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La storia

Siyad, un arbitro dalla Somalia a Bresso

Il giovane Ali Hussein dirigeva partite di calcio nel suo Paese, che però ha lasciato a causa della guerriglia. Giunto in Italia, è entrato nel gruppo sportivo della località milanese e, anche grazie al suo impegno nel calcio integrato con atleti con disabilità, ha ottenuto l’abilitazione dell’Aia e presto tornerà a “fischiare”

di Mauro COLOMBO

8 Novembre 2022
Siyad Ali Hussein

Ci sono tanti sogni che possono indurti a cambiare il tuo orizzonte di vita. Quello di Siyad Ali Hussein era diventare arbitro di calcio. C’era riuscito nel suo Paese, la Somalia, ed era giunto a dirigere partite nella Premiere League somala. Poi, però, la guerriglia che devasta la sua terra lo ha costretto a modificare i suoi piani.

Due anni fa ha lasciato i familiari e le persone a lui care per intraprendere quel «viaggio della speranza» comune a molti migranti. Ha percorso chilometri e chilometri a piedi o con mezzi di fortuna, superando pericoli e incognite, ma sempre con la paura di non farcela. La prima tappa è stata la Turchia, la meta era l’Italia, per cercare di realizzare il suo sogno: continuare ad arbitrare.

Porte riaperte

Siyad è sbarcato a Crotone e da lì ha raggiunto il Centro di accoglienza di Bresso (Milano), gestito dalla Croce Rossa Italiana. Qui ha conosciuto l’A.S.D. Gs Bresso 4 (vedi più sotto un approfondimento), che da sei anni collabora con il centro di accoglienza. È nata così una amicizia che ha portato il giovane somalo a diventare atleta e volontario del gruppo sportivo, impegnandosi con passione e costanza anche con la squadra di calcio integrato, dove giocano insieme atleti con e senza disabilità. Proprio questa attività paralimpica ha permesso il successivo contatto con la Federcalcio (Figc) e l’Associazione Italiana Arbitri (Aia): grazie al supporto di Alberto Zaroli (componente del Comitato nazionale) e di Davide Rosio (presidente della Sezione di Saronno), Aia ha aperto le sue porte permettendo a Siyad di tornare ad arbitrare.

«Per la nostra Associazione l’inclusione è un principio basilare – spiega Alfredo Trentalange, presidente dell’Aia -. Siamo felici di aver spalancato le porte della nostra casa a Siyad Ali Hussein e presto gli daremo la possibilità di tornare in campo a vivere con gioia la sua passione». Durante la conferenza stampa di presentazione dell’Integration League (progetto promosso da Lega Pro, Unhcr e Projet School), il presidente della Figc Gabriele Gravina ha osservato: «Questo è il nostro calcio dei valori. La Figc crede in un calcio sempre più aperto, inclusivo e dove tutti possono essere messi nelle condizioni di giocare, divertirsi e esprimersi al meglio come persone». In un incontro internazionale del progetto Erasmus «Brace», lo stesso Bresso 4 ha parlato di Siyad: una storia che il gruppo sportivo accompagnerà con tanta amicizia.

Siyad ha tutti i documenti in regola e presto completerà le visite mediche necessarie per tornare a dirigere una partita di calcio. La prima designazione è ormai imminente, al massimo questione di settimane.

La consegna ufficiale della divisa di direttore di gara
La consegna ufficiale della divisa di direttore di gara

Il Gruppo sportivo

A.S.D. Gs Bresso 4 è una Polisportiva inclusiva riconosciuta da Coni e Cip, operante a Bresso dal 1977; coinvolge circa 320 persone associate e si basa su più di 50 operatori volontari. Oltre all’attività polisportiva ed educativa ordinaria, maschile e femminile, per piccoli e grandi, il Bresso 4 è anche impegnato da diversi anni in progetti sportivi sul territorio a forte valenza sociale, nei settori dello sport inclusivo e integrato e della corretta cultura sportiva (Community Io Tifo Positivo). Svolge attività paralimpiche e inclusive di calcio (a7 e a 5), calcio integrato, running & walking, bocce amatoriali, calcio balilla amatoriale. Collabora con il Centro di Accoglienza Straordinario di Bresso, gestito dalla Croce Rossa Italiana.

«Brace – Breaking baRriers to migrAnts soCial intEgration through football”» è un progetto europeo Erasmus+Sport in corso (2022-2023), confinanziato dalla Commissione Europea, che oltre al Bresso 4 conta partner spagnoli, belgi e portoghesi. Si occupa di far incontrare esperienze di integrazione di persone migranti attraverso il calcio per mettere a regime una metodologia replicabile per altre realtà. Prevede percorsi con varie attività nei diversi Paesi coinvolti e momenti di rete e scambio di conoscenze ed esperienze a livello europeo, con il potenziamento della rete territoriale per un incremento della cultura inclusiva sul territorio.