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Milano

Il Tribunale: la cittadinanza non è requisito per l’assunzione

Modificando le decisioni del primo giudice, il Palazzo di Giustizia ha accolto il ricorso promosso da un cittadino marocchino non assunto come elettricista dall'Atm perché privo del requisito previsto da una norma del 1931 -

Carlo ROSSI Redazione

22 Luglio 2009

Il Tribunale di Milano, modificando la decisione del primo giudice, ha accolto ieri il ricorso promosso dall’associazione Avvocati per niente Onlus, dall’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione e da un cittadino marocchino non assunto come elettricista dall’Atm, ritenendo non più vigente la norma del 1931 che prevedeva il requisito della cittadinanza per l’assunzione nelle aziende autoferrotranviarie.
Il Tribunale ha ritenuto discriminatoria la scelta di Atm di mantenere il requisito della cittadinanza e ha obbligato l’azienda a rimuoverlo dalle offerte di assunzione. Quindi Atm è fin d’ora obbligata a modificare (anche sul sito internet) i propri moduli di offerta di lavoro e i criteri di accesso alle selezioni.
Secondo le associazioni promotrici del ricorso, la decisione rimuove un ostacolo ingiustificato e discriminatorio alla libertà di accesso al lavoro e viene incontro a esigenze di uguaglianza tra lavoratori e di efficienza del sistema economico. «Restano così smentite – aggiungono Avvocati per niente Onlus e l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione – le tesi di quanti pretendevano di fornire assurde giustificazioni a tali barriere, qualificando gli stranieri – per la sola loro qualità di “non cittadini”- come fonte di rischi per la sicurezza pubblica, con ciò fornendo sostegno a un clima di intolleranza che le nostre associazioni, così come molti cittadini, continueranno a contrastare». Il Tribunale di Milano, modificando la decisione del primo giudice, ha accolto ieri il ricorso promosso dall’associazione Avvocati per niente Onlus, dall’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione e da un cittadino marocchino non assunto come elettricista dall’Atm, ritenendo non più vigente la norma del 1931 che prevedeva il requisito della cittadinanza per l’assunzione nelle aziende autoferrotranviarie.Il Tribunale ha ritenuto discriminatoria la scelta di Atm di mantenere il requisito della cittadinanza e ha obbligato l’azienda a rimuoverlo dalle offerte di assunzione. Quindi Atm è fin d’ora obbligata a modificare (anche sul sito internet) i propri moduli di offerta di lavoro e i criteri di accesso alle selezioni.Secondo le associazioni promotrici del ricorso, la decisione rimuove un ostacolo ingiustificato e discriminatorio alla libertà di accesso al lavoro e viene incontro a esigenze di uguaglianza tra lavoratori e di efficienza del sistema economico. «Restano così smentite – aggiungono Avvocati per niente Onlus e l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione – le tesi di quanti pretendevano di fornire assurde giustificazioni a tali barriere, qualificando gli stranieri – per la sola loro qualità di “non cittadini”- come fonte di rischi per la sicurezza pubblica, con ciò fornendo sostegno a un clima di intolleranza che le nostre associazioni, così come molti cittadini, continueranno a contrastare».