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Partnership

Erp Italia e Riuse: la gestione di rifiuti tessili aiuta il Paese

Il primo Consorzio di respiro europeo stringe una collaborazione con la Rete di cooperative sociali promossa da Caritas Ambrosiana, che ha raccolto oltre 205 mila tonnellate di rifiuti tessili

20 Marzo 2024

Erp Italia Tessile, il primo Consorzio tricolore di respiro europeo operante nell’ambito della European Recycling Platform e del Gruppo Landbell – organizzazione paneuropea già attiva in Italia con la propria realtà locale, annoverata tra i principali Sistemi Collettivi senza scopo di lucro che si fanno carico sull’intero territorio nazionale della gestione a norma dei Raee (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e dei Rifiuti di Pile e Accumulatori – annuncia la partnership con Rete Riuse, la rete di cooperative sociali promosse da Caritas Ambrosiana, Caritas Diocesana Brescia e Caritas Diocesana Bergamo che raccoglie indumenti usati trasformandoli in nuovo valore per i cittadini e le amministrazioni locali.

I numeri

Questa importante partnership risponde alla necessità del settore di accelerare, in ottica di economia circolare, la raccolta, la preparazione per il riutilizzo e il riciclo di rifiuti tessili. Attualmente, in Europa, oltre il 78% di questi rifiuti viene avviato in discarica o è destinato alla termovalorizzazione (oltre 5 milioni di tonnellate). In Italia i passi avanti da compiere sono ancora più importanti: a oggi, infatti, viene raccolto soltanto il 10% circa del totale di immesso al consumo (oltre 150.000 tonnellate su un totale di oltre 1 milione). Inoltre, il consumo di prodotti tessili è la quarta principale causa di impatto sui cambiamenti climatici, mentre, a livello mondiale, si colloca al terzo posto per l’utilizzo di acqua e suolo.

«Necessario fare sistema»

Il Consorzio no profit ERP Italia Tessile, appartenente a un gruppo globale diffuso in 18 Paesi con 41 sistemi collettivi, opera per aiutare l’Italia nel conseguire gli obbiettivi di raccolta separata che dovranno essere raggiunti dal Sistema tessile in modo incrementale: 15%, 25% e – entro il 2035 – 40%, mentre l’80% del raccolto dovrà essere preparato per il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero. Collaborando con gli stakeholder e i produttori, mira a colmare la distanza tra immissione sul mercato e raccolta differenziata, in osservanza del Principio della Responsabilità Estesa del Produttore (Epr).

Alberto Canni Ferrari

«Il target di raccolta e trattamento che si è dato il nostro Paese è molto ambizioso, considerando l’attesa crescita del 63% della produzione e del consumo di abbigliamento e calzature entro il 2030, passando dagli attuali 62 milioni di tonnellate a 102 milioni di tonnellate – dichiara Alberto Canni Ferrari, Head of ERP Southern Europe –. Per questo è necessario più che mai fare sistema e mettere a fattor comune le competenze distintive dei diversi attori, come contiamo di fare con Rete Riuse».

«Un modello virtuoso di economia circolare»

Rete Riuse opera attivamente nei territori delle diocesi di Milano, Brescia e Bergamo e fa parte del gruppo nazionale di cooperative sociali che raccoglie oltre un terzo del quantitativo del Sistema Italia. Rete Riuse è l’ente italiano che aderisce a Tess, gruppo economico di interesse europeo, che riunisce gli enti no profit in Spagna, Francia, Belgio che gestiscono complessivamente 100 mila tonnellate di rifiuti tessili ogni anno.

In Lombardia, attraverso i suoi 2.533 iconici cassonetti gialli distribuiti sul territorio cittadino, Rete Riuse contribuisce alla raccolta, alla selezione e alla preparazione per il riutilizzo dei rifiuti da indumenti usati, finalizzata a una nuova immissione sul mercato ed estensione del ciclo di vita utile del prodotto. I fondi, derivanti da queste attività, vengono successivamente utilizzati per finanziare progetti di solidarietà. Solo nel 2023, Rete Riuse ha recuperato 14.500 tonnellate di rifiuti tessili, destinando più di 600 mila euro a progetti di solidarietà. La rete persegue l’obiettivo di essere una concreta opportunità di occupazione stabile e regolare per persone provenienti dall’area del disagio sociale. Attualmente sono coinvolti 118 lavoratori, di cui 33 svantaggiati e 38 soggetti fragili.

Giuseppe Finocchiaro

Le attività realizzate dalle 9 cooperative sociali all’interno di Rete Riuse hanno portato alla realizzazione di oltre 210 progetti sociali, portando beneficio a più di 8.000 persone. Ogni anno, queste evitano l’emissione di oltre 47 mila tonnellate di CO2, il consumo di oltre 78 miliardi di litri d’acqua e l’uso di 4.000 tonnellate di fertilizzanti e 2.600 tonnellate di pesticidi. La valutazione di impatto sociale ed ambientale delle attività della Rete Riuse restituisce uno Sroi (Ritorno sociale, economico ed ambientale sull’investito) che attesta che per ogni euro investito ne sono stati generati 2,58.

«Il dialogo e la collaborazione con i vari soggetti della filiera, quali Erp Italia Tessile, ci permette di consolidare la nostra presenza su tutto il territorio nazionale, coinvolgendo in maniera più strutturata le autorità, le aziende e i distributori – dichiara Giuseppe Finocchiaro, coordinatore della Rete Riuse -. Questo ci consente di investire sulla persona e l’ambiente e, attraverso l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, promuovere un modello virtuoso di economia circolare».