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Malpensa, la voce della Chiesa: «Il lavoro in primo piano»

Già oltre mille persone a rischio disoccupazione. Di fronte alle incertezze sul futuro dell'hub, parla il vescovo ausiliare di Varese monsignor Luigi Stucchi: «Il problema del lavoro deve stare a cuore a tutte le forze coinvolte in questa crisi»

5 Giugno 2008
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09/04/08

di Maria Teresa ANTOGNAZZA

Mentre la Provincia di Varese, per bocca del Commissario straordinario Guido Iadanza, punta i piedi al Pirellone per rivendicare un ruolo di primo piano del territorio nella “cabina di regia” sulla crisi occupazionale di Malpensa 2000 e sull’applicazione degli ammortizzatori sociali, fa sentire la sua voce la Chiesa locale. «Il problema del lavoro deve avere la priorità, e stare a cuore a tutte le forze coinvolte in questa crisi», commenta il vescovo ausiliare monsignor Luigi Stucchi.

Da dopo Pasqua sono più di un migliaio le persone che hanno già perso il posto di lavoro, messe in cassa integrazione oppure con i contratti stagionali e interinali scaduti e non più rinnovati. E mentre le grandi sale dei check-in dello scalo della brughiera sono desolatamente vuote, piangono le famiglie del Varesotto, prime vittime predestinate della partenza di Alitalia e delle incertezze sul futuro dell’hub.

Una situazione drammatica a cui guardano con grandissima preoccupazione i parroci del circondario. A loro dà voce il vicario episcopale, monsignor Luigi Stucchi. «In tutti noi – dice -, c’è attenzione vivissima rispetto a questo momento di crisi. La Chiesa guarda con apprensione alla situazione di tantissime famiglie e delle persone che hanno perso il lavoro, duramente colpite dalla situazione che si è venuta a creare a Malpensa con la partenza di Alitalia».

E mentre il clero locale attende di incontrarsi con il vicario per un confronto serrato sulle ricadute pastorali del problema, Stucchi sottolinea: «La Chiesa sarà sicuramente vicina a queste famiglie. Con quali strumenti e in che modo ancora non lo sappiamo, ma certamente la nostra volontà è molto chiara. L’aspetto che tocca il problema occupazionale – all’interno del problema più generale della crisi di Alitalia e di Malpensa – e’ quello più drammatico, perché tocca da vicino la vita di tante persone e delle loro famiglie. È un fenomeno doloroso, che ha un’incidenza sociale forte. Chiediamo perciò a tutti i soggetti coinvolti nelle decisioni e alle istituzioni la massima attenzione e convergenza negli sforzi perché il problema del lavoro sia sempre tenuto in primo piano».

E di fronte al rischio di una strumentalizzazione politica della crisi di Alitalia e del futuro dell’hub del nord Italia, Stucchi ribadisce: «Si tratta di un problema che non può essere strumentalizzato in nessun modo. Il tessuto comunitario e le istituzioni devono mostrare una responsabilità precisa nella gestione della crisi. Ogni forma di strumentalizzazione non sarebbe degna della vita politica e andrebbe contro la dignità delle persone. Occorre che ciascuno si assuma le proprie responsabilità, sapendo di avere a che fare con una situazione dolorosa e delicata, di fronte alla quale non si può agire con disinvoltura o in modo spregiudicato. Sappiamo bene che in situazioni di crisi c’è un prezzo da pagare, ma bisogna fare di tutto per non infierire».