo negozio di Taivè, aperto nello scorso dicembre in piazza San Materno 18, sempre a Milano.
Nata nel 2009 su iniziativa di Caritas Ambrosiana, la sartoria sociale Taivè è un progetto dedicato all’inclusione sociale e alla promozione del lavoro etico attraverso l’arte della sartoria, ed è condotto in collaborazione con Vesti Solidale, cooperativa membro del Consorzio Farsi Prossimo (rete di 12 imprese sociali promossa da Caritas). La missione è creare un ambiente accogliente, in cui le persone possano imparare, crescere e riappropriarsi delle proprie capacità, contribuendo allo stesso tempo alla comunità.

Dalla sua nascita, Taivè ha coinvolto 45 donne provenienti da oltre 20 Paesi del mondo, fornendo loro competenze professionali (nei campi della stireria, della sartoria, della realizzazione di piccole riparazioni e di nuove confezioni) e strumenti per un’effettiva integrazione sociale e lavorativa. Con il laboratorio di via Uruguay, il progetto potenzia l’attività produttiva e si conferma elemento di snodo tra artigianato, sostenibilità ambientale e integrazione sociale.
Attualmente a Taivè lavorano 5 sarte, tutte con un contratto a tempo indeterminato per 25 ore settimanali. Le sarte provengono da Angola, Afghanistan, Pakistan, Egitto e Sri Lanka. Accanto a loro, l’indispensabile e prezioso supporto fornito da 6 volontarie (Gabriella, Marina, Lilia, Teresa, Laura e Paola), che integrano l’opera della coordinatrice di progetto, Maria Squillaci, e della consulente di sartoria, Flora Todeschini.

A queste ultime toccherà presentare il nuovo laboratorio, in occasione dell’evento di giovedì, che vedrà coinvolti rappresentanti di Caritas, di Vesti Solidale, del Municipio 8 di Milano e dei partner di progetto. Tra costoro, don Enrico Parazzolo, parroco della parrocchia Santa Maria Bianca, con cui Taivè intrattiene una fruttuosa collaborazione, e la professoressa Alessandra Gerolin, dell’Università Cattolica di Brescia, con la quale da tempo Taivè ha avviato un progetto di service learning che coinvolge diversi giovani studenti.
Nel nuovo laboratorio verranno realizzati accessori per la casa, abiti su misura, borse e bomboniere, utilizzando scarti di tessuto, provenienti in parte dai cassonetti gialli per la raccolta di indumenti e rifiuti tessili gestiti da Vesti Solidale, in parte da aziende e privati che hanno fondi di magazzino da mettere a disposizione. Taivè, insomma, punta all’inclusione sociale, ma anche alla sostenibilità ambientale e al riuso creativo: formula destinata, tra via Uruguay e piazza San Materno, a dare frutti sempre migliori.




