Il sogno sta per diventare realtà. Sabato 14 giugno alle 11.30 l’arcivescovo Mario Delpini inaugurerà a Monza, in via don Valentini 20, «La casa sulla collina», un immobile per la residenzialità di persone con disabilità.
Sono passati più di dieci anni dal marzo del 2014, quando veniva a mancare la mamma di Serena, una ragazza con Sindrome di Down senza altri parenti in grado di seguirla. La mamma aveva ritenuto di affidare all’Associazione Tu con noi il futuro della vita della figlia in un contesto di residenzialità. All’epoca l’associazione, che svolge attività di tempo libero con ragazzi con disabilità e promuove la cultura della solidarietà, aveva assunto un’assistente familiare, Evelyn, e garantito continuità con una rotazione di volontarie nei suoi periodi di riposo. Questo ha dato un impulso nuovo e urgente alla ricerca di una soluzione che fosse al tempo stesso sostenibile e fruibile da più persone.
«Ci siamo chiesti: ma quello che abbiamo fatto per Serena finora possiamo farlo anche per qualche altro nostro amico? – racconta Emanuele Patrini, presidente dell’Associazione Tu con noi -. L’impegno sia di tempo sia economico è davvero tanto. Riusciremo a raddoppiarlo? A triplicarlo? Ecco, da questi pensieri, da queste domande, nasce l’idea di costruire uno spazio, un luogo dove poter accogliere Serena e i nostri amici. Lo scopo è proprio quella di una casa dove le persone con disabilità vivano con degli assistenti familiari, ma sicuramente contornate da forte una rete di volontari e inserite nel contesto territoriale”.
Da qui parte «La casa sulla collina», nome che evoca l’idea della quiete e della stabilità. Per la sua realizzazione è stato offerto in acquisto all’Associazione un appartamento nel quartiere Cristo Re. L’immobile, in buono stato, è composto da tre camere (una matrimoniale e due singole), due bagni, un soggiorno, la cucina, un grande balcone e il box ed è in grado di ospitare un massimo di quattro persone (tre ospiti e una persona residente a supporto). Il fatto di essere nel quartiere di Cristo Re, dove la presenza dell’associazione nella parrocchia è forte, ha reso semplice l’avvio. La forma scelta è quella di una residenzialità di tipo familiare, dove gli aspetti educativi restano in carico a centri, cooperative o inserimenti lavorativi già frequentati dalle persone con disabilità, mentre nella casa si svolge unicamente un’attività di sostegno alla vita quotidiana, di carattere informale, paragonabile appunto a quella di un contesto familiare.
Già nel 2017, condividendo necessità e finalità del progetto, si era costituita una rete formata da Tu con Noi, Cooperativa Novo Millennio, Gruppo Intervento Onlus e Caritas Monza, grazie anche al contributo di Fondazione Cariplo e del Gruppo TermoAcqua. «Vogliamo offrire alla nostra amica un contesto di famiglia allargata rispetto all’attuale e offrire ad altre persone con disabilità con una situazione familiare critica, un’alternativa concreta all’istituzionalizzazione e all’allontanamento dal tessuto sociale di riferimento», concludono dall’associazione. Gli inserimenti sono previsti tra settembre e la fine dell’anno.




