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Vaticano

Leone XIV: «Usura, macigno che soffoca»

La Consulta antiusura accolta dal Papa. All’udienza hanno partecipato le fondazioni di tutta Italia, inclusa la lombarda San Bernardino. L'appello del presidente Gualzetti contro il disegno di legge 978: «Non può essere il creditore a emettere ingiunzioni: rimanga centrale il ruolo dei giudici, terzi e imparziali»

21 Ottobre 2025
Leone XIV in abito bianco benedice una folla riunita in una sala decorata con affreschi e marmi durante un’udienza.

I rappresentanti della Consulta antiusura “San Giovanni Paolo II” sono stati ricevuti in udienza da papa Leone XIV lo scorso 18 ottobre, in occasione del 30° anniversario dell’istituzione dell’organismo.

Nella delegazione accolta nella sala Clementina in Vaticano, insieme ai colleghi delle 35 fondazioni antiusura di matrice ecclesiale attive in tutta Italia e coordinate dalla Consulta, c’erano anche alcuni esponenti della Fondazione San Bernardino, che ha sede a Milano ed è espressione delle dieci diocesi lombarde.

Un «macigno che soffoca» di cui «pagano le conseguenze soprattutto le persone fragili», una pratica espressa da «sistemi finanziari» che «possono mettere in ginocchio interi popoli»: così papa Leone ha definito l’usura, dedicando al tema un’approfondita riflessione. Ad ascoltarlo, e a donargli un libro sulla storia dell’organismo, alla guida di decine di operatori e volontari c’era Luciano Gualzetti, presidente della Consulta nazionale, oltre che della San Bernardino.

L’udienza papale e la Messa celebrata nella basilica di San Pietro da monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, sono state occasione per manifestare gratitudine a coloro che si spendono per arginare gli effetti di una piaga che minaccia il tessuto di legalità dell’intero paese. E che ha la sua anticamera nelle condizioni di sovrindebitamento in cui, per diversi motivi, si dibattono tante persone e famiglie.

L’appello contro il disegno di legge 978

Sul tema del peso e della solvibilità delle posizioni debitorie individuali, i membri della Consulta si sono espressi anche in merito al disegno di legge 978, approvato in settimana dalla Commissione Giustizia del Senato. Il testo, che approderà nei prossimi mesi nelle aule parlamentari, introduce un meccanismo presentato dal governo con la volontà di velocizzare le procedure, ma destinato, secondo i membri della Consulta, a ledere i diritti e aggravare le sofferenze di chi si trova in posizione debitoria.

In sostanza, il Ddl conferisce al legale del creditore la facoltà di emettere un’intimazione ad adempiere che, senza il vaglio di un giudice e in assenza di reazione del debitore entro quaranta giorni, vale come titolo esecutivo: in concreto, non sarà più un’autorità giudiziaria terza e imparziale, ma una delle parti in contenzioso ad avviare azioni di esecuzione forzata (inclusi pignoramenti su beni mobili, immobili o stipendi), alterando l’equilibrio del procedimento a sfavore di soggetti molto spesso economicamente e socialmente fragili.

Papa Leone XIV in abito bianco cammina tra due file di persone che applaudono in una sala decorata con affreschi e pavimenti marmorei.
I membri della Consulta Nazionale Antiusura

Anche se dal disegno di legge sembrerebbero esclusi i debiti di origine bancaria e quelli ceduti, infatti, la consapevolezza che il credito potrà essere recuperato più rapidamente potrebbe far sì che alcuni debitori desistano dal richiedere aiuto alle fondazioni, cercando soluzioni più rapide fuori dal circuito legale. «Si rischia di trasformare in legge un provvedimento vessatorio, assurdo e contrastato da decine di associazioni e centinaia di tecnici – avverte il presidente Gualzetti, raccogliendo le preoccupazioni delle fondazioni aderenti alla Consulta –. La commissione Giustizia del Senato ha licenziato una norma che, dopo aver prodotto danni agli impoveriti, verrà senz’altro giudicata incostituzionale. I debitori vedranno compromesso il loro diritto alla difesa: molti non avranno nemmeno i soldi per opporsi all’ingiunzione di parte e subiranno pignoramenti che un giudice valuterebbe con maggiore equilibrio e competenza. A rischio è, tra le altre cose, il mantenimento della prima casa da parte di molti concittadini. Facendo così si rompe l’equilibrio tra creditori e debitori e si creano le condizioni per fratture ancora più profonde nella trama sociale di un paese già segnato da drammatiche diseguaglianze».

Consulta e fondazioni, insieme a molte associazioni che difendono i diritti dei consumatori, hanno chiesto al governo di fare marcia indietro, e alle forze politiche di non approvare il disegno di legge.

Secondo la Fondazione San Bernardino, a cui si rivolgono persone e famiglie che hanno già in corso atti di pignoramento e sono fortemente indebitate, il nuovo provvedimento rischia di far aumentare la crisi debitoria delle famiglie, con effetti negativi sull’inclusione sociale e il diritto a una vita dignitosa. Con la nuova procedura, coloro che sono già indebitati e che posseggono risorse limitate si troverebbero a dover gestir una crisi in tempi più ristretti, con minore margine per riuscire ad attivare strumenti di tutela (come la presa in carico da parte delle fondazioni antiusura) prima che la situazione evolva con conseguenze drammatiche e irrisolvibili.