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Milano

Le richieste del terzo settore al neo-Presidente della Provincia

Investire su scuola, lavoro e casa per garantire sicurezza. Don Rigoldi (Comunità Nuova): «Non si punti sulle ronde». Don Colmegna (Casa della Carità): «In rete le realtà sociali e istituzionali»

Dario PALADINI Redazione

24 Giugno 2009

La sicurezza si garantisce investendo su scuola, lavoro e casa. Don Gino Rigoldi, presidente di Comunità Nuova, e don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità, declinano a modo loro la promessa del nuovo presidente della provincia di Milano, Guido Podestà, di puntare sulla sicurezza dei cittadini. «Spero che non sia così ottuso da puntare sulle ronde – afferma don Rigoldi -. L’obiettivo deve essere invece quello di assicurare ai cittadini beni fondamentali quali sono il lavoro, la casa e l’assistenza sanitaria». Per don Gino la scuola e la formazione professionale dovrebbero essere al primo punto degli impegni di Podestà: «A Milano e provincia ci sono migliaia di ragazzi per i quali la scuola non esercita più nessuna attrazione. La provincia dovrebbe investire nuove risorse economiche e umane perché la scuola torni a svolgere il suo ruolo e a fornire una formazione professionale di qualità». Ci sono poi gli edifici scolastici da sistemare. «Si faccia un piano per ridare dignità e bellezza ai luoghi in cui i nostri ragazzi passano buona parte della loro giornata», sottolinea Rigoldi.
Anche per don Colmegna la formazione professionale e i giovani devono diventare una priorità per la nuova giunta Podestà: «C’è bisogno di rilanciare l’attenzione sul mondo giovanile, puntando sulla scuola e su progetti educativi», afferma il presidente della Casa della Carità. Sui rom si dice d’accordo sul fatto che i campi vadano superati: «Occorre però definire strategie per offrire ai rom opportunità di lavoro e abitative. Anche noi pensiamo che nessuno dovrebbe vivere in un campo, ma poi bisogna essere concreti e trovare insieme la soluzione». Infine, la città metropolitana: «È un’altra grande sfida per Podestà. E non si tratta solo di un problema di infrastrutture, ma anche di mettere in rete in un’ottica metropolitana tutte le realtà del sociale e delle istituzioni», conclude Colmegna. La sicurezza si garantisce investendo su scuola, lavoro e casa. Don Gino Rigoldi, presidente di Comunità Nuova, e don Virginio Colmegna, presidente della Casa della Carità, declinano a modo loro la promessa del nuovo presidente della provincia di Milano, Guido Podestà, di puntare sulla sicurezza dei cittadini. «Spero che non sia così ottuso da puntare sulle ronde – afferma don Rigoldi -. L’obiettivo deve essere invece quello di assicurare ai cittadini beni fondamentali quali sono il lavoro, la casa e l’assistenza sanitaria». Per don Gino la scuola e la formazione professionale dovrebbero essere al primo punto degli impegni di Podestà: «A Milano e provincia ci sono migliaia di ragazzi per i quali la scuola non esercita più nessuna attrazione. La provincia dovrebbe investire nuove risorse economiche e umane perché la scuola torni a svolgere il suo ruolo e a fornire una formazione professionale di qualità». Ci sono poi gli edifici scolastici da sistemare. «Si faccia un piano per ridare dignità e bellezza ai luoghi in cui i nostri ragazzi passano buona parte della loro giornata», sottolinea Rigoldi.Anche per don Colmegna la formazione professionale e i giovani devono diventare una priorità per la nuova giunta Podestà: «C’è bisogno di rilanciare l’attenzione sul mondo giovanile, puntando sulla scuola e su progetti educativi», afferma il presidente della Casa della Carità. Sui rom si dice d’accordo sul fatto che i campi vadano superati: «Occorre però definire strategie per offrire ai rom opportunità di lavoro e abitative. Anche noi pensiamo che nessuno dovrebbe vivere in un campo, ma poi bisogna essere concreti e trovare insieme la soluzione». Infine, la città metropolitana: «È un’altra grande sfida per Podestà. E non si tratta solo di un problema di infrastrutture, ma anche di mettere in rete in un’ottica metropolitana tutte le realtà del sociale e delle istituzioni», conclude Colmegna.

Anche i giovani tra le priorità che il terzo settore indica a Podestà