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Gli universitari “fuori sede” domandano cittadinanza

A Milano decine di migliaia di studenti sono alle prese con problemi gravi come il "caro-casa". Ma la metropoli fatica a scommettere su di loro

15 Luglio 2008

08/07/2008

di Pino NARDI

Milano ha un grande tesoro, ma che non valorizza adeguatamente: gli universitari, un esercito spesso invisibile, ma sempre più cospicuo nella metropoli. Sono circa 200 mila studenti, l’equivalente del 15% dell’intera popolazione cittadina, ripartiti tra 10 atenei, quasi 9 mila docenti, 335 corsi di laurea, un impatto sull’economia milanese stimato in 1,5 miliardi di euro all’anno.

La città è proiettata verso l’Expo 2015, che non deve riguardare solo le infrastrutture, ma fare da volano per rispondere anche oggi ai bisogni dei cittadini, in particolare dei più giovani. A migliaia giungono da tutte le regioni italiane e dall’estero per studiare a Milano: la metropoli ha l’occasione per formare la futura classe dirigente. Perciò occorre un investimento intelligente, per far rimanere qui i “cervelli”, la ricchezza intellettuale per costruire la città del domani.

Eppure c’è ancora tanto da fare per rendere accogliente Milano a questi ragazzi. La prima vera emergenza è quella della casa, che ha costi esorbitanti: si va dai 350 euro mensili per una camera in condivisione con altri compagni a 700 euro per una singola in zona semicentrale. Un salasso che non tutti possono permettersi troppo a lungo.

Si stima in 40 mila posti letto il fabbisogno abitativo, di cui solo 7 mila sono coperti dall’Isu e da collegi diocesani e privati. Altri 15 mila studenti sarebbero disponibili a vivere a Milano per determinati periodi se ci fossero adeguate possibilità di accoglienza. Ma perché così pochi risiedono in città? I motivi sono due: secondo alcune indagini il 60% degli studenti dichiara di riuscire a frequentare le lezioni ugualmente e il 19% non è in grado di sostenere i costi eccessivi del posto letto.

Tra chi vive a Milano, l’80% abita presso privati e più della metà condivide l’alloggio in un appartamento con più di tre persone; rispetto alla singola stanza, uno su tre è da solo e quasi la metà la condivide con un’altra persona. Così c’è l’altra parte dell’“esercito”, che tutti i giorni “invade” Milano: sono i quasi 100 mila pendolari che arrivano in città per studiare all’università.

Di questi, 51 mila sono quelli più “disagiati”, che spendono 110 euro al mese per i trasporti e altrettanti per mangiare. Tre su quattro usano il treno, solo il 9% viene in automobile. Sveglia all’alba, più di due ore e mezzo impiegate nei viaggi per stare circa 5 ore in ateneo. È questo l’identikit del pendolare che emerge dall’indagine “Studiare e vivere a Milano”, promossa da MeglioMilano, condotta in collaborazione con l’Istituto di sociologia dell’Università Bicocca e coordinata dal professor Antonio Schizzerotto.

Da anni ormai MeglioMilano è impegnata a porre all’attenzione dell’opinione pubblica milanese le tante esigenze di quel vasto mondo che gravita intorno all’università. Di fronte ai bisogni è necessario agire in concreto. «Questa fotografia della giornata dello studente pendolare – sottolinea Marco Bono, presidente dell’associazione – induce a potenziare i servizi di accoglienza della città nei confronti di un’importante risorsa umana e professionale di rilevanti dimensioni: un’operazione di investimento economico e di marketing urbano con ricadute positive sull’intera Milano che può essere realizzata attraverso molte iniziative, anche piccole, come la smart card dello studente».

Ma qualcosa si sta comunque muovendo. MeglioMilano è da tempo impegnata a dare una mano agli studenti. Dal 2004 è partito il progetto “Prendi in casa uno studente”. Èuna proposta innovativa che mette insieme i bisogni degli universitari fuori sede e i pensionati che molto spesso vivono da soli: attraverso colloqui si abbinano gli anziani con le matricole (info: tel. 02.76020589).

Il progetto è semplice: pensionati con una stanza disponibile a casa propria ospitano uno studente universitario con un vantaggio reciproco: il “proprietario” riceve un contributo per le spese (250 euro al mese), ma soprattutto può avere un giovane con cui chiacchierare e fare amicizia, sgretolando il muro della solitudine, ma anche un aiuto in casa; il giovane può contenere le spese di affitto. Finora sono state oltre 160 le convivenze, ottenendo anche il sostegno di 300 mila euro della Provincia di Milano per il triennio 2008-2010 per migliorare le abitazioni dei pensionati ospitanti.

Nei giorni scorsi è stato annunciato il progetto Campus: 550 mini appartamenti in via Botticelli, in un palazzo di 15 piani dove si trovava l’Istituto Rizzoli, a due passi dal Politecnico. Alloggi che saranno in buona parte concessi con affitti calmierati. E in via Balducci sorgerà un ostello nell’area degli ex magazzini Scala.

Inoltre, da poche settimane, gli studenti trovano informazioni utili (servizi, proposte culturali, ricreative e professionali) sul nuovo portale www.sistemauni.it. «Milano è considerata un punto di riferimento per la formazione universitaria, in Italia e in Europa – commenta Giulio Ballio, rettore del Politecnico -. Offrire un accesso facile e immediato al ventaglio di opportunità studiate per loro è un’idea utile anche per consolidare la posizione privilegiata di Milano tra le preferenze dei ragazzi in vista dello sviluppo che la città si appresta a vivere da oggi al 2015».