Non sarà sembrato vero agli autori di “The Voice of Italy” (Rai Due, mercoledì ore 21.10) poter fare esibire sul palco una suora vera, giovane e simpatica, impegnata a convincere “al buio” i giurati in ascolto. E immaginiamo che, quando si è presentata alle audizioni suor Cristina Scuccia, l’abbiano accolta a braccia aperte, consapevoli del fatto che una religiosa sul palco di un talent show è un elemento di grandissimo richiamo in termini di audience.
E non solo: anche per i quattro giudici è stata una sorpresa. Nel corso della puntata di mercoledì 19 marzo Raffaella Carrà, Piero Pelù, J-Ax e Noemi hanno capito fin da subito che le reazioni del pubblico presupponevano una presenza particolare sul palco, ma si sono comunque lasciati travolgere dallo stupore quando, girandosi in seguito all’apprezzamento dell’esibizione della cantante, ne hanno scoperto la vera identità.
Il dubbio che ha attraversato il loro sguardo, come pure quello del pubblico a casa, era dipinto nei loro occhi, dove risuonava la domanda: “Ma è davvero una suora?”. La diretta interessata li ha tolti dall’imbarazzo, con una disinvoltura genuina e travolgente – ma per niente sguaiata – accompagnata dall’entusiasmo delle consorelle che, secondo il format del programma, osservavano l’esibizione in diretta dietro le quinte.
Poi sono cominciati i facili stereotipi del tipo “il diavolo e l’acqua santa” (la frase è di J-Ax, che l’ha accolta volentieri in squadra) e almeno un paio di giurati si sono visibilmente commossi di fronte a tanta spontaneità da parte di questa suora orsolina dalla grande presenza scenica e dalle indubbie doti canore. La sua interpretazione di “No one” di Alicia Keys è stata intonata, grintosa e non priva di qualche virtuosismo vocale, oltre ad averla trascinata nell’accompagnamento del ritmo a tempo di ballo.
Nata a Comiso, in provincia di Ragusa, 25 anni fa, suor Cristina ha raccontato di aver avuto fin da piccola la passione del canto, che «non è solo tecnica, ma anche sensibilità, interpretazione, emozione». La sua storia come suora è cominciata indirettamente nel 2008, quando le Orsoline a Palermo hanno organizzato un musical sulla vita della loro fondatrice, Sant’Angela Merici. Indovinate a chi è toccato in quell’occasione il ruolo della protagonista… Recita dopo recita, la giovane ha trovato la sua strada e nel 2009 ha iniziato il cammino che l’ha portata nel 2013 alla prima professione religiosa.
Prima classificata nella quinta edizione del concorso di musica cristiana Good News Festival, lo scorso luglio suor Cristina ha cantato in piazza del Campidoglio durante il concerto-testimonianza inserito nel pellegrinaggio alla tomba di Pietro. Perché ha deciso di salire sul palco di un talent show, per definizione luogo di esibizione che ben poco si addice alle scelte di umiltà e povertà? La risposta è nelle sue stesse parole, semplici ed entusiaste: «Ho capito che il mio è un bel messaggio da trasmettere. Papa Francesco parla di una Chiesa madre. Mi piacerebbe che la gente pensasse che la Chiesa è ovunque, può stare con tutti. Solo perché siamo suore non possiamo esibirci? Chi lo ha detto? È un messaggio forte quello di una giovane che consacra la propria vita a Dio e continua a fare cose come qualsiasi persona della mia età. Il mio è un messaggio di fedeltà e amore che trasmetto tramite la mia voce. Devo condividere la mia voce con tutti».
L’esibizione di suor Cristina nel talent di Rai Due ha subito dato la stura a commenti, retroscena, biografie e perfino a qualche agiografia in tempo reale. Dal punto di vista televisivo e mediatico si tratta effettivamente di un personaggio che richiama la curiosità e l’attenzione del pubblico, e che quindi i mezzi di comunicazione sfruttano a piene mani in termini di audience e di gradimento. Lei canta bene e, nell’era della comunicazione multimediale, non è detto che la tv non possa essere un luogo in cui far passare anche un messaggio di fede. Dipende da quanto i protagonisti si lasciano trascinare dalle logiche commerciali e, soprattutto, da quanto i media riescono a non spettacolarizzare troppo una presenza decisamente “insolita” come quella di questa religiosa sorridente.